Dire, fare, insegnare
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Salute individuale, salute pubblica e obbligo vaccinale

Elefteria Morosini, docente e formatrice, ha condiviso con noi la sua riflessione sull’importanza dell’educazione sanitaria come parte dell’educazione alla cittadinanza attiva e consapevole.

Esperienze di insegnamento 
15 dicembre 2021 di: Elefteria Morosini
copertina

Alla luce degli ultimi avvenimenti dell’attualità - la pandemia, la campagna vaccinale, la disinformazione, i dati relativi alla quarta ondata della pandemia - credo che sarebbe importante affrontare nella scuola i temi dell’educazione sanitaria in modo da fornire ai giovani gli strumenti per essere cittadini consapevoli e responsabili, in questo come in tutti campi della vita civile.

L’educazione sanitaria fa parte dell’ambito propriamente transdisciplinare dell’educazione alla cittadinanza, che rimanda alla storia contemporanea e alle problematiche della più stringente attualità, dalla globalizzazione, alle migrazioni, alla sostenibilità ambientale, ai movimenti dei giovani come Fridays For Future.

Occorre prima di tutto mettere a fuoco il concetto di “salute”, come è stato definito in documenti internazionali di grande rilievo e spessore scientifico, comprendere il rapporto tra salute individuale e salute pubblica, considerato anche dalla Carta Costituzionale, conoscere i caratteri e la storia del SSN (Sistema Sanitario Nazionale) italiano, di come abbia funzionato con luci e ombre, di quali risultati abbia ottenuto nella lotta contro il coronavirus, anche rispetto ai sistemi di altri paesi. Infine, ma è un aspetto assai rilevante, occorre riconoscere lo stretto rapporto tra servizio sanitario universale e solidaristico italiano e il sistema fiscale attraverso il quale va finanziato, come ogni altro provvedimento di welfare.

La salute secondo l’OMS e l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile

Ciascun individuo ha diritto alla salute come stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, così come è stata definita in positivo dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1948, soppiantando la vecchia definizione in negativo che identificava la salute come assenza di malattie e/o infermità fisiche e psichiche. Connesso alla tutela della salute è il miglioramento della qualità della vita, da garantire a tutti eliminando gli elementi nocivi, fisici, psichici, ambientali o dovuti ad altre cause, che possono ostacolarne il reale esercizio.

Nel corso degli anni l’OMS ha continuato a sviluppare le sue linee d’azione; nella Dichiarazione di Rio de Janeiro del 2011 si afferma che “il godimento del più elevato livello di salute raggiungibile costituisce uno dei diritti fondamentali di ogni essere umano, senza distinzione di razza, religione, opinioni politiche, condizioni economiche o sociali”, si afferma che “le disuguaglianze nella salute all’interno dei Paesi e tra i Paesi sono inaccettabili dal punto di vista politico, sociale ed economico, oltre che ingiuste e ampiamente evitabili, e che la promozione dell’equità nella salute è essenziale per lo sviluppo sostenibile, per una migliore qualità̀ della vita e per il benessere di tutti, fattori che a loro volta possono contribuire alla pace e alla sicurezza.”

Oggi punto di riferimento a livello mondiale è l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile esplicitamente inserita nelle linee guida all’educazione civica. Si tratta di un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità̀ sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Comprende 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile e in particolare gli Obiettivi 3 e 6 si propongono di “Garantire una vita sana e promuovere il benessere di tutti a tutte le età” e “Garantire la disponibilità e la gestione sostenibile di acqua e servizi igienici per tutti.”

L’art. 32 della Costituzione italiana e il Sistema Sanitario Nazionale (SSN)

Punto di riferimento imprescindibile per i cittadini italiani è la Costituzione promulgata il 27 dicembre del 1947, che all’art. 32 definisce il “diritto alla salute” come fondamentale, facendone risaltare l’importanza e la priorità: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge.”

