Dire, fare, insegnare
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Perché gli studenti non si impegnano?

Capita spesso che in classe ci siano studenti che non si impegnano nello studio di alcune o di tutte le materie, ma ci sono diversi motivi per i quali questo può avvenire.

Metodologie 
29 gennaio 2020 di: Giulia Guardavilla
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L’assenza di motivazione all'apprendimento e allo studio è uno dei problemi che si riscontrano maggiormente all'interno della scuola, a partire dalla scuola primaria fino a quella secondaria. Alcuni studenti sono, o sembrano, completamente disinteressati alle attività che gli insegnanti propongono ; questo atteggiamento può essere rivolto a tutte le materie o ad alcune specifiche. È interessante indagare i motivi per i quali si può presentare questo tipo di atteggiamento in modo da avere qualche strumento in più per affrontarlo; di seguito affronterò alcune della cause dell’assenza di motivazione.

Uno dei motivi principali per cui gli studenti sono demotivati è che non riescono a comprendere l’utilità di ciò che stanno imparando, non comprendono, e molte volte non conoscono, l’obiettivo verso il quale l’insegnante li vuole condurre. Esplicitare l’obiettivo di apprendimento e suddividerlo in sotto-obiettivi che siano raggiungibili e dei quali gli studenti siano consapevoli permette di aumentare la motivazione e avere un feedback sul percorso che si sta affrontando. Gli insegnanti hanno chiari gli obiettivi di apprendimento, ma spesso non li condividono con i loro studenti; in questo modo il percorso di apprendimento non è evidente per gli alunni che tenderanno a considerare i contenuti come fine a se stessi e saranno in generale meno motivati.

L’assenza di motivazione può derivare anche dal fatto che i compiti proposti siano troppo difficili per uno studente; in questo caso la storia scolastica sarà costituita sempre di più da una serie di insuccessi che diminuiranno la motivazione. L'autoefficacia dell’alunno, cioè la fiducia sulle sue possibilità e capacità di apprendere, sarà sempre più bassa con la conseguenza che l’impegno per il raggiungimento degli obiettivi proposti diminuirà sempre di più. Questo accade a volte anche con gli studenti con problemi di apprendimento prima che venga accertata la presenza di qualche tipo di disturbo; se un alunno pensa che non riuscirà a svolgere un compito a volte lo evita mettendo in atto diverse strategie, come comportarsi in modo inadeguato, lasciare il foglio in bianco o non studiare del tutto. In questo modo evita di trovarsi di fronte a un compito per lui troppo difficile e, nonostante l’impegno, ottenere un risultato scarso. In altre parole lo studente si autosabota in modo da poter attribuire il risultato negativo allo scorso impegno e non a una mancanza di competenza. Quando ci si trova davanti a un alunno con questo atteggiamento, è bene indagare sull'esistenza di eventuali problematiche di apprendimento che potrebbero influenzare in modo negativo la motivazione. 

Una storia di insuccessi scolastici può portare anche allo sviluppo del senso di impotenza, cioè l’idea che non sia possibile migliorare e che, nonostante gli sforzi, la situazione non cambierà. Anche in questo caso lo studente metterà in atto una serie di comportamenti volti a evitare i compiti ritenuti troppo difficili e potrà sembrare completamente disinteressato alle attività proposte dall'insegnante; è probabile che si comporti in modo inadeguato per ottenere l’attenzione e la popolarità che non riesce a ottenere attraverso dei buoni risultati scolastici. Eventuali risultati positivi ottenuti potranno essere attribuiti dallo studente a cause esterne, come la fortuna o il fatto che una particolare verifica fosse molto facile, in ogni caso saranno difficilmente attribuite alla sua competenza. Se un insegnante si trova di fronte a questa situazione può essere difficile ricostruire un senso di fiducia dello studente sulle proprie capacità di migliorare, ma si potrà provare a suggerire strategie che lo aiutino nello studio e proporre alla classe lavori, magari in gruppo, che riescano a far emergere i punti di forza di ognuno, in modo che piano piano si costruisca un’esperienza scolastica positiva. È molto importante anche che l’insegnante riesca a costruire un rapporto positivo con gli studenti, che sia basato sul riconoscimento di punti di forza e debolezza e su una comunicazione aperta e chiara. 

In alcuni casi può accadere che gli studenti non accettino le correzioni dell’insegnante o le punizioni e, a volte, neanche le lodi; questo può dipendere da una svalutazione complessiva di se stessi e una conseguente interpretazione errata dei tentavi che l’insegnante può fare per aiutarli. Se uno studente pensa di non essere in grado di affrontare i compiti che la scuola gli presenta può capitare che viva ogni correzione come ulteriore prova della sua incapacità e non sia quindi disponibile ad accettarla. Questa situazione può essere molto difficile da gestire per l’insegnante che può provare a parlare con lo studente o con tutta la classe del fatto che gli errori fanno parte del percorso di apprendimento.

In generale quando sono presenti studenti che appaiono poco motivati può essere utile coinvolgere tutta la classe in attività che riescano a mettere in gioco anche abilità diverse rispetto a quelle strettamente scolastiche in modo che gli alunni che non ottengono molti successi possano invece essere protagonisti positivi dell’attività e rovesciare il loro ruolo. Esperienze di questo tipo possono rendere più positiva la storia scolastica e aumentare la motivazione all'apprendimento. 

La costruzione di un rapporto positivo tra insegnante e alunni è sempre fondamentale per riuscire a motivare gli studenti e creare un senso di fiducia e interesse nei confronti della scuola.