Dire, fare, insegnare
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Educare valutando: le verifiche collaborative

Lucia Gasperini analizza vantaggi e limiti della collaborazione durante le verifiche, fornendo accorgimenti utili ed esempi concreti per elaborare buone prove collaborative.

Verifiche e valutazioni  Secondaria 
16 settembre di: Lucia Gasperini
copertina

Quando ci si riferisce all’apprendimento cooperativo, il pensiero corre solitamente ai lavori di gruppo, in cui, attraverso una suddivisione di ruoli o il ricorso a forme più o meno esplicite di peer-to-peer, si giunge alla realizzazione di un progetto unitario nell’arco di ore di lavoro svolte in classe e non di rado a casa.

C’è però un’altra situazione scolastica nella quale la dimensione del gruppo può esprimere le sue potenzialità ovvero quella delle verifiche collaborative, compiti veri e propri, che gli studenti sono chiamati ad affrontare in classe, nell'arco di un numero di ore definito, in collaborazione con uno o due compagni dopo essere stati divisi in gruppi costituiti dal docente.

Verifiche per conoscersi

Nella mia pratica didattica solitamente le verifiche collaborative sono sommative e spesso concepite in tutto o in parte come compiti di realtà. Le domande sono sfidanti, aperte, volte a misurare anche la consapevolezza che i ragazzi hanno maturato rispetto a come sono cambiate le loro convinzioni e la loro idea di mondo dopo aver attraversato gli argomenti di studio che devono essere verificati.

Per quanto riguarda i contenuti definiti, le abilità e le competenze previste dal modulo didattico, agli studenti è richiesto di prepararsi come sono soliti fare. Sono poi sollecitati a fare attenzione a porsi domande di senso e a interrogarsi sulle proprie posizioni rispetto agli argomenti affrontati tramite valutazioni di merito, condivisione o disaccordo argomentato, giudizi estetici motivati etc.

Le verifiche in questione vogliono testare la trasformazione che quanto appreso ha generato nei discenti, oltre alla preparazione acquisita. In queste prove da svolgere in un tempo definito, si aggiunge poi la dimensione dell’alleanza collaborativa con i compagni di gruppo.

Vantaggi e svantaggi

La prova di gruppo presenta almeno tre caratteristiche vantaggiose che la rendono un’opzione interessante quando si tratta di proporre verifiche agli studenti.

  1. È una situazione che disinnesca l’ansia della prova e contiene l’inclinazione al cheating per “farla franca” aggirando la sorveglianza dell’insegnante; rinforza quindi un senso di fiducia reciproca e generare tranquillità.
  2. È un’occasione intensa di apprendimento che si realizza nel momento stesso della verifica grazie sia al confronto con l’approccio dei propri compagni allo studio che ha preceduto la prova, sia con il metodo che gli altri utilizzano per gestire le difficoltà della verifica e scioglierne i nodi. La dimensione del lavoro tra pari non solo influenza la qualità della prova realizzata, ma fornisce agli studenti un’opportunità preziosa per una riflessione metacognitiva non facilmente riproducibile in altro modo.
  3. È un incentivo a finalizzare lo studio non solo al conseguimento di risultati individuali gratificanti, ma anche al raggiungimento di una preparazione all’altezza della situazione di collaborazione con i propri pari. Si va quindi ad agire sulla motivazione stessa all’apprendimento.

Non sfuggono i limiti delle verifiche collaborative. Per esempio si riduce la possibilità di una valutazione strettamente individuale, gli studenti possono sentirsi svantaggiati dall’associazione con alcuni compagni e magari bloccati in un giudizio di valore da parte del docente nel quale non si riconoscono a pieno.

Suggerimenti ed espedienti

Alcuni accorgimenti possono però contenere queste criticità, salvando gli aspetti positivi di questa modalità di verifica.

È importante che il docente ponga una cura particolare nel costituire gruppi omogenei per approccio allo studio e livello consueto di performance sulla base di precedenti valutazioni. Inoltre, se da un lato può risultare offuscata la precisione del docente nel misurare la preparazione del singolo studente, si apre la possibilità di osservare e valutare dimensioni trasversali come la competenza personale, sociale, imprenditoriale…

Infine, grazie a un’opportuna diversificazione delle prove nell’arco del periodo scolastico, la prova collaborativa fornirà uno solo degli elementi di valutazione che concorrono al voto finale, da integrare con esiti ricavati attraverso altre procedure di verifica.

