Dire, fare, insegnare
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Suono, rumore e silenzio: insegnare musica divertendosi

Ivana Capone, docente della scuola primaria, ha condiviso con noi la sua proposta per l’insegnamento della musica nelle prime classi della scuola primaria.

Primaria 
01 giugno 2022 di: Ivana Capone
copertina

Quasi sempre insegnare musica alla scuola primaria è un compito affidato alle maestre di sezione, non specialiste in questo campo di sapere, perciò molto spesso capita di incontrare docenti in difficoltà, che, non avendo competenze musicali, trovano ostacoli nella programmazione delle attività da proporre in classe e soprattutto devono studiare in prima persona gli argomenti da trattare.

Le Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione del 2012 non bastano e moltissimi docenti della scuola primaria si affidano al web, riempiendo i banchi di schede sull’udito, sulle caratteristiche del suono, sugli strumenti musicali, sulla notazione musicale ecc. Tale modus operandi non è efficace per l’insegnamento della musica perché spesso non riesce a interessare i bambini, i quali si annoiano e non fanno esperienza delle emozioni e delle sensazioni che la musica può regalare. In breve non si accende in loro la curiosità che, come afferma Daniela Lucangeli, è il motore dell’apprendimento.

Per questi motivi è importante ripensare il modo di insegnare musica alla primaria e sviluppare un metodo per raggiungere gli obiettivi del MIUR scatenando nei bambini e negli insegnanti la gioia di fare musica, di cantare, ballare, suonare insieme.

Il primo argomento da portare in una classe prima della scuola primaria è il più complesso: “Che cos’è la musica?”. La musica è una forma d’arte, ma è anche la voce che canta, è nella natura e nelle culture di tutto il mondo; si declina in tanti generi e strumenti musicali. La musica fa parte della vita quotidiana ed è un canale privilegiato per attivare le nostre emozioni.

Cominciamo, quindi, con una attività di brainstorming, ponendo questa domanda ai bambini e scrivendo le loro risposte sulla lavagna. Stimoliamo i bambini a formulare risposte sulla base dei loro vissuti personali, sulle loro esperienze e sui loro gusti musicali, spingiamoli a interrogarsi sulla differenza fra suoni e rumori. È proprio partendo dal confronto che si accende l’interesse.

Per sfruttare al meglio il momento di scambio reciproco si può proseguire la lezione proponendo il gioco a squadre Indovina chi sono!”. La classe si divide in due o più gruppi che avranno il compito di indovinare, a turno, se la traccia riprodotta è un suono o un rumore e qual è l’oggetto che lo produce. L’insegnante può riprodurre con la LIM una serie di suoni e rumori (aereo, automobile, canto degli uccelli, sedia, vento, sveglia, verso del cane, campane, chitarra, pianoforte, ambulanza, polizia, neonato che piange ecc.) e annotare il punteggio ottenuto da ciascuna squadra fino a decretare il vincitore assoluto.

I punti si assegnano in base al riconoscimento dell’oggetto che produce il suono o il rumore, poiché la distinzione teorica fra suoni e rumori può risultare troppo complessa per bambini così piccoli.

Infine per affrontare il tema del silenzio proponiamo ai bambini la lettura dell’albo illustrato Sss, il silenzio!” di M. Schiavo e L. Zani edito da Storie Cucite. Il testo, accompagnato dalle immagini, è una delicatissima descrizione del silenzio che è sempre insieme a noi, come un amico invisibile nei nostri pensieri, nei sogni e nei momenti di solitudine.

Per iniziare, dopo la lettura del libro, chiediamo a tutti i bambini di continuare la frase “Il silenzio è…” e raccogliamo le loro risposte. In seguito, possiamo proporre due attività.

Per prima cosa chiediamo ai bambini di fare qualche minuto di silenzio cercando diascoltare tutti i suoni e i rumori presenti nell’aula (l’esperienza può essere ripetuta in città, in giardino ecc.). Al termine del momento d’ascolto ciascuno condivide con gli altri ciò che è riuscito a percepire.

Per la seconda attività possiamo proporre alcuni giochi: chiediamo ai bambini di alzarsi e sedersi dalla sedia senza produrre alcun suono o rumore. Oppure, in posizione di circle time, di passarsi un foglio di carta l’un l’altro senza emettere alcun suono. O ancora, chiediamo loro di trasportare la sedia da una parte all’altra nella stanza in assoluto silenzio.

In conclusione la musica si insegna facendola. Insegnare musica significa educare all’ascolto, permettere ai bambini di fare esperienza concreta dei concetti musicali, stimolare la loro curiosità e avvicinarli anche all’aspetto emotivo della disciplina.

Riferimenti bibliografici

  • Schiavo M. e Zani L., Sss, il silenzio!, Storie Cucite, 2019.