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"Nina e i diritti delle donne": la voce di tre generazioni

La senatrice Cecilia d'Elia ha scritto un libro speciale, pubblicato da Sinnos, da cui partire per parlare insieme in classe di diritti conquistati e parità di genere.

Editoria 
30 settembre di: Redazione
copertina

Ci sono argomenti per cui raccontare e conoscere il passato è importante per continuare un impegno giusto e necessario. È proprio quello che fa il libro Nina e i diritti delle donne (Sinnos), scritto dalla Senatrice della Repubblica Cecilia d’Elia. Attraverso la sua voce e la storia della sua famiglia, con tre generazioni al femminile, l’autrice ci offre il racconto di come è cresciuta l’Italia attraverso l’evoluzione dei costumi, delle donne e della società intera. Lo scopo è mostrare ai giovani lettori e lettrici che niente si può dare per scontato e che tanti diritti, che oggi sembrano ovvi, sono in realtà frutto di grandi battaglie avvenute pochi anni fa e che non vanno dimenticate, soprattutto per non tornare indietro.

Premio Elsa Morante Ragazzi, questo libro illustrato da Rachele Lo Piano ha ispirato anche il finale del film C’è ancora domani di Paola Cortellesi, che sulla sua opera ha detto: «Sono felice se le nuove generazioni lo vedranno. Mentre vedevamo il film abbiamo sbobinato gli atti processuali delle donne vittime di femminicidio, abbiamo letto un sacco di libri. Tra questi Nina e i diritti delle donne, un libro per bambini. Leggendolo ho avuto una illuminazione sul finale. Mia figlia, che aveva otto anni, era incredula che le donne vivessero in condizioni simili. Da una parte la sua reazione mi ha provocato sollievo, dall’altra inquietudine, perché non sapeva niente del passato» (Vanity Fair, ottobre 2023).

In classe gli spunti che offre un libro come Nina e i diritti delle donne sono molteplici, toccano tante questioni diverse eppure interconnesse, sulle quali è possibile lavorare con alunne e alunni. L’accesso alle carriere, ad esempio: per molto tempo alle donne non è stato consentito di svolgere professioni quali le magistrate, avvocate, astronaute, campionesse ecc.

Senza andare troppo lontano nel tempo, si potrebbe aprire un dibattito sulla recente sentenza della Corte costituzionale, la n. 131 del 2022, che ha posto fine all’automatismo dell’attribuzione del cognome del padre, ma per la quale manca ancora una legge. Da qui si può portare l’attenzione sul congedo di paternità, sulle relazioni tra uomo e donna ancora, purtroppo, offuscate da concetti di possesso che inevitabilmente portano ai molti casi di violenza di genere. Femminismo, patriarcato, misoginia, femminicidio: sono parole ormai di uso quotidiano che ragazze e ragazzi incontrano continuamente sui social.

Davvero Nina e i diritti delle donne riesce ad aprire a queste e moltissime altre riflessioni, che ci sembrano ad oggi più che mai rilevanti e crediamo che non ci sia posto migliore della scuola per iniziare a parlarne.