Sempre nell’articolo 32viene introdotto il concetto di “dignità della persona”: “La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.

In attuazione dei principi costituzionali è stata varata nel 1978 la riforma del SSN, che si rivolge a tutti, prevede uguaglianza di trattamento, rispetto della libertà e della dignità della persona, volontarietà dei trattamenti sanitari.Unica eccezione all’esercizio di questo diritto sono i trattamenti sanitari di carattere obbligatorio: per le malattie mentali, le malattie infettive, le vaccinazioni o l’obbligo della cintura di sicurezza e del casco(1). In tal caso, al fine di preservare l’interesse della collettività alla incolumità e alla salute, il soggetto esplica non solo il suo diritto, ma anche il suo dovere alla salute.

Tutelare la salute di tutti

La salute concepita come “come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività” si configura dunque come un diritto-dovere, garantito dallo Stato che è obbligato a predisporre, tramite un’organizzazione sanitaria idonea, le prestazioni positive per realizzare il godimento effettivo e globale della salute per tutti i cittadini.

Sono questi i principi che hanno guidato i provvedimenti presi dai governi succedutisi in Italia nei giorni della pandemia, dal marzo 2019. Hanno certo imposto limiti alla libertà di circolazione delle persone durante il lockdown, hanno elaborato lo strumento del green pass per regolare l’accesso a luoghi pubblici e posti di lavoro allo scopo di tutelare la salute di tutti e di ciascuno. Soprattutto hanno predisposto un piano vaccinale gratuito e rivolto a tutti, a partire dalle persone in condizioni più fragili o più esposte al virus (come gli operatori sanitari), tenendo conto delle sperimentazioni passate all’esame delle autorità sanitarie internazionali e nazionali.

L’approccio dell’economia sanitaria

Fa riflettere seriamente e aiuta a fare scelte difficili l’economia sanitaria, che studia la salute da un punto di vista economico. Alla salute si può attribuire un valore d’uso, ma non un valore di scambio: infatti non esiste un mercato della salute, mentre esiste un mercato dei servizi sanitari, studiato dall‘economia sanitaria, branca specifica dell’economia.

Uno degli aspetti-chiave del mercato dei servizi sanitari è il fatto che chi ha un bisogno di salute non sa cosa gli serve per soddisfarlo, altri sono i soggetti che decidono i suoi consumi in questo campo: i medici, gli scienziati, i ricercatori, i produttori di farmaci, i responsabili della politica sanitaria, tra cui il ministro della sanità, le autorità regionali, ecc. Proprio ciò che abbiamo visto accadere in questi mesi.

Al centro del sistema sanitario sta il medico di base, o medico di famiglia, l’autorità sanitaria più vicina al cittadino, cui ci si rivolge con fiducia non appena si avverte un disturbo e che dovrebbe avere una conoscenza complessiva della situazione sanitaria e delle condizioni generali di vita e di lavoro dei propri pazienti. Sta a questa figura indicare interventi sanitari specialistici, esami, trattamenti ospedalieri ecc., svolgendo un’importante funzione di diagnosi e di orientamento nel mercato sanitario. I tagli ai servizi sanitari territoriali e la diminuzione del numero dei medici di base sono state alcune delle falle emerse durante la pandemia, cui ha supplito il senso del dovere e la dedizione dei medici stessi, che in numero troppo elevato hanno pagato addirittura con la vita (2).

Per tutelare efficacemente la salute individuale e collettiva occorre un senso civico diffuso e comportamenti corretti da parte di tutti i cittadini, che la scuola contribuisce a formare.



Riferimenti bibliografici

(1) Corte Costituzionale, sentenze n° 258/1994, n° 118/1996 e n° 49/2009

(2) Per approfondire i compiti dell’economia sanitaria segnaliamo il volume di Nerina Dirindin e Enza Caruso, “Salute ed economia. Questioni di economia e politica sanitaria”, il Mulino, 2019