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La scuola è il miglior antidoto. Un possibile percorso di educazione civica

Sandra Volorio ci presenta una proposta di educazione civica per aiutare a ripensare la scuola come un ecosistema, in cui l’integrazione tra comunità e ambiente determini benessere psicofisico e avanzamento culturale.

Esperienze di insegnamento 
02 settembre 2020 di: Sandra Volorio
copertina

La scuola a settembre tornerà a vivere. Le aule si riempiranno di voci e di volti. Ri-vivere la scuola sarà, quindi, un’occasione per re-inventarla, per progettare un ambiente di vita che punti su un’istruzione di qualità, garantendo il rafforzamento sia della comunità sia dell’identità personale. La scuola come ecosistema, interazione tra spazi e comunità, potrà garantire la crescita culturale e sociale, la salute e il benessere psicofisico; potrà insegnare a convivere con la paura, trasformandosi in una sorta di antidoto, che permetterà di tornare a credere nel futuro. 

Si suggerisce di seguito un percorso, inserito in una UdA di educazione civica, incentrato sui traguardi dello sviluppo sostenibile e del quarto obiettivo dell’Agenda 2030, l’istruzione di qualità. Le tematiche con i relativi obiettivi, attorno a cui sono progettate le attività, sono le seguenti:

  • la scuola come antidoto alle paure: il rafforzamento dell’identità personale
  • la scuola come luogo di socializzazione: il rafforzamento della comunità.

Finalità generali 

  • Promuovere le relazioni tra gli alunni stimolando la collaborazione e la sperimentazione di forme di aiuto reciproco e di solidarietà. 
  • Favorire atteggiamenti positivi e un apprendimento sereno. 
  • Favorire lo sviluppo della motivazione. 
  • Educare a stili di vita salutari e a comportamenti che favoriscano la prevenzione delle malattie. 
  • Promuovere momenti di racconto, riflessione e confronto tra pari.

Destinatari: alunni delle classi prime della scuola secondaria di primo grado. 

Periodo di realizzazione: primo quadrimestre.

Discipline coinvolte: Italiano, Arte e immagine, Scienze.

Competenze chiave 

  • Competenza multilinguistica
  • Competenza personale, sociale e capacità di imparare a imparare
  • Competenza in materia di cittadinanza
  • Competenza in materia di consapevolezza ed espressioni culturali

Prima attività: l’insegnante incoraggia gli alunni a riferire le proprie impressioni rispondendo a un questionario, in cui si chiede di descrivere le emozioni del rientro a scuola, le paure e le aspettative per il nuovo anno scolastico. Si può utilizzare l’app Moduli Google per far eseguire il questionario in classe, se ogni studente dispone di un device, altrimenti si fa compilare a casa, come compito.

Seconda attività: il docente condivide con la classe le risposte al questionario, pur nella consapevolezza che non tutti gli studenti avranno espresso la loro vera dimensione emotiva. Dai dati raccolti si individuano gli elementi comuni e si creano tre slides, utilizzando alla LIM il programma Microsoft PowerPoint o altro strumento di progettazione grafica, come Canva o Adobe Spark. Una slide presenta i motivi di felicità legati al rientro, un’altra le paure e l’ultima le aspettative per il futuro. In questa attività il docente è solo un moderatore che favorisce il dialogo, l’ascolto e il confronto tra pari.

Terza attività: l’insegnante lavora sull’aspetto della paura. Vengono mostrate alcune immagini e si invitano gli studenti a dire quali di esse provochino in loro maggiore terrore e se rappresentino paure reali o immaginarie. Questa attività mette in evidenza l’esistenza di paure razionali e irrazionali, come le fobie, e aiuta a capire la differenza tra di esse. 

Si suggeriscono, di seguito, alcune attività multidisciplinari di Arte e Immagine e di Scienze, che accompagnino il percorso. 

L’insegnante di Arte pone l’attenzione sul modo in cui gli artisti abbiano rappresentato emozioni e paure, attraverso le opere più rappresentative. Successivamente fa disegnare ai ragazzi il loro modo di esprimere la paura. 

Con il docente di Scienze si approfondiscono, invece, le cause e le conseguenze della paura dal punto di vista fisico. Si chiede agli studenti di descrivere in una tabella le sensazioni fisiche legate a quest’emozione (accelerazione del battito cardiaco, sudorazione, aumento dell’adrenalina, tremore e debolezza delle gambe). In un secondo tempo l’insegnante approfondisce le cause di tali reazioni, spiegando come l’apprendimento e il ricordo di situazioni paurose dipendano dall’attività di una struttura cerebrale, il nucleo paraventricolare del talamo, che allerta l’amigdala, centrale di controllo delle emozioni. 

Il fine di questa attività è portare gli studenti ad avere consapevolezza che la paura è un’emozione naturale e comune a tutti, legata all’istinto di sopravvivenza, quando si avverte un pericolo o una minaccia incombente. Il racconto delle proprie emozioni e il confronto tra pari conducono gli studenti all’accettazione della paura, come emozione primaria e normale, che non deve generare né vergogna né sensazione di debolezza.

Quarta attività: l’insegnante aiuta gli alunni a superare il disagio che questa emozione suscita. Si leggono testi in cui riconoscere le paure per identificare le modalità utilizzate dagli scrittori per descriverle. Successivamente ci si concentra su come i protagonisti delle storie, non solo personaggi immaginari, ma possibilmente anche reali, abbiano affrontato le sfide con coraggio. L’obiettivo consiste nel trasmettere fiducia e nel creare l’idea che agire e credere in sé siano le due strade percorribili per superare insicurezze e timori. 

Quinta attività: in questa parte del percorso l’insegnante concentra l’attenzione sul significato e l’importanza di appartenere a una comunità di pari. Le relazioni, che tornano a intrecciarsi a scuola, sono una componente fondamentale del benessere psicofisico, perché oltre a fortificare l’identità, permettono di formare l’autostima tramite il sentirsi utili per qualcuno. In questa fase il docente dovrà utilizzare le metodologie del cooperative learning e del problem solving. I lavori in piccolo gruppo coadiuveranno l’obiettivo. A ogni gruppo viene assegnata la lettura di storie, in cui l’agire insieme aiuta il protagonista a riuscire nel suo intento. Gli studenti dovranno poi trovare soluzioni alternative a quelle proposte dalle storie, riscrivendole creativamente. 

Sesta attività: il docente introduce una riflessione su quanto le relazioni sociali siano importanti per la salute psicofisica. Gli studenti sono invitati a leggere contributi scientifici sull’argomento per individuare quali siano i vantaggi che l’integrazione sociale porta a livello fisico e quali aspetti negativi siano, invece, legati all’isolamento sociale. 

Compito di realtà: produrre una brochure, dal titolo “La scuola è il miglior antidoto”, in cui indicare i benefici di ri-vivere la scuola. Questo prodotto finale potrà servire come materiale per l’orientamento in entrata.

Il percorso così articolato si può ampliare con altre attività e con approfondimenti su aspetti, altrettanto importanti e qui solo accennati, come l’inclusione, il rispetto del prossimo e la convivenza pacifica. 

Bibliografia di riferimento