Dire, fare, insegnare
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U.P.S.Y., il pianeta giovane di Francesca Passeri

Il progetto italiano, vincitore della SERR 2022 e promosso da Francesca Passeri, porta la filosofia del recupero tessile e upcycling in aula negli istituti tecnici superiori e professionali, per far crescere giovani “eco-creatives” trovando soluzioni a un problema ecologico e mettendo in discussione le proprie abitudini.

Esperienze di insegnamento 
20 aprile 2023 di: Francesca Passeri
copertina

La sostenibilità è un dialogo tra sistemi: gli obbiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile promuovono il cambiamento verso una crescita consapevole, l’economia circolare, in parallelo, sostiene la lotta contro lo spreco e la condivisione di buone pratiche messe in atto dagli individui per allungare la vita utile dei prodotti e ridurre i rifiuti generati dai sistemi industriali.

Grazie alle proprie competenze e soft skills all’interno del settore della moda italiana Francesca Passeri, green designer e consulente creativa, ha scelto di utilizzare già dal 2010 pratiche di upcycling e strategie di circolarità tessile nella progettazione delle proprie creazioni e di diffondere le sue conoscenze di circolarità nelle realtà formative all’interno delle quali insegna, principalmente istituti superiori tecnico-professionali ed enti di formazione.

Francesca inizia a promuovere in aula l’idea di una micro-imprenditorialità che nasce dall’intuito e dalla presenza di nuovi parametri, come per esempio utilizzare materie tessili o giacenze industriali tessili come basi per l’ideazione di prodotti, creativi e sostenibili. Nel maggio 2022 fonda U.P.S.Y., Unique Planet Sustainable Young (@upsy.project), un progetto italiano vincitore della Settimana Europea Riduzione Rifiuti e candidato alle finali europee: si tratta di un circuito dedicato a esperienze di workshop d’aula e progetti site specific concentrati sull’upcycling e sulla sensibilizzazione dei giovani verso un mestiere creativo che sappia affondare le proprie radici nella responsabilità ambientale; così come indicato in tre degli obbiettivi dell’agenda 2030: comunità sostenibili, partnership e uso consapevole delle risorse.

Incrociando le tradizionali metodologie teoriche e pratiche con una nuova forma di apprendimento e sapere manuale basata sull’osservazione delle giacenze e sull’intuizione creativa, diverse aree di insegnamento come Italiano ed Educazione civica possono essere coinvolte nel processo creativo e di sensibilizzazione per trattare temi importanti anche sotto il profilo antropologico e sociologico.

L’esperienza d’aula è infatti sostenibile, funzionale, emozionale, estetico-sociale ed espressiva. Nel primo test pilota del 2022, la classe 2G percorso IeFP dell’Istituto I.P.S.I.A. Primo Levi di Parma “Operatore dell’abbigliamento e/o produzioni Industriali e Artigianali per il Made in Italy” ha realizzato insieme alla docente l’upcycling e la confezione di articoli derivati dal riciclo (pantaloni jeans) trasformandone funzione, dettagli e forma per mezzo di scarti denim, sia derivati da raccolta sia da giacenze dell’industria italiana Berto Industria Tessile.

Di fatto, le esperienze che U.P.S.Y. promuove sono differenziate e cooperano con diverse età e aree disciplinari, dalla moda all’arte, al retail, all’Educazione civica, all’economia aziendale; di solito si rivolge a ragazzi e ragazze tra i 15 e i 25 anni, che frequentano scuole superiori, istituti tecnico-professionali e accademie specializzate per il made in Italy.

Il progetto si articola in diverse fasi operative:

  • fase introduttiva: si parla del tema dello spreco connesso alle competenze di educazione alla sostenibilità (ESS) da attivare nel programma ovvero laCooperazione (affrontare insieme le questioni riguardanti lo sviluppo sostenibile), l’Azione (assumersi la propria responsabilità) e la Creatività (pensare in modo critico e costruttivo);
  • fase di dialogo e confronto sul tema dell’inquinamento ambientale causato dal mondo tessile e dalle logiche veloci dal fast fashion che spesso i giovani non conoscono; ci si occupa della sensibilizzazione verso acquisti consapevoli e ragionati;
  • fase di istruzionesul potenziale del tessuto scartato e sulle nuove forme di upcycling stilistico a esso associate e osservazione dei materiali ritrovati;

Per ciò che riguarda i workshop organizzati all’interno delle scuole tecnico-professionali a indirizzo moda, l’esperienza di insegnamento sostenibile viene fissata nel calendario del programma annuale, stabilendo sia la durata del workshop - da 5 a e 20 ore - sia il concept in accordo con i docenti in modo da per dare vita a un percorso originale e compatibile alle capacità delle classi partecipanti.

I passaggi del workshop sono:

  • recupero di prodotti pre e post consumer, per esempio l’esperto mette a disposizione del workshop capi del proprio guardaroba o giacenze;
  • osservazione delle forme e dei materiali;
  • elaborazione di una scheda ideativa con bozzetti e disegni per impostare una modalità di rivisitazione e confezione del capo, fino alla cucitura e alla presentazione finale del progetto da parte dello studente;
  • compilazione di un questionario sul percorso didattico come restituzione o strumento IOV del workshop realizzato.

Attraverso questa esperienza è possibile:

  • sviluppare e realizzare un progetto di reinterpretazione sotto la propria responsabilità;
  • cercare una soluzione in modo creativo/cooperativo partendo da un problema sociale/ecologico (consumo di vestiti, mentalità dell’usa e getta);
  • mettere in discussione le proprie abitudini legate al consumo di vestiti;
  • farsi un’idea dei processi di produzione globali e riflettere criticamentesugli interessi in gioco;
  • attribuire una identità al proprio progetto partendo anche dall’analisi delle diversità, prendendo spunto dall’esistenza nella nostra società di ispirazioni culturali e multietniche, considerate risorse nella differenziazione oltre l’anonimato.

Dal 2022 a oggi diverse scuole dell’ Emilia Romagna hanno aderito a esperienze di recycling e upcycling di moda circolare promosse da Francesca Passeri, come l'IPSIA Primo Levi di Parma e l'IPSAS Aldrovandi Rubbiani di Bologna, sperimentando la conversione di materiali in qualcosa di utile per produzioni finali dal risultato eccellente. L’upcycling tessile è infatti una forma di recupero creativo in cui il materiale di partenza, anziché perdere qualità durante la lavorazione, acquista un potenziale maggiore di quello che possedeva.

Nel suo DNA sono presenti i medesimi parametri del fare impresa - osservazione, intuizione, ricerca, creazione e rischio - con l’indispensabile aggiunta dell’ ingrediente green, quale fattore di innovazione. Nuove esperienze d’aula sono già in cantiere per il prossimo mese di maggio: per esempio la collaborazione con Fondazione Mita ITS Academy di Scandicci (Firenze) che vede coinvolta Francesca Passeri in un processo di menthorship di allievi nell'ambito della sperimentazione artistica di upcycling; inoltre altre attività sono previste durante la futura programmazione scolastica 2023-2024 con il coinvolgimento di realtà formative del settore moda delle regioni Emilia-Romagna, Toscana e Lombardia, per incentivare nei giovani la corretta conoscenza della cultura dell’abbigliamento, spesso considerata frivola e senza valore emotivo, psicologico e identitario.