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Intelligenza artificiale e didattica digitale a Didacta 2023. Intervista con Giovanni Biondi

Il Responsabile scientifico di Didacta Italia ci ha portato alla scoperta dei temi principali del programma della sesta edizione della Fiera, tra ambienti innovativi di apprendimento, intelligenza artificiale e sostenibilità.

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28 febbraio di: Giovanni Biondi
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Anche quest’anno a Fiera Didacta Italia, dall’8 al 10 marzo alla Fortezza da Basso di Firenze, si torna a parlare di innovazione didattica attraverso i numerosi eventi formativi proposti nel programma: ce ne ha parlato Giovanni Biondi, Responsabile scientifico di questa sesta edizione di Didacta Italia.

Quali sono i temi attorno ai quali si sviluppa il programma scientifico di Didacta 2023?

Gli eventi in programma quest’anno sono più di 350, e a meno di due settimane dall’inizio della fiera sono già saturati all’81%: contiamo di arrivare al 100%! È un successo inatteso: le edizioni precedenti erano andate molto bene, ma eravamo arrivati a coprire gli eventi per circa il 70%.

Gli eventi spaziano dalle tematiche specifiche della filiera degli alberghieri ad argomenti didattici più generali, per esempio la valutazione, e riguardano le scuole dalla fascia 0-6 fino all’ITS. In questa varietà di appuntamenti, quello che rimane fisso nel format di Didacta è la proposta di novità per quanto riguarda gli ambienti e i modi di fare formazione.

Quest’anno ci saranno due nuove aule immersive. La prima ospiterà momenti specifici di formazione in diverse discipline declinati su vari livelli scolastici: l’intera aula cambierà a seconda dell’argomento trattato, per esempio per la formazione di Scienze le pareti mostreranno il sistema solare e i pianeti, che diventeranno interattivi. Verrà così mostrata un’esperienza di insegnamento diversa dalla lezione frontale e in cui si usano linguaggi diversi, da quello orale (la voce dell’insegnante) a quello visivo e sonoro. Questa modalità coinvolgerà soprattutto gli studenti della scuola primaria e della secondaria di 1° grado portandoli nell’Universo, nell’antico Egitto o dentro una cellula.

L’altra aula è invece dedicata al metaverso, che abbiamo intitolato “Si va verso il metaverso”: si tratta infatti di una dimensione che ancora non ha sviluppato contenuti specifici per la scuola, ma che è una frontiera molto interessante per la didattica, foriera di tante opportunità e possibilità. I ragazzi, usando degli appositi occhiali, potranno esplorare questo spazio e trattare anche tematiche sociali, collaborando tra loro a distanza.

In quali spazi saranno ospitati gli eventi formativi?

In questa sesta edizione ci saranno 5 dipartimenti – dipartimento 0-6, umanistico, artistico, scientifico e uno dedicato alle biblioteche – arredati e costruiti nell’ottica di un nuovo modo di fare didattica. Non ci sono i banchi, ma sono pensati come ambienti di apprendimento molto articolati e funzionali alle attività che vi sono svolte, con alcuni elementi in comune. Per esempio uno spazio simile a un’agorà, che nel dipartimento artistico è un palcoscenico, in quello umanistico è un’aula debate mentre nel dipartimento 0-6 è uno spazio declinato in un modo completamente diverso.

Anche il dipartimento delle biblioteche ha una struttura innovativa, con un’impostazione diversa dall’idea tradizionale di “scaffali con i libri”, che qui… non ci sono. Un’altra area della fiera è invece dedicata all’edilizia scolastica e si rivolge a un pubblico più ampio, in particolare agli amministratori locali, agli ingegneri, agli architetti, a chi si occupa di utilizzare i fondi del PNRR per la scuola. In questo spazio, sia espositivo sia formativo, si parlerà anche di sostenibilità, efficienza energetica e accesso a Internet.

Altre aree saranno quella dedicata agli istituti alberghieri, con uno spazio operativo (una cucina dove gli insegnanti potranno sperimentare), quella tematica sullo sport, attrezzata e a disposizione dei partecipanti alle attività formative “in movimento”, e la nuova area green, in cui si affronteranno i temi della sostenibilità e dell’educazione ecologica.

Si parlerà anche di chat GPT?

Sì, ci saranno degli eventi che faranno riferimento alla chat GPT, oggi è al centro di numerosissime polemiche: le università americane l’hanno vietata ai loro studenti. La chat GPT è una cartina di tornasole che evidenzia un difetto del modello scolastico, cioè quello di essere troppo centrato sui contenuti.

Nel momento in cui non chiedo allo studente di raccogliere semplicemente informazioni ma di collegarle tra loro, usando quindi un pensiero critico per interpretarle, allora la chat GPT non può sostituirsi al suo lavoro. Non dobbiamo aver paura dell’intelligenza artificiale e di strumenti come questo, perché non fanno altro che automatizzare le funzioni più semplici, come avviene per tutti i lavori ripetitivi oggi sostituiti dalle macchine. La scuola dovrebbe fornire invece un diverso tipo di educazione, superando l’impianto nozionistico.

Come si sono evolute le esigenze dei docenti nel 2023?

Grazie al PNRR, le scuole hanno a disposizione molte possibilità e fondi per cambiare il modo di fare scuola: per fare questo è necessario partire dalla formazione dei docenti. I docenti non sono nativi digitali, per definizione anagrafica. Vengono da un mondo analogico: hanno studiato sui libri, hanno fatto gli esami sui manuali, ma oggi si trovano di fronte a tutte queste opportunità digitali che scardinano i loro punti di riferimento della lezione frontale. È necessario cambiare rotta. Per questo Didacta propone momenti formativi, workshop ed esperienze immersive: i tre giorni a Firenze saranno fondamentali per sperimentare, provare e immaginare una scuola diversa.