Giuliana Disanto ha condiviso con Dire, fare, insegnare l'esperienza di scrittura poetica con il metodo Caviardage che ha sperimentato con la sua classe seconda della scuola primaria.
Primaria Ai miei alunni ho sempre detto di cercare la bellezza ovunque: nei loro gesti, nelle cose che mangiano, ascoltano, nei colori, nella natura. La bellezza spesso si nasconde ma c’è sempre, proprio come la poesia. Quando ho letto il libro di Tina Festa Trovare la poesia nascosta ho subito avvertito un senso di appartenenza speciale al testo. L’autrice vive a Matera, ama insegnare e ha una passione per l’arte. Tutta la sua persona si ritrova nel metodo di scrittura creativa che ha sviluppato: il Caviardage.
Il Caviardage è un metodo di scrittura poetica che aiuta a scrivere versi e pensieri attraverso un processo ben definito e alcune precise tecniche e strategie. Non si parte da una pagina bianca ma da testi già scritti: pagine strappate da libri, articoli di giornali e riviste, ma anche testi in formato digitale. Grazie alla contaminazione di svariate tecniche artistiche ed espressive (il collage, la pittura, l’acquarello) si dà quindi vita a poesie visive: piccoli capolavori che attraverso parole, segni e colori danno voce a emozioni a volte difficili da esprimere nel quotidiano.
Con la mia classe, una seconda di Scuola Primaria, ho deciso di proporre questa metodologia di scrittura all’interno del percorso scolastico degli alunni, non solo come conoscenza specifica di questa tecnica creativa ma anche per offrire loro un messaggio più ampio: intorno a noi esistono tanti scritti impersonali che possono però trasformarsi in bellezza personale.
Il metodo Caviardage permette infatti di portare alla luce emozioni profonde, di dipanarle e anche sdrammatizzarle, se è il caso. Tutto questo avviene con una sorta di illuminazione della parola, che diventa l’unità minima del caviardage, seguendo un processo che, attivando l’ascolto di ciò che si sente nell’attimo presente, permette di giungere a un preciso risultato.
Come ho lavorato? In occasione della Giornata della poesia (in allegato il report dell'esperienza didattica) ho diviso i bambini in coppie e ho consegnato loro testi diversi: fiabe, poesie, canzoni, pagine di sussidiario. Non dovevano leggerle tutte ma farsi trascinare dal loro intuito, dalla loro voce interiore, per “illuminare” con un colore solo le parole che in qualche modo li chiamavano. Successivamente ognuno di loro ha collegato le parole all’interno del testo, non necessariamente in ordine di apparizione. Questo ha condotto a un prodotto poetico personale: una poesia, un pensiero, un messaggio o un concetto che rifletteva il loro sentire in quel momento. Alla fine dell’attività la pagina è stata decorata e abbellita con elementi legati alla poesia che l’alunno aveva composto.
L’esperienza del Caviardage porta un insegnamento più grande del prodotto finale stesso: si tratta di trovare la spinta vitale e la bellezza in tutti i contesti, anche quando la vita sembra ridursi in macerie. Le parole possono così diventare una vera e propria luce che emerge nelle proprie mani.