Dire, fare, insegnare
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Referendum di classe

Un’attività di Giuliana Disanto per riflettere sul valore della democrazia attiva sin dalla Scuola Primaria.

Metodologie  Primaria 
03 giugno di: Giuliana Disanto
copertina

I referendum abrogativi in Italia del 2025 si terranno domenica 8 e lunedì 9 giugno; è questa la ragione per cui, per qualcuno, le lezioni termineranno prima rispetto al calendario scolastico. Durante una riflessione con la mia classe quinta di Scuola Primaria, ho potuto constatare che in molti non conoscevano il referendum e l’importanza che questo strumento ha per il nostro Paese. Per queste ragioni, ho deciso di proporre un percorso dal titolo “Referendum di classe” pensato per trasmettere non solo i contenuti principali ma, attraverso un compito di realtà ben strutturato, permettere ad alunne e alunni di poter esercitare in prima persona il potere della democrazia diretta in classe.

Introduzione, discussione del tema e organizzazione del lavoro

Nella prima fase dell’attività, ho preparato una lezione introduttiva sul referendum. Ho deciso di predisporre una presentazione così che la classe potesse essere facilitata da immagini e video nell’ascolto e nella comprensione dei contenuti, facendo riferimento in particolare al referendum del 2 giugno 1946. La discussione di gruppo, sollecitata dalla presentazione, ha messo in evidenza come il referendum vada a legittimare proposte di particolare rilievo e interesse per le cittadine e i cittadini. Questa riflessione è stata funzionale per introdurre la seconda parte del lavoro.

La classe è stata divisa in gruppi di tre bambine e bambini. Quando decidiamo di optare per il cooperative learning, è importante che il docente abbia chiaro il ruolo di ogni studentessa e studente all’interno del team. Per questo tipo di attività, il docente deve individuare:

  • il coordinatore: aiuta il gruppo a portare avanti il compito e a realizzarlo secondo le consegne e i tempi dati, coordina i turni di parola tra i membri, cerca di coinvolgere tutte e tutti a dare il proprio contributo;
  • il documentarista: tiene traccia costante del lavoro, prendendo appunti e rielaborando i contenuti;
  • il relatore: espone in plenaria il lavoro prodotto dal suo gruppo, consapevole di essere il rappresentante di tutte le sue compagne e tutti i suoi compagni.

Fare le proposte

Ogni gruppo doveva individuare un argomento rilevante e formulare una domanda referendaria in modo chiaro e comprensibile. Le bambine e i bambini hanno potuto avvalersi di una scheda preimpostata per poter preparare le loro argomentazioni, utilizzando eventuali esempi e testimonianze. Il tema doveva coinvolgere e interessare davvero la classe, come ad esempio:

  • Vogliamo introdurre una giornata a settimana senza libri e quaderni ma solo laboratori?
  • Siete d’accordo ad organizzare parte della ricreazione per organizzare giochi di gruppo?
  • Vogliamo istituire un giorno al mese in cui bambine e bambini preparano una lezione su un argomento a piacere?

Presentazione e discussione

Nella terza fase di lavoro, ho organizzato un momento in cui ogni gruppo ha potuto presentare le proprie proposte, rispondendo ad eventuali domande. Si è trattato di una sorta debate, adattato all’età dei bambini: proporre momenti di discussione di questo tipo favorisce il pensiero critico, stimola la collaborazione e l’ascolto attivo.

La votazione

Nell’ultima parte dell’attività, dopo aver preparato schede elettorali e una cabina elettorale simbolica, ogni alunna e alunno ha espresso il proprio voto. Coerente con lo scopo del percorso, è stato anche il momento dello scrutinio e la proclamazione dei risultati. Alla fine dell’attività, le proposte sono state tutte raccolte in un report digitale che è stato inviato alla Dirigente Scolastica del nostro Istituto.

Osservazioni finali

Organizzare un referendum in classe permette di:

  • comprendere il significato e il funzionamento del referendum;
  • sviluppare capacità di argomentazione e ascolto attivo;
  • promuovere la partecipazione attiva e responsabile;
  • stimolare il pensiero critico e la cooperazione.

Preparare ragazze e ragazzi a una cittadinanza attiva, attraverso percorsi di compiti di realtà autentici, rende la scuola viva e coraggiosa, pronta a guardare in faccia il domani.