Dire, fare, insegnare
Dire, fare, insegnare
Dire, fare, insegnare

L'ora di teatro per combattere l'analfabetismo emotivo

L'ISC "Cestoni" di Montegiorgio (FM) ha adottato un percorso di didattica teatrale per far "riscoprire" ai ragazzi e alle ragazze le proprie emozioni.

Metodologie  Secondaria 
11 dicembre 2023 di: Alessandra Pernolino
copertina

La decima ora è dedicata all'approfondimento di materie letterarie. Spesso viene gestita dal docente di lettere, altre volte viene affidata a un docente che entra in aula soltanto per quell’ora. Che si tratti dell’uno o dell’altro caso, chi entra in contatto con la classe ha il compito di progettare un percorso di apprendimento. Non è prevista valutazione per l’approfondimento, ma il docente, se non si tratta dello stesso che ha già altre ore di lettere, fornisce al collega elementi utili di valutazione che confluiscono, di fatto, nel voto di italiano.

Ogni scuola sceglie, in virtù dell’autonomia, come impiegare quest’ora. In alcuni istituti si opta per la narrativa, in altri per l’avviamento al latino, in altri ancora, per la poesia e, in alcuni, si demanda al consiglio di classe o al singolo docente la decisione.

Il teatro per riscoprire le emozioni

A partire da quest'anno scolastico, l’ISC “Cestoni” di Montegiorgio (FM) sceglie con delibera unanime del collegio dei docenti di sperimentare l’ora di teatro in tutte le classi e plessi della scuola secondaria di I grado. La premessa risiede nella convinzione che la didattica teatrale possa scardinare l’analfabetismo emozionale degli alunni adolescenti che, bombardati precocemente dalla realtà virtuale dei social, hanno perso di vista il proprio “sentire” reale.

L’ora di teatro è una fucina di idee. Non tutti i docenti sono pronti per gestire un laboratorio vero e proprio, né l’obiettivo principale dev’essere rappresentato dall’allestimento di uno spettacolo. Il punto di partenza è per tutti il medesimo: sono docenti di lettere. Conoscono, quindi, la letteratura ed i testi teatrali di cui essa è ricca.

Ogni docente può avvalersi dello “strumento teatrale” secondo il proprio stile e in base alle proprie competenze, gestendo l’ora di teatro attraverso un’attività di laboratorio “attivo” (esercizi di scrittura creativa di un copione teatrale, esperienze di improvvisazione, messa in scena di un copione), “di fruizione” (lezione su cenni di storia del teatro, lezione di letteratura a partire dalla lettura di stralci di copioni teatrali, fruizione di spettacoli registrati o parte di essi, visione di film tratti da opere teatrali) o “misto”, mixando le precedenti opzioni.

Un percorso per alunni e docenti

I docenti, nel frattempo, iniziano un percorso formativo. Alessandro Stellacci e Francesca Magistroni di “Arte Connessa” vengono ingaggiati per realizzare due giornate di laboratorio intensivo durante le quali i professori apprenderanno in maniera pratica come trasformare l’ora di teatro in un’occasione pedagogica a trecentosessanta gradi, oltre a sperimentare metodologie e strategie di conduzione di un laboratorio teatrale per ragazzi.

Gli esperti formatori lavorano nella palestra della scuola. Venti docenti, in tuta, si mettono in gioco. Si realizza qualcosa di “magico”. Il laboratorio prende vita e, con esso, i docenti. Non si tratta di imparare tecniche attoriali, né di mostrare talenti nascosti, si tratta di imparare a muoversi nello spazio, prendere coscienza del proprio corpo, entrare in contatto con l’altro, sviluppare empatia, controllare emozioni, gestire espressioni, cercare lo sguardo.

Si tratta di constatare come il gruppo si trasformi da una serie di individui in un insieme di persone. Non esiste chi sa fare e chi non sa fare. Esiste solo la curiosità di mettersi alla prova. Nel gruppo non c’è giudizio perché ci si mette a nudo per ciò che si è. Nel gruppo si impara gli uni dagli altri perché il teatro è conoscenza di sé e dell’altro, interpretazione di emozioni reali, immedesimazione. Nei docenti si fa largo il pensiero che tutto questo funzioni perché ne sperimentano gli effetti su sé stessi.

Alessandro e Francesca, lui regista, lei musicista, entrambi attori, professional coach e fondatori di “Arte Connessa” sono autori di un momento di crescita professionale straordinaria e autentica, che emerge nelle parole dei docenti a commento delle giornate: “È stata un'esperienza da ripetere, stimolante e piacevole. I due formatori sono stati capaci di metterci in gioco con fermezza e competenza, ma allo stesso tempo con cura, grazia e gentilezza. La modalità di conduzione completamente laboratoriale ha favorito lo sviluppo di competenze direttamente spendibili con i nostri studenti, non senza riferimenti e richiami teorici o spunti per ulteriori approfondimenti”.

Tutti gli studenti, nell’arco dell’anno scolastico, saranno fruitori di spettacoli teatrali dal vivo. Le classi prime, inoltre, saranno coinvolte in un progetto, cofinanziato da M&G Scuola Pallavolo e Fondazione Carifermo, che consisterà in un laboratorio intensivo di sei ore per classe, tenuto da esperti dell’Associazione “Proscenio Teatro”, e che offrirà ai giovani alunni la possibilità di “allenarsi”, attraverso la didattica teatrale, per sviluppare la coscienza di sé, per facilitare la scoperta delle proprie peculiarità e potenzialità, lo sviluppo armonico del rapporto mente-corpo, l'incontro con gli altri, il lavoro di squadra, per comprendere il concetto di fiducia e di “scarto” come deviazione, opportunità, occasione.

L’ora di teatro, al primo sguardo, poteva sembrare un progetto ambizioso e di complessa realizzazione. Le partenze, però, si sa, a volte, sono in salita e richiedono sforzo, sacrificio, tenacia. Oggi, siamo solo alle battute iniziali del percorso, ma ciò che si intravede è un’opportunità di crescita sia per i nostri alunni che per i loro docenti, che hanno ben compreso che le nuove generazioni portano con sé nuove sfide educative e che per vincerle occorre un’ulteriore dose di “cura” e di “cuore”.