Dire, fare, insegnare
Dire, fare, insegnare
Dire, fare, insegnare
  • Home
  • Didattica
  • “La comunità nazionale che è comunemente definita patria”: una lezione di educazione civica

“La comunità nazionale che è comunemente definita patria”: una lezione di educazione civica

In occasione del processo «Open Arms» Pierpaolo Scaramuzza approfondisce alcuni concetti tra cui quello di “patria”, partendo da una lettura della lettera del 1965 di Don Lorenzo Milani ai cappellani militari.

Metodologie  Secondaria 
21 ottobre di: Pierpaolo Scaramuzza
copertina

La proposta didattica qui presentata coglie l'occasione del processo «Open Arms» per approfondire in particolare il concetto di "patria". Partendo da un'analisi della lettera di Don Lorenzo Milani ai cappellani militari (1965) vengono tenute in considerazione le nuove indicazioni del governo sull’educazione civica.

Nelle nuove Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica (settembre 2024) si mettono in luce tre nuclei concettuali: “Costituzione”, “Sviluppo economico e sostenibilità”, “Cittadinanza digitale”.

I tre concetti vengono esposti in maniera articolata in relazione al primo e al secondo ciclo di istruzione, però all’interno del curricolo il primo argomento occupa uno spazio privilegiato in quanto “tema primario e fondante” (p. 6): la sua conoscenza è per il legislatore il fondamento dell’educazione civica (p. 2).

In questo veloce contributo non intendiamo ripercorrere tutto il testo (23 pagine), ma ci concentriamo esclusivamente sul concetto di patria. Proponiamo quindi alcuni estratti dalla parte introduttiva e i traguardi 1 e 2 inerenti al nucleo concettuale “Costituzione”.

La «patria»

Riportiamo dalla parte introduttiva (Principi a fondamento dell’educazione civica) un primo passaggio significativo:

“Le Linee Guida per l’insegnamento dell’educazione civica offrono una cornice efficace entro la quale poter inquadrare temi e obiettivi di apprendimento coerenti con quel sentimento di appartenenza che deriva dall’esperienza umana e sociale del nascere, crescere e convivere in un Paese chiamato Italia. È in tale realtà geografica ed esperienziale insieme che il bambino comincia a rappresentare se stesso e se stesso in relazione al mondo” (p. 3).

E subito dopo:

“L’educazione civica può proficuamente contribuire a formare gli studenti al significato e al valore dell’appartenenza alla comunità nazionale che è comunemente definita Patria, concetto che è espressamente richiamato e valorizzato dalla Costituzione. Rafforzare il nesso tra il senso civico e l’idea di appartenenza alla comunità nazionale potrà restituire importanza, fra l’altro, al sentimento dei doveri verso la collettività, come prescritto dall’articolo 2 della Costituzione, nonché alla coscienza di una comune identità italiana come parte, peraltro, della civiltà europea ed occidentale e della sua storia, consapevolezza che favorisce un’autentica integrazione” (p. 3).

Il concetto viene poi ulteriormente declinato nello svolgimento del primo nucleo concettuale (“Costituzione”):

“Anche i concetti di legalità, di rispetto delle leggi e delle regole comuni in tutti gli ambienti di convivenza (ad esempio, il codice della strada, i regolamenti scolastici) rientrano in questo primo nucleo concettuale, come pure la conoscenza dell’Inno e della Bandiera nazionale, come forme di appartenenza ad una Nazione, la conoscenza dell’Inno e della Bandiera europei come appartenenza ad una civiltà comune con i popoli europei, la conoscenza della Bandiera della regione e dello Stemma del comune, come appartenenza ad una comunità e ad un territorio che contribuiscono a formare la Repubblica” (p. 4).

Nella seconda parte viene svolta la presentazione per traguardi e obiettivi di apprendimento, che sono suddivisi in relazione ai tre nuclei concettuali (separatamente per i due cicli di istruzione).

Per il nucleo concettuale “Costituzione” citiamo due traguardi (n. 1-2) e, per quanto riguarda gli obiettivi per la Scuola secondaria di primo grado, riportiamo solo quelli in cui emerge il tema che ci interessa:

Traguardo per lo sviluppo delle competenze n. 1: Sviluppare atteggiamenti e adottare comportamenti fondati sul rispetto di ogni persona, sulla responsabilità individuale, sulla legalità, sulla consapevolezza della appartenenza ad una comunità, sulla partecipazione e sulla solidarietà, sostenuti dalla conoscenza della Carta costituzionale, della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea e della Dichiarazione Internazionale dei Diritti umani.

