Dire, fare, insegnare
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Facciamo presente. Intervista con Irene Rinaldi

L’illustratrice di “Facciamo presente. Istruzioni d’artista per cambiare il futuro” ci racconta come ha lavorato a questo libro e al suo messaggio per un’arte collettiva e trasformativa.

Editoria 
22 maggio di: Redazione
copertina

Dopo aver scoperto con l’autore Francesco Spampinato come è nato Facciamo presente, il manuale di “istruzioni d’artista” che si ispira a pratiche artistiche contemporanee per suggerire a ragazzi e ragazze come trasformare il mondo con l’arte, abbiamo intervistato proprio l’artista che ha illustrato il libro: Irene Rinaldi.

1. Come è stato immaginare e creare questo libro, insieme a Francesco Spampinato e Topipittori?

Lavorare a questo libro è stato un lavoro collettivo, “due occhi dieci dita” come il nome della collana di cui il libro fa parte. C’è stato un grande scambio tra di noi per arrivare a una soluzione che fosse espressione di questa collaborazione. Per quanto riguarda il mio lavoro, ho cercato di interpretare l'intenzione del testo e la visione dell'editore approcciandomi al libro in maniera istintiva e giocosa.

È un libro molto diverso da quelli fatti precedentemente con Topipittori, sia come proposta che come struttura, quindi ho dovuto cercare un approccio completamente nuovo, sia grafico che narrativo. Ho lasciato che i personaggi e i luoghi venissero fuori dalla mia immaginazione senza filtri, ho costruito una città e una popolazione immaginaria che ho imparato a conoscere mentre disegnavo. Volevo dare l’idea di comunità senza però identificare un luogo o un gruppo di persone specifico, individui unici e strambi che si muovono insieme in spazi quasi astratti che ricordano la città, ma che non si legano a nessun luogo in particolare.

2. Nel libro si dice che chiunque può dare luogo ad azioni d’arte. Come artista, cosa significa per te questo messaggio?

Sono profondamene convinta che fare arte sia un’azione che può cambiare il presente e il futuro. Attraverso le diverse forme d’arte infatti possiamo coinvolgere la collettività e aumentare la consapevolezza delle persone intorno ai temi che ci interessano, proporre visioni alternative.

Fare arte significa dare spazio alla propria voce, ma anche osservare la realtà e farne esperienza, capire il presente e farlo proprio, sentirsi parte attiva e coinvolta della realtà in cui viviamo. Non credo quindi che il punto sia spiegare ai ragazzi cosa è arte e cosa non lo è, chi è un artista e chi no, ma fargli capire che attraverso l’arte, esprimendo sé stessi e la propria visione possono essere attivi nel mondo e cambiare le cose per sé e per la collettività.

3. Le tue illustrazioni rispecchiano la dimensione collettiva e creativa delle attività proposte nei testi. Ti riconosci in queste modalità di fare arte?

Ho iniziato a lavorare producendo da sola piccole edizioni e stampe, ho fatto parte di collettivi artistici e ho fatto conoscere il mio lavoro nei festival di autoproduzione e stampa indipendente. Questo modo di fare arte, in maniera spontanea, libera e collettiva è parte del mio background e della mia identità di illustratrice, per questo sono riuscita a trovare grande affinità con il progetto del libro.

L’arte partecipativa è sicuramente quella più vicina al mio mondo, ma trovo molto interessante anche la proposta dell’eco-futurismo: mi affascina l’idea di come renda evidente quanto immaginare il futuro possa cambiare la nostra visione del presente.

4. Come pensi possa essere usato concretamente questo libro dentro e fuori le scuole?

Il messaggio che vorrei arrivasse è che ragazzi e ragazze possono crearsi da soli gli strumenti e gli spazi per fare arte. Immaginazione e creatività danno possibilità infinite: un prato diventa un palco e una zucchina un flauto. Un altro messaggio che vorrei trasmettere è che loro azioni artistiche hanno lo stesso valore di quelle da cui le attività prendono spunto e che si trovano sui libri di storia dell’arte. Proprio come quelle esperienze artistiche, anche quelle che nasceranno nelle scuole sono espressione della realtà e identità dei ragazzi e allo stesso modo hanno il potere di intervenire nel presente e indicare una traccia per il futuro.

Concretamente, immagino che portare questo libro nelle scuole invitando gli studenti a sperimentare con le attività proposte nel testo porterebbe a creare orchestre vegetali e band del riciclo, facendo venire in mente qualche idea nuova ai musicisti, registi, performer e artisti che sono seduti tra i banchi di scuola.



Immagini: Topipittori, ©Irene Rinaldi