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Riconoscere e valorizzare la plusdotazione. Intervista con Davide Natali

Davide Natali, formatore ed esperto di plusdotazione, ci ha raccontato come riconoscerla in bambini e bambine e ci ha dato qualche suggerimento per valorizzarla con attività mirate.

Inclusione  Esperienze di insegnamento 
22 marzo 2022 di: Davide Natali
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Che cosa si intende per plusdotazione e in che modo un docente o un genitore può riconoscerne i tratti in un bambino?

La plusdotazione si riferisce, in modo semplice, alla capacità di un bambino o una bambina di esprimere prestazioni alte o eccezionali, in uno o più ambiti. Molto spesso si fa ricadere il termine nel solo aspetto cognitivo quindi lo si identifica con un QI molto elevato, in realtà la plusdotazione è un fenomeno che si compone di tanti fattori.

Essa coincide con un’ampia gamma di caratteristiche personali e comportamentali, che portano a uno sviluppo precoce - o comunque più veloce rispetto ai propri pari - di determinate capacità, le quali si possono esprimere in ambito scolastico-didattico, in ambito sportivo, in ambito comunicativo, in ambito relazionale-sociale, nella capacità di problem solving, nelle abilità artistiche e creative, ecc.

Essendo multifattoriale, la plusdotazione si esprime in modi diversi e non sempre così espliciti, perciò non sempre è facile individuarla. Questo è uno dei problemi fondamentali: riuscire a riconoscerla.

Nella ricerca e nella letteratura internazionale si concorda su alcuni punti fondamentali caratteristici di ragazze e ragazzi ad alto potenziale cognitivo ogifted: queste persone presentano un’ampia gamma di interessi, spiccate capacità comunicative, abilità di problem solving, ottima memoria, attenzione prolungata esercitata nei domini di interesse, intensa curiosità e sete di conoscenza, intuito, capacità logiche avanzate, immaginazione e creatività, senso dell’umorismo, profonda sensibilità ed empatia. Ciascuno di loro esprime tali qualità in modo soggettivo.

Per riassumere, seguendo la sintesi di Susan Winebrenner nel suo libro “Teaching Gifted Kids in the Regular Classroom” (1992, 2001), ragazzi e ragazze plusdotati:

  1. sono più precoci e più veloci nell’apprendere rispetto ai loro pari;
  2. ricordano ciò che hanno appreso senza richiedere ripetizioni;
  3. sanno padroneggiare concetti che per i pari sono troppo complessi ed astratti;
  4. si appassionano a vari temi e passerebbero tutto il tempo possibile ad approfondirli;
  5. non devono guardare l’insegnante per seguire ciò che dice perché sono in grado di fare più cose contemporaneamente.

Esistono dunque diverse tipologie di bambini e bambine plusdotati: quelli che alzano per primi la mano e che vanno molto bene a scuola, che sono nel tempo considerati “di successo”, ma anche quelli sotto rendimento, quelli con problemi comportamentali e anche i cosiddetti doppio-eccezionali, coloro cioè che affiancano a una o più elevate abilità, una disabilità di qualche tipo.

Un genitore può facilmente riconoscere se un bambino impara molto presto a parlare, a leggere e scrivere, anche senza che nessuno lo abbia spiegato loro, in totale autonomia. Una persona gifted può chiedere spiegazioni particolari, di interesse poco comune tra i pari, è molto curioso e sonda accuratamente le risposte che gli pervengono. Per questo se l’ambiente circostante, come la scuola e la famiglia, non è in grado di fornire loro il giusto nutrimento cognitivo e intellettivo, possono diventare irrequieti e incuranti delle regole del contesto scolastico e relazionale e dell’autorità degli adulti di riferimento.

Quali consigli didattici o pedagogici vorrebbe condividere con un docente di bambini e bambine plusdotati?

La prima cosa da fare è capire quali sono le peculiarità dell’individuo che abbiamo in classe e le sue esigenze, partendo dalle esigenze si costruiscono i programmi didattici differenziati e personalizzati. È necessario capire ciò che lo studente è pronto a imparare e a quale passo di studio. La domanda fondamentale dovrebbe essere: “A che livello di una data esperienza curriculare sono pronti ad apprendere i gifted?”

I programmi speciali dovrebbero variare quindi da scuola a scuola: un programma speciale per gifted non è appropriato per tutte le scuole; ciò vale soprattutto alle scuole superiori dove la proposta didattica è molto differente. Per sviluppare il programma è necessario valutare i bisogni educativi e didattici considerando anche il contesto scolastico di riferimento: in una scuola uno studente giftedpotrebbe essere il più brillante e richiedere classi potenziate, in un’altra il programma base potrebbe già essere sufficiente.

