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La didattica delle Scienze motorie in un open space di atletica leggera

Salvatore Principato approfondisce il legame e l’interazione tra didattica delle Scienze motorie e l'organizzazione degli ambienti di apprendimento nelle secondarie di secondo grado.

Metodologie  Secondaria 
05 aprile di: Salvatore Principato
copertina

Dopo l’aula laboratorio e la palestra, presentate in un precedente articolo, il terzo ambiente esperienziale da prevedere per la didattica delle Scienze motorie in una scuola organizzata per ambienti di apprendimento sarà rappresentato dall’open space di atletica leggera.

La fase dell’attività pratica verrà introdotta dal docente attraverso dei video che riprodurranno le immagini degli esercizi propedeutici di ciascuna specialità; sarà questo un primo step di avviamento che servirà ad aumentare l’interesse per l’argomento oggetto di studio e alimenterà, così come evidenziato da recenti studi sulle neuroscienze, l’imitazione del gesto tecnico dell’atleta presentato nel video, innescando il processo di apprendimento.

Gli elementi teorici, pertanto, verranno collegati con l’attività pratica che fornirà agli studenti una comprensione approfondita dei concetti, attraverso l’esperienza diretta. Una volta giunti negli spazi esterni, dopo un’attivazione di gruppo, come per aula laboratorio e palestra, la modalità operativa sarà quella della rotazione dei compiti tra studenti (eseguo / osservo) che si susseguiranno nelle aree dedicate alle singole specialità della lezione.

Analisi, valutazione, interdisciplinarità

Anche nell’open space ci verrà in soccorso la tecnologia per il monitoraggio, l’analisi e la valutazione delle prove. Gli studenti, infatti, verranno ripresi nello svolgimento dell’attività pratica per poter, in una seconda fase, promuovere una riflessione sugli obiettivi di apprendimento, sulle strategie utilizzate e sui progressi ottenuti. Questa modalità operativa, inoltre, permetterà di integrare le Scienze motorie con altre materie come la fisica e le scienze naturali, fornendo agli studenti una visione interdisciplinare dell’importanza del “movimento” e dello stile di vita attivo.

È poi possibile stabilire numerosi intrecci con l’insegnamento di Educazione civica e con una didattica della comunicazione multimediale. Le immagini registrate negli spazi di formazione pratica serviranno inoltre per poter osservare, per quanto possibile, anche la componente emotiva e la gestione dell’ansia più o meno manifestata da ciascun studente nel corso delle singole prove della lezione.

La modalità operativa d’interazione tra gli studenti sarà garantita dall’obiettivo comune della classe: “diventare più performanti, migliorare la tecnica specifica e implementare l’autonomia e l’autogestione”, sotto la vigilanza e l’osservazione del docente. Quest’ultimo sarà così una “guida autorevole e competente” del gruppo classe, un facilitatore dell’apprendimento a cui potersi rivolgere per potenziare le abilità tecniche specifiche ed arricchirsi di nuove informazioni.

Effetti e risultati

Collaborazione, intesa, suddivisione dei compiti, organizzazione degli spazi saranno quei fattori che concorreranno ad approfondire e incrementare i rapporti interpersonali all’interno del gruppo classe: tutti si sentiranno coinvolti in prima persona, ciascuno avrà un ruolo e quindi un compito di responsabilità, senza il quale la “macchina operativa” della lezione non andrebbe avanti. Il risultato atteso è un incremento dell’autostima e, naturalmente, il miglioramento progressivo della performance, dello sviluppo cognitivo, sociale-emotivo e dei risultati tecnici individuali.

L’open space e gli altri ambienti didattici rappresenteranno una risorsa per gli studenti, un’area all’interno della quale poter valorizzare le proprie abilità, assumere ruoli di leadership, esprimere le proprie competenze, incoraggiare, motivare e ispirare i compagni.

Una risorsa per tutte e tutti

Anche la didattica delle Scienze motorie quindi, comunemente associata a un’idea di attività pratica, si riconfigura nel contesto di una scuola organizzata per ambienti di apprendimento, approfondendo la sua valenza formativa e orientativa: setting d’aula funzionali all’attività proposta, selezione della strumentazione specifica e della necessaria dotazione digitale hardware e software, individuazione dei metodi didattici più opportuni, design accurato della lezione e interdisciplinarità renderanno più formative, incisive e coinvolgenti le lezioni di scienze motorie.

La cura e lo studio degli ambienti che ospitano le diverse attività delle Scienze motorie, e l’ordine del materiale tecnico-didattico diventeranno interesse dell’intera popolazione scolastica che, a conclusione di ogni attività, si dovrà impegnare e dovrà collaborare per renderlo un contesto sempre ben sistemato, sicuro ed accogliente.

Infine, un ulteriore obiettivo sul quale investire risorse e tempo dovrà essere quello legato all’organizzazione di momenti sportivi condivisi con il territorio e con le associazioni sportive locali, grazie alle quali diventerebbe possibile implementare il monte ore dedicato agli sport, fuori dal contesto scolastico, educando ulteriormente gli studenti al movimento e ad uno stile di vita orientato alla salute ed al benessere psicofisico.