La mindfulness è una pratica molto in voga di questi tempi che può rivelarsi di grande aiuto nel lavoro dell'insegnante. Da un lato aiuta a comunicare meglio la propria autorevolezza agli alunni, dall'altro è utile per attivare processi di autoregolazione nelle classi difficili. In questo articolo capiremo se la mindfulness può davvero essere uno strumento funzionale per gestire il caos in classe.
Metodologie Il termine mindfulness traduce la parolasati della lingua pāli (idioma indiano appartenente al ceppo indoeuropeo). Letteralmente sati significa “tenere a mente”, “ricordare”. Con il termine inglese di mindfulness il significato assegnato a questa parola è “piena consapevolezza”: una sorta di lucida attenzione su ciò che è presente nel nostro campo fenomenologico. Secondo la definizione di Jon Kabat-Zinn, l’iniziatore – a partire dal 1979 – della mindfulness in Occidente, si tratta di “una consapevolezza che sorge prestando intenzionalmente attenzione, nel momento presente, allo scorrere dell’esperienza, momento dopo momento, in modo non giudicante”.
La mindfulness è stata adottata con successo in una serie di interventi volti alla riduzione dello stress e al miglioramento del benessere in soggetti clinici, preclinici e nella popolazione in generale. Questi interventi hanno anche dato risultati soddisfacenti riguardo la riduzione dei sintomi e il miglioramento della qualità di vita degli individui coinvolti negli studi. Ma i suoi benefici vanno oltre: grazie alla mindfulness è stato registrato un incremento del benessere generale e, in alcuni casi, anche la prevenzione delle ricadute depressive.
Per queste ragioni ci sembra giusto contribuire nel mettere al corrente di questa possibilità per migliorare la qualità della vita di insegnanti e alunni a scuola.
La mindfulness presenta varie sfaccettature ma, in un contesto classe, sono due gli aspetti concretamente utili:
La risposta è: dipende. Come tutte le discipline si può imparare con un po' di allenamento. Ormai in tutte le città si trovano proposte di corsi di mindfulness. Se è difficile seguire un corso vicino casa esistono proposte online che, almeno per iniziare, risultano altrettanto valide.
Ma il punto è che la classe non è una sala di meditazione, spesso è simile a una pentola a pressione pronta a esplodere. Generalmente si pensa alla mindfulness come a uno spazio privato, a esercizi da praticare sul tappetino, come per lo yoga o la meditazione. Luoghi di calma che non sono certo quelli che riscontriamo nelle classi. Nonostante questo è possibile utilizzarla nei momenti critici e ispirarsi ai suoi protocolli, anche quando le mura dell’aula vibrano per il chiasso. Ben altro dal tappetino yoga e dall’esperienza solitaria della meditazione!
In quegli istanti è sorprendente verificare quel che accade se riusciamo a mantenere un barlume di lucidità, cioè se siamo in grado di spostare l’attenzione su di noi. A volte, letteralmente, è sufficiente un respiro consapevole per conservare il controllo di noi stessi, della nostra razionalità, e riprendere la guida di una classe imbizzarrita. Non è necessario essere monaci zen per riuscirci, ma con un po’ di allenamento e l’aiuto di un protocollo adatto si può imparare. Anche piuttosto rapidamente.
Si tratta di semplici tecniche di respirazione che, in modo a prima vista controintuitivo, si rivelano quelle più efficaci quando tutto intorno sembra esplodere. E il silenzio si rivela più efficace delle urla, spesso impotenti e squalificanti di fronte agli studenti. È una mindfulness di strada, quasi da combattimento, non certo quella che si può praticare come pura prevenzione, in una palestra con musica rilassante in sottofondo. A volte è l’ultimo gancio cui aggrapparci quando tutto il resto non ha funzionato.
Come sostiene il neuroscienziato Angelo Gemignani (Università di Pisa) "ormai sono troppi gli studi che documentano le fondamenta fisiologiche della mindfulness. Si tratta di stati fisiologici e, in quanto tali, misurabili. Non stiamo parlando di vaghe opinioni, di sensazioni, ma di evidenze. Sono effetti ormai accertati sul piano biologico. Le ricerche sono innumerevoli e siamo tranquillamente in grado di affermare che la mindfulness non è aria fritta." Il prof. Gemignani ne parla nel capitolo del mio libro Eliminare il caos in classe con casinometro, mindfulness e neuroscienze.
Chi volesse approfondire questi temi può scaricare il capitolo del libro qui: Eliminare il caos in classe (leggi l'estratto)
L'editore, Homeless Book, ha deciso di renderlo disponibile gratuitamente.