La scuola può diventare il nuovo centro della vita degli studenti? Scopriamolo in questa intervista con l'assessore Girolamo Turano.
News ed eventi Gli obiettivi di Didacta Sicilia sono molti e ambiziosi. Riformare la scuola, introdurre l'intelligenza artificiale come supporto all'insegnamento, arginare un fenomeno pericoloso come la dispersione scolastica; ecco solo alcuni dei punti toccati dal programma.
Ma forse più ambizioso ancora è il tentativo di rinnovare la funzione della scuola, rendendola il centro della vita collettiva dei ragazzi e delle ragazze e il punto di avvio del loro percorso di sviluppo.
Ce ne parla in questa intervista Girolamo Turano, assessore all'istruzione e alla formazione professionale della Regione Siciliana.
Credo che Didacta Sicilia rappresenti un modo nuovo di programmare la scuola, di fare la scuola.
Vogliamo progettare una scuola diversa e dare l’opportunità a tutti gli insegnanti del Meridione d'Italia e, nello specifico, a tutti gli insegnanti siciliani, di ricevere una formazione adeguata.
Voglio essere chiaro, il corpo docenti dipende dal Ministero dell'Istruzione e del Merito, un’istituzione qualificatissima, ma quello a cui noi aspiriamo è una scuola mai vista prima, una scuola performante, che guardi al futuro.
Abbiamo organizzato Didacta Sicilia con Firenze Fiera, coinvolgendo anche la Regione Puglia e la Regione Calabria, e abbiamo ideato un programma scientifico articolato in centinaia di eventi per fare confrontare i docenti siciliani con chi ha provato a sperimentare un nuovo modo di vivere l’educazione.
L’edizione di quest'anno, peraltro, è stata riqualificata. Attualmente Didacta Sicilia non è più l'evento dell'anno scorso. Nonostante il buon livello della manifestazione precedente, abbiamo deciso di superare quell'iniziativa organizzando una tre giorni di eventi che – sono certo – lascerà il segno.
Dall’inizio alla fine. Spero che vengano tanti docenti e che apprezzino quello che abbiamo fatto. Tuttavia, se qualcuno dovesse avere delle critiche, lo invito a esporle a me direttamente, sapendo che ne terremo conto e che, grazie a questi suggerimenti, saremo in grado di organizzare una terza edizione ancora migliore.
Vorrei precisare una cosa, però. Organizzare tre giorni di eventi e di seminari scientifici che coinvolgono tutti i settori del futuro – dalla robotica all'intelligenza artificiale, dalle aule immersive alla didattica a distanza – significa far vivere a chi entra in classe, docenti e studenti, la scuola del domani.
Credo anche che la funzione di questa nuova scuola non possa essere solo didattica. Quando finisce l'orario scolastico la scuola può e deve rimanere aperta, deve svolgere una funzione sociale, educativa, culturale e sportiva.
Anche su questo versante abbiamo messo a punto una serie di progetti – insomma, quella che immaginiamo è una scuola capace di offrire quanti più servizi possibili agli studenti.
Aggiungo un'ultima osservazione. Per troppi anni in Italia, non solo in Sicilia, si è parlato di dispersione scolastica e si è pensato di parlare con i genitori e con i servizi sociali per contenere questo fenomeno, ma non sempre le azioni messe in campo hanno portato i risultati sperati.
Noi crediamo che aggiornando e garantendo alcuni sistemi si possa interloquire con i giovani e i bambini e arginare il fenomeno con buoni risultati. Se il bimbo, o la bimba, dice alla mamma che vuole andare a scuola la mattina, o tornare in classe il pomeriggio, allora sì, staremo combattendo efficacemente la dispersione scolastica.
Le aule immersive – che ho visto a Didacta Italia – sono uno un esempio di sistema che in futuro potrebbe contrastare efficacemente l’abbandono scolastico.
Assolutamente sì. Però su questo punto voglio essere chiaro: non sarà quello il focus dei tre giorni di Didacta.
La fiera servirà innanzitutto per fare toccare con mano al pubblico le nuove iniziative che stiamo organizzando e mi permetterà di incontrare i dirigenti scolastici di ogni provincia per parlare con loro e raccogliere i loro suggerimenti.
La nuova scuola che stiamo immaginando dovrà fondarsi sulla collaborazione di tutti, Stato, Regione, docenti e alunni, altrimenti fallirà in partenza.
Mi auguro che vengano in molti e sono felice di vedere che stiamo registrando il tutto esaurito. Sono certo che le persone che verranno si arricchiranno e renderanno l'esperienza più ricca anche per tutti gli altri.