Annarita Lozito propone due attività complementari per la scuola primaria utili a sensibilizzare sul consumo di acqua.
Metodologie Sin dall’antichità l’acqua è sempre stata considerata una fonte indispensabile di vita. Le prime grandi civiltà hanno conosciuto il loro sviluppo sull’acqua. I fiumi Tigri ed Eufrate, il fiume Giallo, il Nilo e il fiume Indo furono risorse fondamentali per le popolazioni che costruirono canali e dighe per i loro villaggi.
Oggi il consumo di acqua è aumentato in modo esponenziale. Sappiamo che l’acqua è un bene limitato e che solo circa il 2,5% presente sulla terra è dolce, pertanto è un bene da salvaguardare e da non sprecare. È ormai urgente sensibilizzare su questo tema tutti gli alunni, sin dalla scuola primaria. Pertanto si potrebbe realizzare un’unità didattica di apprendimento pluridisciplinare in cui siano previsti per i bambini alcuni compiti di realtà, cioè esperienze dirette o attività laboratoriali.
Si può partire dallo studio delle civiltà dei grandi fiumi e raccontare le diverse tecniche di sfruttamento dell’acqua attraverso fonti iconografiche, documenti e materiali antichi.
Sarebbe poi indispensabile spostare l’attenzione sullo sfruttamento e sulla distribuzione dell’acqua ancora oggi non equa nel mondo, proponendo ricerche su grafici o carte tematiche che spieghino la situazione attuale. In questa fase i ragazzi scoprirebbero che le principali cause della distribuzione non equa sono da rintracciare nel fenomeno del cambiamento climatico, nell’inquinamento e altri motivi concatenati.
Dopo un’attenta analisi dell’obiettivo 6 dell’agenda 2030 che ha l’obiettivo di “garantire a tutti la disponibilità e la gestione dell’acqua e delle strutture igienico sanitarie”, il lavoro in classe potrebbe continuare studiando l’argomento più da vicino e mettendo a fuoco quello che succede nella vita familiare di tutti i giorni.
A questo punto si proporranno due compiti di realtà in cui si dovrà calcolare la propria impronta idrica, cioè il consumo diretto e indiretto di acqua dolce utilizzata per produrre beni e servizi. Per calcolare il consumo diretto, cioè l’acqua utilizzata in casa, si potrà compilare una scheda proposta dall’insegnante con domande sulle abitudini domestiche:
Un secondo lavoro verterà sul consumo indiretto, cioè sull’utilizzo di acqua necessario per produrre un alimento, un vestito o prodotti industriali. Se ci soffermeremo sugli alimenti la domanda a cui rispondere potrebbe essere: quanta acqua mangi? I ragazzi in questo caso avranno il compito di compilare una tabella su cui segnare quello che mangiano a colazione, a pranzo e a cena per una settimana.
Successivamente dovranno trovare su siti specifici quanta acqua è presente negli alimenti che consumano. Si accorgeranno ad esempio che per 150 gr di carne di manzo sono stati utilizzati circa 2500 litri di acqua, mentre per un pomodoro circa 15 litri. I ragazzi quindi saranno in grado di compilare una nuova tabella, confrontarla con la prima e stilare un piano di alimentazione a basso consumo idrico.
Lo stesso lavoro si potrà realizzare con i vestiti. Queste informazioni, una volta acquisite, potranno essere diffuse all’interno della scuola attraverso la realizzazione di volantini che affrontino il problema dello spreco dell’acqua e le soluzioni per limitarlo il più possibile.
Un sito di riferimento per calcolare la nostra impronta idrica è: https://www.waterfootprint.org/resources/interactive-tools/