Francesco Clemente, docente del liceo Aristosseno di Taranto, ci ha raccontato l’approccio filmico che ha usato per proporre alla sua classe un laboratorio di didattica di filosofia.
Secondaria  Esperienze di insegnamento L’esperienza didattica qui esposta, da me ideata e coordinata come ampliamento dell’offerta formativa del liceo Aristosseno di Taranto, è stata realizzata nell’ultimo anno scolastico in collaborazione con gli altri docenti dell’istituto, che hanno partecipato con le loro diverse competenze e sensibilità. La proposta è stata escogitata nella ricezione del messaggio culturale proveniente da una bibliografia, ormai di considerevoli dimensioni, concentrata a scandagliare le potenzialità dell’arte cinematografica nel suo impiego didattico, e più specificatamente nelle dinamiche di insegnamento-apprendimento della filosofia nelle scuole secondarie superiori.
Il progetto “Pensiero in pellicola: necessità e libertà fra arte cinematografica e filosofia” già nella sua denominazione formale riassume non solo lo spirito che lo ha animato, ma anche la sua veste concreta: la presentazione di temi filosofici del pensiero occidentale in parallelo e in connessione con opere filmiche in cui è stato possibile rintracciarne il gradiente speculativo. Questi elementi sono stati la base di partenza indispensabile per una riflessione estetica ai fini della creazione di un cortometraggio, Storia di un cuore analfabeta, intrapresa dagli studenti in vista della partecipazione a concorsi di cinematografia per le scuole.
Di esplicita curvatura etica e politica, il progetto ha inteso indagare il nesso fra necessità e libertà seguendo una scansione di fasi precise, concepite in vista di una continua rielaborazione dei materiali proposti e attraverso una ricapitolazione delle principali nozioni di grammatica filmica. L’intero progetto si è articolato in cinque diversi moduli, ognuno curato e svolto dai cinque docenti coinvolti, per un monte orario totale di 38 ore. Ogni modulo singolo è stato a sua volta concepito in tre diverse fasi didattiche.
L’intero corso è stato strutturato secondo la logica seguente: idea – soggetto filmico – sceneggiatura/storyboard. Il carattere intuitivo di tale approccio (affine a quello delle graphic novel), ha consentito agli studenti di abbozzare in modo agevole i diversi piani di inquadratura e i movimenti di macchina necessari e di affiancare integrazioni tipiche della sceneggiatura professionale (specifica degli interni-esterni, ma anche battute dialogiche), senza eccessivi tecnicismi. Ripercorriamo ora i singoli moduli curati dai docenti aderenti al progetto.
Il primo modulo, da me curato, si è sostanziato della presentazione dei rudimenti di grammatica filmica: la differenza fra cortometraggio e lungometraggio, i movimenti di macchina, i campi di ripresa e le inquadrature, nonché i principali generi cinematografici. Mi sono poi concentrato sulla trasposizione filmica della vicenda umana e politica di Socrate: ho utilizzando spezzoni significativi del film per la televisione di Roberto Rossellini Socrate (1971) e li ho confrontati con i passi dell’Apologia di Socrate e del Critone di Platone, per estrapolare i momenti salienti in cui la libertà di difendersi del filosofo confligge con la necessità di accettare il verdetto, seppur ingiusto, delle leggi della città.
La vicenda socratica è stata poi confrontata e contestualizzata in rapporto a Il signore delle formiche (2022) di Gianni Amelio: la pellicola ripropone la vicenda giudiziaria e umana dell’intellettuale Aldo Braibanti, processato e condannato per plagio alla fine degli anni Sessanta in un clima di aperta omofobia. Il momento conclusivo di questo modulo ha visto la partecipazione del sostituto procuratore della Repubblica di Taranto dott. Antonio Natale, cultore dei Dialoghi di Platone, che ha presentato un excursus legislativo sul reato di plagio e delle ragioni della sua estinzione nel codice di procedura penale.
Il secondo modulo, curato dalla prof.ssa Annunziata Santovito, ha affrontato il tema della libertà “di” e della libertà “da”, con un’attenzione particolare al dibattito filosofico moderno fra Machiavelli al Kant della Critica della ragion pratica, passando dalle principali sintesi teoriche sullo stato moderno. La docente ha scelto di proiettare passaggi salienti del film Le ali della libertà (1994) di Frank Darabont, ponendo l’accendo su sequenze e scelte estetiche (anche in ambito sonoro) che si sono prestate ad approfondire alcuni snodi filosofici in sede di analisi antologica e di lettura testuale. Più in particolare, il focus in questo caso è stato costituito dalla libertà quale “musica della coscienza” e la libertà quale responsabilità verso l’umanità, secondo una curvatura sartriana.
Il terzo modulo ha visto la prof.ssa Erika Sorrenti affrontare la tematica del dispositivo del controllo politico-poliziesco attraverso il contributo saggistico di Foucault, autore di Sorvegliare e Punire, e del film di Elio Petri Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (1970), con la ricostruzione storica degli anni di piombo e della figura di Gian Maria Volontè quale testimonianza attoriale di impegno politico. A questi contributi si sono aggiunti la proiezione di alcuni spezzoni del film di Marco Bellocchio Sbatti il mostro in prima pagina (1972) confrontati con il dibattito contemporaneo sulla strumentalizzazione dei media, in particolare in base alla lettura che di questi ha fornito Chomsky nel saggio La fabbrica del consenso.
Il quarto modulo, organizzato dalla prof.ssa Ornella Carrino, si è concentrato sulla declinazione del legame fra necessità e libertà nell’ambito della cittadinanza attiva, affrontando il tema della malavita organizzata attraverso una lettura del film di Pierfrancesco Diliberto (Pif) La mafia uccide solo d’estate (2013). La pellicola è stata confrontata con il discorso di Pericle sulla democrazia e con il pensiero politico di Hannah Arendt, ma anche con una ricostruzione storica dei principali fatti di mafia degli anni ’80 e ’90.
L’ultimo modulo, curato dal prof. Sabino Paparella, è stato imperniato sulla presentazione della tematica del progetto attraverso due riferimenti principali: il genere cyber-punk e l’approccio estetico del filosofo Jacques Ranciere. Partendo dal dibattito filosofico moderno sul meccanicismo attraverso il saggio di Paolo Rossi La nascita della scienza moderna in Europa (1997), il docente si è concentrato sul soggetto cinematografico di Blade Runner, con il film omonimo di Ridley Scott (1982) e il sequel firmato da Denis Villeneuve, Blade Runner 2049 (2017). La ricognizione è culminata con il contributo analitico di Ranciere, così come formulato nel testo Il destino delle immagini, e con l’analisi del dispositivo del montaggio cinematografico attraverso Histoire(s) du Cinema di Jean-Luc Godard (1988).
L’intera congerie di suggestioni e di spunti portata dai docenti, infine, è stata usata e rielaborata per la creazione di un cortometraggio da parte degli studenti: Storia di un cuore analfabeta è una riflessione semplice ma sentita sul disadattamento e la ricerca di se stessi.
Immagine Wikimedia Commons: © Renzo Rossellini, CC BY-SA 4.0