Dire, fare, insegnare
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L'educazione finanziaria: come inserirla a scuola?

Presentiamo il dottor Maurizio Liuti, direttore marketing e comunicazione in CRIF, che ha ideato un progetto di educazione finanziaria rivolto a giovani e famiglie, ma che si apre anche al mondo della scuola.

Esperienze di insegnamento 
25 settembre 2019 di: Maurizio Liuti
copertina

Cosa si intende per educazione finanziaria?

L’educazione finanziaria, secondo l’OCSE, è quel processo mediante il quale i consumatori e gli investitori migliorano le proprie cognizioni riguardo a prodotti, concetti e rischi in campo finanziario e, grazie a informazioni, istruzione e/o consigli imparziali, sviluppano le abilità e la fiducia nei propri mezzi necessarie ad acquisire maggiore consapevolezza delle opportunità e dei rischi finanziari, a fare scelte informate, a sapere dove rivolgersi per assistenza e a prendere altre iniziative efficaci per migliorare il loro benessere finanziario. Prendendo spunto da questa definizione credo sia importante sottolineare la necessità di trasmettere non solo nozioni di base ma, soprattutto, di fornire una risposta quanto più possibile concreta e puntuale alle esigenze delle persone che si trovano a dover prendere decisioni, riducendo lo stress che un insufficiente livello di informazione spesso determina.

In cosa consiste il progetto “Faccio tesoro”?

Per raggiungere il maggior numero di persone e intervenire con la massima efficacia sul loro processo apprendimento, superando anche alcuni bias cognitivi grazie alla modalità di presentazione dell’informazione, CRIF ha puntato su un format multimediale che ha messo al primo posto la semplicità e la facilità di accesso. Nello specifico, il sito www.facciotesoro.it ospita tutti i contenuti dell’iniziativa: 6 sit-com finalizzate a favorire l’identificazione di alcuni fase della vita che caratterizzano le famiglie (l’acquisto della casa o di un bene importante come un’auto, l’ingresso nel mondo del lavoro, la gestione delle proprie finanze, ecc.) abbinate a circa 40 video di approfondimento dedicati ai temi di maggiore interesse nella popolazione, organizzati per categorie, quali: Casa e mutuo, Chiedere un prestito, Budget e credito, Carte di pagamento, i Processi di valutazione da parte degli istituti di credito.

Perché è importante inserire l’educazione finanziaria nei programmi scolastici?

Da diverse indagini condotte negli ultimi anni risulta che il livello di cultura finanziaria degli italiani è assai modesto, al punto che il nostro Paese si colloca all’ultimo posto tra i paesi OCSE e al penultimo tra i paesi G20, davanti solamente all’Arabia Saudita. Per migliorare il livello di alfabetizzazione della popolazione e creare una maggiore consapevolezza sui temi del credito e della gestione delle finanze personali, sarebbe quindi fondamentale favorire la conoscenza dei concetti chiave, degli strumenti a disposizione e del loro utilizzo fin dalla giovane età. Fare un significativo passo in avanti sul fronte delle competenze finanziarie deve rappresentare un obiettivo concreto e urgente per il nostro Paese.

In quale modo si potrebbero coinvolgere gli studenti nello studio degli argomenti legati alla finanza?

Personalmente ritengo che gli studenti siano molto aperti ad approfondire la conoscenza di questi argomenti visto che, quanto meno a partire dall’adolescenza, rappresentano aspetti di vita quotidiana. Basti pensare banalmente alla gestione della ‘paghetta’, alla pianificazione di acquisti di un certo impegno o al crescente utilizzo delle carte di debito e delle prepagate per lo shopping negli esercizi commerciali tradizionali e su internet. Senza dimenticare aspetti come la protezione da truffe e furti di identità. Evidentemente è più facile riuscire a coinvolgerli utilizzando un linguaggio quanto più possibile semplice e comprensibile e strumenti di divulgazione per loro abituali, come appunto i video.

A partire da quale età si possono iniziare a introdurre temi legati all’economia e alla gestione delle risorse finanziarie?

Quasi la metà delle iniziative di educazione finanziaria lanciate in Italia nell’ultimo anno era destinata alla scuola. Tra queste, la maggioranza era focalizzata sulle scuole superiori anche se non mancavano le iniziative dedicate agli studenti della scuola secondaria di I grado e della primaria. Nell’ambito dei progetti dedicati agli studenti c’è stata una distribuzione abbastanza equilibrata di contenuti dedicati alla pianificazione e gestione delle finanze personali, alla gestione dei pagamenti e al sistema economico-finanziario più in generale.

È a conoscenze di esperienze di questo tipo all’interno della scuola in Italia?

Uno degli aspetti che in Italia caratterizza l’educazione finanziaria è la grande frammentazione delle iniziative promosse da attori diversi, dalle Istituzioni agli istituti di credito, dalle associazioni di consumatori agli operatori di settore. Purtroppo il numero medio di soggetti raggiunti dalla maggior parte delle iniziative risulta estremamente contenuto; per questo siamo molto felici che i video di Faccio Tesoro siano riusciti a ottenere un significativo riscontro di pubblico, con oltre mezzo milione di visualizzazioni in poco più di un mese e mezzo dal lancio tra sito e YouTube. Il fatto, poi, che alcuni insegnanti ci chiedano di poterli utilizzare come materiale didattico per introdurre queste tematiche ai loro studenti ci gratifica ulteriormente.