L'insegnamento per livelli richiede organizzazione e impegno. In questa seconda parte scopriamo come metterlo in pratica.
Metodologie  Inclusione Il metodo di insegnamento per livelli richiede una grande organizzazione del materiale e del lavoro da parte dell’insegnante. Possiamo applicarlo inizialmente solo ad alcuni argomenti, quelli in cui ci viene più facile individuare i livelli diversi di lavoro, e poi, piano piano negli anni, estenderlo ad altre parti del nostro programma. Questo metodo di lavoro richiede tre elementi fondamentali:
Per quanto riguarda il materiale, è chiaro che la lezione a livelli prevede che l’insegnante prepari per ogni attività tre proposte diverse. Farlo è più facile di quel che sembri, sebbene risulti molto impegnativo in termini di tempo. Per organizzare i materiali vi basterà scegliere tre studenti di livelli diversi nella classe e pensare di stare preparando una lezione individuale e fortemente personalizzata per ognuno di loro. Automaticamente, avrete quindi tre set di esercizi di livello diverso, tre tipi di spiegazione dell’argomento diverse e anche tre tempistiche di lavoro diverse. Questi sono i tre livelli (base, intermedio e avanzato) che normalmente ci sono in tutte le classi.
Per la trasparenza con gli studenti, dovrete far appello alle vostre migliori risorse di comunicazione empatica: è importante che le parole con cui annunciate alla classe che state per differenziare le attività non sottintendano un giudizio nei confronti di nessun gruppo, né tanto meno delle aspettative pressanti nei confronti di un altro. Fate presente che la divisione per livelli è un modo per aiutare tutti e non trascurare nessuno, e che ha lo scopo di dare a ciascuno le giuste attenzioni e le giuste risorse per sviluppare a pieno il proprio potenziale. Infine, sottolineate che raggiungere il livello avanzato di lavoro non è ciò che vi aspettate da loro.
Questa premessa sarà fondamentale per evitare frustrazioni, invidie o ansia da confronto. Perciò, quando affronto il discorso dei tre livelli nelle mie classi non parlo di livelli ma di tipi diversi di lavoro, identificandoli con i termini “facile”, “intermedio” e “difficile”, focalizzandomi soprattutto sulle emozioni che questi termini provocano negli studenti e chiedendo a loro di scegliere quello che più li fa sentire a loro agio in quel momento, in quell’argomento e per quella lezione.
In pochi casi mi è successo di dover fare correzioni nella scelta del livello. La strategia migliore per operare questi cambi di livelli è comunque sempre la comunicazione e la trasparenza, lasciando che gli studenti si misurino con il livello che hanno scelto e facendo poi, in un secondo momento, qualche chiacchiera metacognitiva con loro sui risultati che hanno ottenuto in quel gruppo e quali invece non hanno ottenuto.
Dulcis in fundo: la disciplina. Non è possibile lavorare per livelli se in classe non avete un clima collaborativo, costruttivo, educato e disciplinato. Il fatto che i livelli siano tre e l’insegnante uno solo implica che, durante la lezione, solo un gruppo di studenti alla volta sarà sotto l’osservazione dell’insegnante, e che quindi gli altri due dovranno essere in grado di lavorare in maniera silenziosa e autonoma anche quando il docente gira loro le spalle.
Dividere gli studenti fisicamente in gruppi di lavoro spesso aiuta, ma può rendere la lezione caotica. Una buona via di mezzo può essere quella di sfruttare le file di banchi, assegnando a ogni fila un livello diverso e quindi riposizionando gli studenti – a inizio lezione – nella fila che più si confà a ciascuno di loro. In questo modo, quando dovrete spiegare o dare nuove consegne ad uno studente di un particolare livello, avrete molto vicini anche i restanti studenti di quel livello, che potranno facilmente ascoltare.
Se rimescolare gli studenti all’interno della classe non vi sembra una buona idea, per i più svariati motivi, è comunque possibile far lavorare ogni studente autonomamente al proprio livello e al proprio posto. Si tratta semplicemente di fornire materiale (fotocopie, elenco di esercizi sul libro, video ecc) dei tre livelli a tutta la classe e chiedere a ogni studente di scegliere il proprio. Questa strategia, eliminando completamente il confronto con gli altri, aiuta molto gli studenti a prendere coscienza del livello che più gli si confà e può essere una buona strategia in classi in cui ci sono rivalità o un clima non inclusivo e accettante.
Supponiamo di voler lavorare in classe con le strategie di calcolo rapido a mente. Questa competenza si basa su dei prerequisiti fondamentali, senza i quali non solo l’argomento in questione sarebbe inutile, ma affrontarlo in classe sarebbe poco efficace e oltremodo frustrante per gli studenti.
Questa analisi dei prerequisiti necessari a un determinato argomento è applicabile a qualsiasi materia e ci porta a definire il livello base di lavoronella classe. In base a questo, scegliamo quindi un ridotto numero di esercizi che consideriamo di livello base, proponiamoli alla classe sotto forma di lavoro in autonomia e restiamo a osservare come reagiscono gli studenti. Tornando all’esempio della matematica, somministrerò alla classe dieci operazioni da svolgere in colonna in maniera autonoma. Nel giro di poco, si osserveranno almeno tre possibili effetti:
Per individuare con precisione questi tre livelli, non basta sottoporre agli studenti una sola serie di esercizi sui prerequisiti. Ritornando all’esempio del calcolo a mente, lo step successivo consiste nel somministrare ai gruppi, man mano che finiscono, un’ulteriore serie di esercizi che si basa sui risultati raggiunti nel primo step. Nell’esempio specifico, si tratterebbe di:
I livelli si possono applicare anche nella fase di spiegazione di un argomento. Le tecnichesono diverse, ma anche in questo caso premiano nella qualità del risultato raggiunto: gli studenti più fragili si sentono accuditi e considerati, così come le eccellenze non si sentono trascurate. Questo migliora notevolmente il clima scolastico e il rapporto insegnante-studente. Inoltre, dà a tutti la possibilità di instaurare un rapporto affettivo con l’altro, influenzando positivamente la collaborazione e il rispetto all’interno della classe.