Dire, fare, insegnare
Dire, fare, insegnare
Dire, fare, insegnare

Il latino può essere inclusivo?

Una riflessione della prof.ssa Bortuzzo sulle modalità e opportunità dell’insegnamento del latino in studenti con disturbi specifici.

Metodologie  Inclusione  Secondaria 
24 marzo di: Jessica Bortuzzo
copertina

Negli ultimi anni, avendo a che fare con numerose scuole grazie al mio percorso di formatrice, mi è capitato di assistere a un aumento nella presenza di studenti con DSA anche nei licei che prevedono lo studio del latino. Spesso accade che non esistano particolari misure per supportare questo tipo di disturbi specifici, perché le lingue antiche, seppure oggetto di tanti studi e rivoluzioni metodologiche negli ultimi anni, hanno ancora una strada molto lunga per diventare inclusive.

Un esempio di esperienza in prima persona

Mi piace sempre portare l’esempio di una studentessa che ho avuto modo di seguire qualche anno fa, proprio durante il periodo della pandemia, che si era interrogata sul suo modo di apprendere e aveva capito che ciò che le veniva proposto in classe non le era di nessun aiuto per immagazzinare e saper mettere in pratica i concetti. Con lei, allora, abbiamo provato a lavorare sui suoi processi di apprendimento, per costruire strumenti adatti, per vedere cosa effettivamente funzionasse per passare dal sapere una regola al saper tradurre.

In primis, mi sono resa conto di quanto, ancora oggi nel 2025, pochissimi insegnanti permettano l’uso del dizionario digitale offline di latino. Durante la pandemia si era diffuso l’uso del dizionario Olivetti online, spesso impreciso e colmo di pubblicità disturbanti, che non è funzionale all’apprendimento, ma offriva una soluzione rapida a chi, per motivi clinici, non riusciva a consultare un dizionario tradizionale.

Segnalo, a questo punto, due dizionari validi:

  1. IL, il classico Castiglioni – Mariotti che ha accompagnato molti di noi fino all’Università: il costo è sicuramente inferiore della versione cartacea, non ha necessità della connessione a internet e funziona sia per dispositivi Android che ambienti IOS.
  2. VOLAT, prodotto dalla casa editrice Hoepli: il costo è decisamente inferiore, circa una ventina di euro. La grafica è molto diversa dal precedente e risulta di un pochino più complessa gestione.

L’importanza degli strumenti alternativi

Perché è necessario fornire questi strumenti?

A discapito di quanto si pensi e qualunque sia il disturbo indicato nella diagnosi, l’affaticamento dovuto alla ricerca delle parole diventa, nella maggior parte dei casi, il motivo principale di quel senso di sconfitta nei confronti della disciplina.

Inoltre, è importante insegnare a questi studenti la gestione di pochi ma significativi strumenti, che possono essere, ad esempio, una scaletta con i passaggi da seguire per tradurre una versione, una tabella delle declinazioni in cui siano evidenziati i casi che non subiscono variazioni (m nell’accusativo maschile e femminile, dativo e ablativo plurale) e le tabelle verbali.

Compensare, significa trovare la strada giusta. Questo, alla base, ha un principio fondamentale: io, da insegnante, di fronte a una dislessia, un disturbo misto delle abilità scolastiche, un ADHD, potrei, a volte, fornire anche l’intero libro di testo, eppure questi ragazzi potrebbero non arrivare alla soluzione del problema. Ve lo dico perché, negli anni, tanti insegnanti mi hanno rivelato la paura di una “copiatura” e la mia risposta è sempre la stessa: perché un ragazzo con DSA dovrebbe copiare e uno normodotato no?

Siamo noi docenti a dover vedere il lavoro domestico dei ragazzi (che si concretizza con la realizzazione di schemi e mappe) e strutturare, di conseguenza, delle prove che sappiano mettere in luce le reali abilità di uno studente. Dobbiamo lavorare sul contenuto, sul format della prova e sul fatto che non esistono prove di latino “facilitate per DSA”, esiste solo la garanzia di un apprendimento personalizzato sulla base delle esigenze del singolo.

Proposte e opportunità per docenti... e non solo

Un’opportunità, che a me personalmente ha aperto gli occhi su come si possano affrontare gli studi in maniera diversa, è quella rappresentata dall’accademia GRECOLATINO VIVO, che da anni si occupa di insegnare il latino seguendo il metodo Orberg.

Sul sito si possono scoprire tutte le possibilità, che sono sia di formazione personale per i docenti, sia di formazione su più livelli, come per le lingue straniere, per gli studenti: https://grecolatinovivo.it/.

Questo articolo vuole essere un’introduzione a una problematica ad oggi presente. Chiaramente, vorrei poter formare un gruppo di docenti che si interrogano sulle lingue classiche e condividono materiali e consigli proprio per avere come fine ultimo una scuola che abbia davvero al centro tutti i ragazzi e le ragazze, e che non trasformi una disciplina come qualcosa di esclusivo, ma renda tutto facilmente accessibile in base alle proprie possibilità di apprendimento.