Quanto alla percezione degli studenti, la costituzione dei gruppi di studenti deve essere accurata e diversificatanel tempo se si ha in mente di riproporre questo tipo di prova. Si suggerisce di accompagnare la comunicazione delle “formazioni” anche con parole che evidenzino i limiti di questa operazione perché nessuno si senta sottovalutato o fissato in un giudizio irrevocabile. Bisogna poi ricorrere a qualche escamotage per situazioni specifiche: nel caso di alunni che si conoscono più problematici nella collaborazione o di alunni che per le ragioni più svariate non abbiano seguito un percorso di preparazione pari a quello degli altri bisognerà ricorrere a formazioni più ampie per ridurre possibili svantaggi del gruppo e quindi anche le tensioni che potrebbero generarsi al suo interno. Bisogna anche avere qualche piano B per fronteggiare le eventuali assenze da mettere in atto all’impronta quando si registra la composizione effettiva della classe presente alla prova.

Occorre in ultimo prevedere, accanto al tempo di svolgimento della prova, anche quello della ricerca di un metodo comune di lavoro, di una sintonia nell’operare, di una discussione e negoziazione di approcci possibili.

Alcuni esempi

Soffermiamoci su due esempi tratti dalla pratica didattica di un Liceo scientifico, uno di carattere disciplinare e uno di impianto trasversale, riportati integralmente in allegato.

Dobbiamo somministrare la prova sommativa sul percorso di lettura del Purgatorio di Dante: ci sono molte conoscenze da testare e riflessioni da suggerire per verificare la crescita personale data dallo studio. Si potranno formulare domande, come quelle riportate nella verifica allegata, in cui su una richiesta di contenuto, per esempio: “Quali sono i meccanismi della purificazione nel Purgatorio?”, si innesta una riflessione sulle considerazioni che tali “dispositivi purificanti” permettono di fare rispetto all’uomo di oggi. Oppure, dopo aver chiesto il contenuto dell’invettiva del canto VI, si può invitare a compiere un esercizio simile in relazione alla propria contemporaneità.

Un altro esempio. Si deve proporre una prova che testi i risultati di apprendimento di un percorso pluridisciplinare di Educazione civica sulla criminalità organizzata in una classe di triennio della scuola superiore. Il compito di realtà è la prova più indicata per misurare i risultati di un percorso di educazione civica, che è tanto più efficace quanto più è in grado di stimolare comportamenti responsabili e critici, e che si è strutturato in incontri specifici con esperti, letture di libri, lezioni informative di storia etc. La verifica simula la partecipazione a un concorso indetto da un ente, per il quale viene richiesta la realizzazione di una locandina su cui proporre cinque azioni fondamentali per contrastare il fenomeno fornendo vincoli strutturali e contenutistici (per esempio utilizzare un numero definito di riferimenti alle esperienze vissute). Si predispone quindi un lavoro di coppia per creare un “libro aperto”, lasciando a disposizione appunti e libri letti per eventuali citazioni.

Gli effetti della collaborazione

L’effetto visibile del ricorso a prove di questo tipo è l’instaurarsi di un’atmosfera più serena, attraversata dalla fiducia nell’altro, ma non per questo meno intensa o culturalmente significativa, che si sostituisce al clima a volte teso e dominato da una diffidenza fra docente e studente. A dircelo sono le stesse ragazze e gli stessi ragazzi che, intervistati, argomentano confermando con le loro percezioni le considerazioni del docente. Si aggiunge il fatto che per i docenti è di grande conforto avere ragazzi che interagiscono e si confrontano con serietà e piacere su aspetti contenutistici, interpretativi e progettuali relativi agli argomenti di studio: un aiuto nell’arduo e importante compito che ha la scuola di educare le nuove generazioni al futuro.



Il contenuto di questo articolo è stato presentato nel corso del Convegno on line "A scuola si impara dai compagni" organizzato dal Centro Pisco-pedagogico per l'educazione e la gestione dei conflitti - Metodo Daniele Novara, che si è tenuto il 29 agosto 2024 e reperibile sul portale del CPP.