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Spunti per applicare la didattica a moduli e assegnare attività nell’ambiente domestico

Disponibile online “Spunti per applicare la didattica a moduli e assegnare attività nell’ambiente domestico” la nuova lezione del ciclo di webinar di Gruppo Editoriale La Scuola SEI in co-branding con Dire, fare, insegnare, tenuta da Teresa Iodice.

Metodologie 
18 dicembre 2020 di: Redazione
copertina

Il webinar di Teresa Iodice è dedicato al tema della didattica modulare alla scuola primaria e delle attività in ambiente domestico e vuole fornire presupposti teorici, consigli pratici e proposte di lezione. Per parlare di questi temi, infatti, è necessario innanzitutto chiarire il contesto di partenza, analizzando le principali caratteristiche della didattica digitale.

La didattica digitale è un processo di insegnamento e apprendimento che si svolge in un contesto misto: “analogico” e digitale. In tale contesto, infatti, si modificano le metodologie tradizionali promuovendo il ruolo attivo dello studente e una didattica orientata all’acquisizione delle competenze.

Il tema del digitale a scuola è centrale nel dibattito in ambito educativo ormai da molti anni. Già nel 2015 il Piano Nazionale Scuola Digitale – pilastro de “La Buona Scuola” – parlava del posizionamento del sistema educativo italiano nell’era digitale e della necessità di innovare tale sistema. Ci si proponeva inoltre di incentivare una didattica attiva, fatta di ambienti flessibili, e di farlo attraverso uno sforzo della comunità scolastica, intraprendendo un percorso di innovazione su diversi livelli.

Per aggiornare e innovare davvero la scuola nel suo complesso, infatti, è indispensabile creare un dialogo e un’alleanza fra tutti coloro che sono interessati e coinvolti nell’ambiente scolastico e che vogliono costruire in esso esperienze condivise.

Da questo punto di vista è innegabile che le attività di didattica digitale prevedano più che mai la pianificazione e la costruzione guidata dell’apprendimento attraverso l’interazione costante fra docenti e alunni.

Si tratta quindi di una modalità affine alle teorie costruttiviste, secondo le quali la conoscenza è sempre il frutto di processo condiviso e interattivo, in cui il discente partecipa attivamente e collabora con il docente per raggiungere gli obiettivi condivisi.

Si tratta, in breve, di una costruzione ragionata del sapere, che mette gli studenti nella condizione di agire consapevolmente sul proprio processo di apprendimento, gestendone la complessità.

La didattica infatti può e deve sempre evolversi e rinnovarsi, avvalendosi di strumenti nuovi. Come ricorda la nota ministeriale del 17 marzo 2020: «Qualsiasi sia il mezzo attraverso cui la didattica si esercita, non cambiano il fine e i principi.»

Nello specifico la didattica digitale prevede più momenti di confronto fra docenti e allievi, momenti relazionali attraverso cui l’insegnante può guidare e indirizzare l’attività autonoma dei discenti. In quest’ottica tutti i compiti, le consegne e i momenti privi di dialogo vanno indubbiamente aboliti.

La didattica digitale offre una moltitudine di strumenti utili e versatili come videolezioni, chat in tempo reale, classi individuali, applicazioni educative gratuite, che possono aiutarci a superare i confini temporali e spaziali dell’aula e allargare così il nostro spazio di dialogo e crescita con gli alunni.

Sebbene sia chiaro che la didattica digitale non potrà mai del tutto sostituire quella in presenza, è comunque utile investire le proprie energie nel suo corretto funzionamento e saper sfruttare al meglio gli strumenti che abbiamo. Innanzitutto in quanto insegnanti è sempre necessario mettersi in gioco e affrontare nuove sfide, superando i nostri limiti. Guardare un tutorial per scoprire qualcosa di nuovo o imparare a usare un nuovo programma sono operazioni semplici che possono dare un grande risultato, personale ed educativo.

In secondo luogo è importante non dimenticare il contesto socio-culturale in cui ci troviamo, che osserviamo da un punto di vista privilegiato. Considerare i bambini destinatari della nostra didattica e le loro famiglie, specie alla scuola primaria, è un elemento fondamentale: problematiche come il digital divide e il ruolo della famiglia possono avere una profonda influenza sull’apprendimento e il lavoro in classe.

Inoltre è importante avere fin dall’inizio una chiara pianificazione del percorso che vogliamo proporre. Il docente deve selezionare con cura il percorso da intraprendere e percorrerlo tenendo sempre a mente quali sono le condizioni di partenza e le circostanze, così come l’obiettivo finale di tale percorso. Sia nel lavoro con gli studenti, sia in quello con le famiglie, sia in aspetti quotidiani come l’assegnazione di un carico di lavoro più o meno elevato si deve sempre far prevalere il buon senso e ciò che è più utile ai bambini, tenendo in alta considerazione l’aspetto emotivo.

