Dire, fare, insegnare
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Matematica con i Lego alla scuola primaria. Spunti per BES e DSA

È andato in onda venerdì 16 ottobre il terzo appuntamento del ciclo di webinar di Gruppo Editoriale La Scuola SEI in collaborazione con Dire, fare, insegnare, “Matematica con Legomatica per BES e DSA”.

Metodologie 
19 ottobre 2020 di: Redazione
copertina

La videolezione è stata realizzata in collaborazione con Bricks4kidz, un’associazione che si occupa dell’insegnamento delle materie STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics) tramite l’uso dei Lego e che ha elaborato un metodo didattico specifico per l’insegnamento della matematica agli alunni con disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) e specialmente con discalculia.

La necessità di un nuovo metodo, specie nell’insegnamento della matematica, è resa evidente dal modo in cui questa materia viene percepita dai bambini e dagli adulti. Il 78,2% degli italiani, infatti, ritiene che la matematica sia una materia difficile, e quasi la metà ne è quasi spaventata. Ciò accade perché spesso l’apprendimento della matematica è un’esperienza negativa per i bambini e la materia è vissuta solo come un insieme di regole da memorizzare, con il timore di sbagliare e un forte senso di inadeguatezza.

Per aiutare gli studenti affetti da questi deficit a superare le proprie difficoltà e raggiungere gli obiettivi di apprendimento prefissati sono necessari docenti ed educatori che comprendano tali difficoltà, mettano in campo strategie ad hoc e guidino i discenti. È necessario un approccio nuovo, caratterizzato da un metodo multisensoriale, ludico e didattico e da un’esperienza positiva del sapere. È inoltre fondamentale l’incoraggiamento alla partecipazione in prima persona, grazie al lavoro in piccoli gruppi.

La dottoressa Valeria Tardivo ha  illustrato la genesi e le metodologie didattiche ideate da Bricks4kidz, presentandone i presupposti pedagogici. Al fine di elaborare un nuovo metodo didattico per la matematica, infatti, il progetto Bricks4kidz è partito dalle idee del noto pedagogista Jean Piaget. Egli sostiene che la conoscenza sia frutto dell’interazione fra l’individuo e la realtà, caratterizzata dall’equilibrio costante fra l’assimilazione (di movimenti, schemi) e l’accomodamento (la rielaborazione di tali schemi).

Secondo Piaget la manipolazione di oggetti materiali è fondamentale per apprendere le leggi alla base dei concetti matematici i quali, una volta acquisiti, si staccheranno dall’oggetto materiale. Si individuano, dunque, diversi stadi di apprendimento interconnessi fra loro: lo stadio senso-motorio in cui il bambino conosce attraverso i sensi e acquisisce lentamente la capacità di concepire gli oggetti anche al di fuori del campo visivo; lo stadio pre-operatorio, in cui si acquisiscono i primi principi della logica e del simbolismo; lo stadio operatorio-concreto, durante il quale si sviluppano la capacità di fare operazioni, classificare, suddividere gli insiemi, individuare caratteristiche comuni e rappresentare lo spazio-tempo; lo stadio operatorio-formale, in cui si inizia a esercitare il pensiero ipotetico-deduttivo, a utilizzare operazioni logiche e ad astrarre.

Tale percorso di apprendimento si intreccia alla teoria del costruttivismo, che vede la conoscenza come l’insieme delle esperienze vissute, e a quella del costruzionismo, che vede l’apprendimento come uno scambio continuo fra idee e realtà, per sfociare in un nuovo metodo didattico inclusivo e interattivo.

La scelta dei Lego come strumento didattico è motivata da numerose ragioni: la prima è che i bambini li associano al gioco. Il divertimento si lega all’apprendimento favorendolo, specie se accompagnato anche dalla dimensione motoria. L’uso dei Lego, infatti, consente di utilizzare allo stesso tempo creatività e logica e di trasformare qualcosa di immaginario in un oggetto concreto. In secondo luogo, grazie all’uso dei Lego i bambini possono creare modelli concreti e metterli in relazione fra loro, costruendo così un’esperienza empirica dei concetti studiati.

I due punti fondamentali di questo metodo sono quindi la manipolazione e la verbalizzazione. La manipolazione è il punto di partenza per la creazione di un modello, la quale implica la comprensione del modello stesso e la capacità di spiegare le nuove conoscenze agli altri.

Per dare una dimostrazione concreta del metodo didattico di Bricks4kidz sono state illustrate nel dettaglio alcune attività da svolgere in classe con l’ausilio di schede didattiche: l’esercizio delle coppie additive, l’esercizio di maggiore e minore, l’esercizio della simmetria e l’esercizio della crittografia.

Per l’esercizio delle coppie additive, per esempio, si chiede ai bambini di estrarre un numero da un mazzo di carte (es. 9) e di prendere il numero di mattoncini corrispondente. Il bambino dovrà dividere i mattoncini come preferisce nei due box della scheda didattica e scrivere sulla scheda tutte le combinazioni possibili (4+5, 1+8, 2+7, 3+6, ecc.), imparando così a scomporre i numeri per coppie additive.

Per quanto riguarda l’esercizio di maggiore e minore viene invece chiesto ai bambini di estrarre un numero casuale e di realizzare una torre formata dal numero corrispondente di mattoncini, quindi di confrontare la propria costruzione con quella del compagno. A questo punto i bambini potranno stabilire facilmente quale numero sia maggiore, minore o uguale all’altro.

In tutti questi esercizi l’interazione con un oggetto reale e manipolabile permette ai bambini di acquisire in modo più immediato e autonomo le competenze richieste. La dimensione del gioco, inoltre, crea un ambiente di apprendimento positivo e sano, in cui è possibile gettare le basi anche per una futura relazione fruttuosa con il sapere.