Obiettivo di apprendimento:

  • Identificare nella vita scolastica, familiare o di prossimità comportamenti idonei a tutelare: i principi di eguaglianza, solidarietà, libertà e responsabilità, la consapevolezza della appartenenza ad una comunità locale, nazionale, europea. Partecipare alla formulazione delle regole della classe e della scuola.

Traguardo per lo sviluppo delle competenze n. 2: Interagire correttamente con le istituzioni nella vita quotidiana, nella partecipazione e nell’esercizio della cittadinanza attiva, a partire dalla conoscenza dell’organizzazione e delle funzioni dello Stato, dell’Unione europea, degli organismi internazionali, delle Regioni e delle Autonomie locali. Essere consapevoli dell’appartenenza ad una comunità, locale e nazionale.

Obiettivi di apprendimento:

  • Conoscere il valore e il significato della appartenenza alla comunità locale e a quella nazionale e sapere spiegare in modo essenziale la suddivisione dei poteri dello Stato, gli Organi che la presiedono, le loro funzioni, la composizione del Parlamento. Sperimentare le regole di democrazia diretta e rappresentativa.
  • Conoscere la storia e il significato della bandiera italiana, della bandiera della regione, della bandiera dell’Unione europea e dello stemma comunale; conoscere l’inno nazionale e la sua origine; conoscere l’inno europeo e la sua origine.
  • Approfondire la storia della comunità locale. Approfondire la storia della comunità nazionale.
  • Approfondire il significato di Patria e le relative fonti costituzionali (articolo 52).

Sottolineiamo ancora una volta che abbiamo selezionato tra gli obiettivi solo quelli legati al concetto di “patria”.

«La patria» a scuola

Per lavorare in terza media sul concetto di «patria» il corso di storia del Novecento offre molteplici occasioni. Qui di seguito facciamo alcuni esempi, limitandoci a segnalare data e area tematica:

  • 1914-1918 (la prima guerra mondiale);
  • 1922-1943 (il fascismo al potere);
  • 1936-1939 (la guerra civile spagnola);
  • 1943-1945 (la resistenza);
  • 1969-1980 (lo stragismo).

Abbiamo indicato cinque argomenti largamente presenti nella manualistica scolastica (forse lo stragismo è quello meno esplorato).

Riceve sicuramente un’attenzione minore il tema pacifismo/nonviolenza/obiezione di coscienza al servizio militare. Come è noto la storia dell’obiezione di coscienza (e del suo riconoscimento giuridico) è stata una storia decisamente lunga e ha implicato, per gli obiettori, il carcere.

Per la città di Ferrara questo è un argomento particolare poiché la storia dell’obiezione ha con Pietro Pinna (ferrarese di adozione), un primo passaggio molto importante. Dopo Pietro Pinna ci sono almeno due vicende significative che meritano di essere citate: quella di Giuseppe Gozzini e quella di Ernesto Balducci. Tre vicende giudiziarie che chiamano in causa anche il concetto di “patria”.

Proponiamo nell’allegato una lettura guidata del testo Ai cappellani militari toscani che hanno sottoscritto il comunicato dell’11 febbraio 1965 di Don Lorenzo Milani, figura di primo piano della cultura italiana e sicuramente più nota di quelle citate prima, poiché il testo ci permette di lavorare in classe sul tema qui in esame.

18 ottobre 2024: il processo «Open Arms»

Il 18 ottobre 2024, ha avuto luogo l’udienza del processo «Open Arms» che vede coinvolti anche membri del governo.

Nel recente dibattito è ritornato più volte il concetto di “patria”, in relazione all’operato politico di alcuni protagonisti della vicenda.

Il processo in corso e la presenza nelle nuove linee di educazione civica del concetto di “patria” sono i due motivi che ci hanno spinto a proporre l’utilizzo in classe del testo di Don Milani, che si concentra anche sul tema della patria e lo esamina, come si è visto, da una prospettiva particolare.

Questa proposta didattica ci ha permesso da una parte di rivolgere la nostra attenzione a un argomento urgente e tragico: l’immigrazione (anche se qui è solo la cornice del lavoro), dall’altra parte ci ha spinto a esplorare un tema (l’obiezione di coscienza) la cui storia incrocia in più punti il contesto ferrarese.

Al di là della vicenda di Pietro Pinna (che abbiamo già citato) vogliamo ricordare un altro particolare: il comunicato dei cappellani militari, da cui siamo partiti, fu la risposta a una manifestazione fiorentina di nonviolenti. In quel gruppo c’era anche un ferrarese: Daniele Lugli, figura storica del movimento nonviolento nazionale.