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Insegnare a risolvere i problemi. Consigli per sviluppare il problem solving a scuola

L’apprendimento del problem solving è fondamentale sia in ambito scolastico sia nella vita quotidiana e non coinvolge solo la matematica, ma è un’abilità trasversale a molte discipline che può essere allenata a scuola. La psicoterapeuta Giulia Guardavilla ci racconta come in questo articolo.

Metodologie  Primaria 
25 novembre 2020 di: Giulia Guardavilla
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La capacità di risolvere i problemi è molto importante nel percorso educativo di uno studente; spesso viene presa in considerazione solo nell’insegnamento della matematica, materia nella quale emerge in modo evidente la presenza di un’eventuale difficoltà nelle abilità di problem solving. Alcuni studenti sono più abili di altri nella risoluzione dei problemi, ma, come ogni abilità, anche questa può essere insegnata e sviluppata attraverso esercizi e attività a scuola.

La risoluzione di un problema richiede diversi passaggi a livello cognitivo: il primo punto è la comprensione del problema. Se si utilizza come esempio un problema matematico, sicuramente il primo elemento da tenere in considerazione è il fatto che lo studente ne legga e comprenda il testo. Gli elementi che riguardano la comprensione sono l’individuazione delle informazioni importanti e di quelle superflue, il riconoscimento dei dati utili per la risoluzione del problema e delle domande a cui rispondere.

Per aiutare i bambini a sviluppare una migliore comprensione si possono svolgere esercizi in cui si debbano individuare le informazioni fondamentali e distinguerle da quelle che non sono utili, in modo da abituare i ragazzi a concentrare la loro attenzione solo sui dati che servono per la risoluzione del problema. Questa attività può essere svolta anche utilizzando testi differenti da quelli matematici perché l’individuazione delle informazioni rilevanti è importante in ambiti differenti, per esempio si possono utilizzare le istruzioni di un gioco, una ricetta o altri tipi di testo.

Per aiutare gli studenti nello sviluppo della capacità di comprensione, si può anche svolgere l’attività in modo contrario, cioè fornendo agli studenti i dati principali e chiedendo loro di scrivere il testo di un problema con la domanda finale. Per rendere l’attività più semplice inizialmente si può fornire ai bambini il testo del problema e chiedere loro di inventare la domanda, per poi complicare progressivamente la richiesta dando loro solo i dati. In questo modo si aiutano i bambini a capire quali sono gli elementi principali di un problema e in quale modo si costruisca la richiesta. Si possono anche presentare agli studenti testi che riportino sia problemi che non problemi e aiutarli a comprendere qual è la differenza e a catalogare in modo corretto un problema rispetto a un non problema.

Un’altra capacità fondamentale è saper mettere in relazione tutti gli elementi dell’esercizio, in modo da riuscire a rappresentarlo in modo schematico. Per aiutare i bambini a imparare a rappresentare i dati è importante abituarli fin da subito a ragionare su come si possono schematizzare e sintetizzare le informazioni importanti di un problema. La prima forma di rappresentazione che si può utilizzare è il disegno che è molto utile anche per rendere più concreta la situazione presentata da un problema; nel caso dei problemi matematici vale la pena di concedere ai bambini il tempo di rappresentare graficamente il quesito per aiutarli a visualizzare i dati e la richiesta. La forma grafica è l’esempio di rappresentazione più semplice, da questo si può passare poi a forme più schematiche; per allenare questa abilità si possono anche presentare schemi già fatti e chiedere agli studenti di scegliere il testo corretto a cui abbinarli.

I bambini dovrebbero poi imparare a inserire i problemi presentati in categorie, in modo da capire quando si trovano di fronte a una situazione simile ad altre che hanno già affrontato e risolto. In questo modo si aiuta a velocizzare il processo risolutivo e ottimizzare le risorse cognitive. Per allenare questa abilità si possono presentare problemi differenti e chiedere di raggruppare insieme quelli che appartengono alla stessa categoria e si risolvono in modo simile. Imparare a categorizzare è molto utile anche in altre discipline perché permette di non dover iniziare ogni volta il ragionamento da capo e seguire un iter che è stato precedentemente memorizzato e sperimentato.

La risoluzione di un problema richiede poi un processo di pianificazione delle azioni da svolgere, riflettendo sulle azioni da compiere e sulla loro corretta sequenza. Per insegnare a pianificare è importante che inizialmente l’insegnante espliciti tutti i passaggi descritti precedentemente, in modo da fornire agli studenti un percorso che possano seguire. Si può anche rappresentare graficamente la sequenza di azioni che i bambini devono compiere per risolvere il problema, partendo dal leggere il testo con attenzione, fino ad arrivare a individuare le operazioni corrette e la risposta alla richiesta. Inizialmente si può anche lavorare elencando le azioni da compiere per arrivare alla risoluzione e lasciando agli studenti il compito di ordinarle nella sequenza corretta, in modo che imparino un corretto modo di ragionare. Il percorso da seguire nella risoluzione dovrebbe con il tempo diventare una serie di autoistruzioni che il bambino interiorizza e utilizza in autonomia ogni volta che si trova di fronte a una situazione che richiede il problem solving.

Questa attività aiutano gli studenti a risolvere in modo più semplice i problemi matematici, ma in generale li aiutano a diventare migliori risolutori di ogni genere di problema.