Questi programmi possono richiedere diverse strategie, come per esempio la compattazione e/o l’accelerazione: compattare significa ridurre un argomento in parte già acquisito dallo studente (previa verifica delle conoscenze) e quindi oltrepassare contenuti ridondanti per dedicarsi ad approfondimenti; l’accelerazione prevede di proporre un ritmo di studio più veloce, così da trattare argomenti a un livello superiore rispetto al curriculum della classe di riferimento. Altre strategie possono essere il problem based learning, le classi aperte, dove uno studente particolarmente capace in una materia possa partecipare alle lezioni di quella specifica materia in una classe superiore. È utile organizzare gruppi di lavoro dove lo studente possa confrontarsi con altre persone ad alto potenziale o di simile livello cognitivo.

Un buon insegnante dovrebbe cercare di:

  • utilizzare un linguaggio tecnico appropriato e non una versione semplificata dello stesso;
  • incoraggiare i plusdotati a “giocare con le parole”, per esempio a pensare a proverbi e idiomi;
  • incoraggiarli a fare domande e utilizzare il pensiero critico e creativo;
  • insegnare strategie e tecniche di pensiero;
  • aiutarli a costruire sui fallimenti;
  • guidarli nello sviluppo di un piano di pensiero;
  • aiutarli a sviluppare le proprie abilità di auto-valutazione;
  • incoraggiarli a riflettere sul proprio pensiero (Metacognizione), chiedendo loro di pensare ad alta voce;
  • supportarli nello sviluppo della visuo-spazialità.

Spesso questi bambini e bambine, a meno che non siano talenti sportivi, prediligono l’aspetto cognitivo e intellettuale, dando poca importanza a quello psicomotorio, in cui possono essere carenti. Anche questo piano deve essere sviluppato, poiché mente e corpo si allenano insieme, l’intelligenza corporea e cinestetica aiuta lo sviluppo cognitivo.

Insieme allo sviluppo didattico spesso bisogna gestire la componente emotiva, comportamentale e relazionale. Poiché il loro modo di vedere le cose e di intendere ciò che è giusto o sbagliato ha tratti molto personali, si rivela fondamentale un lavoro di accettazione e comprensione da parte degli insegnanti. È importante tenere conto della peculiare espressività e delle regole interiori di ragazze e ragazzi gifted per consentire uno sviluppo comportamentale sano e integrato con le regole sociali condivise nella scuola. Il supporto della famiglia è quindi assolutamente necessario: creare una rete fra genitori, scuola e specialisti è essenziale.

Chi si occupa di Gifted Education o Plusdotazione deve rivolgere la sua attenzione alle norme e criteri della National Association for Gifted Children NAGC (consulta il sito a questo link).

Avrebbe degli esempi pratici di attività da proporre a bambini plusdotati e in che modo si differenziano dalle attività degli altri bambini?

Un esempio può essere la lezione sulla Dinamica dei Fluidi in barca a vela un’attività extrascolastica dell’Istituto Santa Caterina di Imola, oppure si possono proporre:

  • attività di sviluppo del pensiero divergente e creativo
  • progetti di programmazione e coding;
  • attività di progettazione nuove App;
  • l’uso di organizzatori grafici;
  • il design thinking.

In allegato sono presenti due proposte di attività strutturate. Per approfondire le metodologie per ragazzi e rafazze plusdotati scopri nel dettaglio il metodo jigsaw.

Il 23 marzo interverrà all’incontro “Il dono del talento” organizzato dal Comune di San Lazzaro di Savena. A chi si rivolge questo incontro? Con quali obiettivi?

L’incontro è rivolto al personale scolastico e psicopedagogico e ai genitori che si trovano di fronte a caratteristiche e comportamenti inusuali da parte dei propri figli, i quali potrebbero rientrare in questa tipologia di bambini gifted. Il primo obiettivo è comunicare con le famiglie poiché l’informazione è essenziale, così come la consapevolezza di non essere soli e che ci sono risposte all’espressività e alle richieste particolari dei propri bambini. Inoltre puntiamo a organizzare azioni formative e metodologiche che consentano il riconoscimento e il benessere di questi bambini e bambine e che possano sviluppare le loro capacità e i loro talenti dentro e fuori la scuola.