Naturalmente per riuscire a raggiungere questi obiettivi è essenziale una buona strategia di pianificazione e di conseguenza una “scaletta” chiara dei moduli da pianificare.

In primo luogo è utile selezionare dall’inizio l’obiettivo di apprendimento che si vuole perseguire nella lezione e preparare il proprio materiale. La spiegazione teorica deve essere concepita come un input e non una lezione frontale, per questo è utile arricchire il materiale di elementi audio e video e non dilungarsi troppo sull’aspetto teorico per non andare oltre la soglia dell’attenzione.

È molto importante mantenere una visione d’insieme della classe ma allo stesso tempo non dimenticare le esigenze particolari dei propri allievi, specie alla primaria. Ogni classe e ogni bambino hanno il proprio stile di apprendimento ed è centrale sapersi adattare a essi, sia per quanto riguarda un aiuto per gli alunni con difficoltà di apprendimento, sia per un’attenzione maggiore per i plus dotati. Creare un metodo di apprendimento congeniale alla propria classe e al proprio contesto è un valore aggiunto dell’insegnante, che non deve trascurare nemmeno l’apporto fornito dai colleghi. La presenza di un docente di sostegno per esempio può fornire un supporto di grande spessore e per questo motivo è sempre bene lavorare in armonia con questa figura, che spesso è in grado di individuare dinamiche “sommerse” che interessano tutto il gruppo classe.

Il docente di sostegno, infatti, è colui che crea “ponti”, anzi secondo un’espressione di Dario Ianes crea “una cordata”, ossia coinvolge l’intero gruppo classe nel processo di adattamento e facilitazione, rendendoli una parte attiva e incentivando reali dinamiche inclusive.

La progettazione di una lezione modulare perciò richiede un ruolo particolarmente attivo del docente per coinvolgere i discenti; si devono proporre esperimenti, fornire spunti e soprattutto rendere le materie scolastiche e i loro contenuti elementi della quotidianità. Per fare questo bastano attività semplici come piantare un seme e osservarne la crescita, applicare i numeri a una ricetta di cucina, chiedere di tenere un diario, ecc.

Un altro aspetto fondamentale è quello dell’interazione e del monitoraggio del docente: porre domande è fondamentale per rendersi conto di come stia andando l’apprendimento. Specialmente nel caso della scuola primaria è importante far sentire sempre la propria presenza e fornire costanti feedback, che costituiscono uno stimolo fondamentale per l’apprendimento.

Un aspetto ulteriore è costituito dalla cosiddetta didattica offline: cosa succede quando la presenza del docente viene meno e i discenti devono proseguire il percorso in autonomia?

Senza dubbio in quest’ambito è essenziale il ruolo e la condizione delle famiglie, che possono aiutare i docenti in modi e misure diverse, ma non è da meno il carico di lavoro, che non deve mai essere eccessivo e stressante per i bambini. Per questo motivo è necessario fare tutto il possibile per mettere i bambini nelle condizioni di apprendere in un ambiente positivo: ideare consegne piacevoli, fattibili e creative; sintetizzare in esse tutti i contenuti e renderle attuali, connesse alla vita reale. È comprovato infatti che i compiti autentici o “di realtà” impegnano nell’apprendimento con un ruolo attivo e creativo.

Per avere un’idea più pratica degli spunti teorici qui proposti può essere utile un esempio concreto. Nella scuola primaria un obiettivo di apprendimento fondamentale è la scrittura e in particolare nelle prime classi l’avviamento alla scrittura. Per raggiungere quest’obiettivo è importante rendere positivo l’inizio della scolarizzazione ma anche conoscere i prerequisiti necessari.

La scrittura è in primo luogo un compito visuo-motorio che chiama in causa la coordinazione oculo-manuale e le abilità visuo-percettive, richieste rispettivamente per lo sviluppo del tratto grafico e la capacità di analizzare gli input visivi. Il buon funzionamento di queste competenze permette di affrontare positivamente l’inizio della scolarizzazione, ma non sempre essere sono sviluppate compiutamente durante la scuola dell’infanzia, dove spesso si preferisce dedicarsi ad attività tradizionali come copiare le lettere dell’alfabeto. All’opposto sarebbe molto più fruttuoso, come attività propedeutica alla scrittura, concentrarsi sull’aspetto sensoriale, sulla manipolazione autonoma degli oggetti. A questo proposito si propongono alcune attività utili per i primi tempi della scuola primaria ma anche per l’ultimo anno della scuola dell’infanzia. Proporre attività come manipolare, travasare, pitturare, svitare oggetti o attraversare lo spazio con il proprio corpo permettono al bambino di vivere esperienze positive.

Far sentire i bambini capaci e autonomi li aiuta ad apprendere con successo e con allegria.