Alessandro Quattrino racconta com'è nato il festival, gli obiettivi raggiunti e le aspettative per il futuro.
News ed eventi È trascorso un mese dal termine di Edufest, il festival dedicato al mondo dell'educazione, ed è arrivato il momento di fare un bilancio conclusivo dell'esperienza. In questa intervista Alessandro Quattrino, responsabile dell'evento, spiega l'origine di Edufest, i retroscena della sua realizzazione, gli obiettivi della manifestazione e la visione che l'ha ispirata.
L'idea di Edufest è nata nell’ambito di LEELA, un progetto realizzato a Genova dalla cooperativa Progetto A, come misura di contrasto alla marginalità e alla povertà educativa. Al termine di questa esperienza durata due anni, incentrata sul dialogo e sulla comunicazione non violenta, avevamo previsto una festa conclusiva che coinvolgesse i bambini, gli insegnanti e i genitori che vi avevano preso parte. Abbiamo organizzato l'evento in un parco di Genova, abbiamo invitato alcuni ospiti che sapessero dialogare sul tema dell'educazione con un registro divulgativo e accessibile a tutti, abbiamo creato workshop per insegnanti su diversi temi, come la Philosophy for children, le pratiche di mindfulness a scuola, la comunicazione non violenta e, infine, abbiamo organizzato nel parco attività e giochi per coinvolgere e intrattenere i partecipanti.
Esattamente, ma con un taglio non specialistico e divulgativo. L'incontro è piaciuto e ha ricevuto una buona esposizione mediatica, così abbiamo provato a replicarlo come festival autonomo, ora slegato rispetto a LEELA, di cui rappresentava in origine una semplice tappa.
Mi ritengo molto soddisfatto e sono certo, dicendo ciò, di esprimere anche il punto di vista dei miei collaboratori. Abbiamo registrato un aumento significativo dei partecipanti rispetto all’edizione precedente, passando da quasi tremila visitatori a circa ottomila. Chiaramente, il sostegno istituzionale ci ha garantito una visibilità del tutto diversa rispetto all'anno scorso. Abbiamo ospitato il Sottosegretario all’Istruzione, che è venuto a Parco Trotter di persona, abbiamo goduto del patrocinio del Ministro per le disabilità e del sostegno partecipe di Unicef e Fondazione Cariplo. Direi che abbiamo pienamente raggiunto l’obiettivo che ci eravamo fissati: creare un momento di incontro tra la cittadinanza e le istituzioni legate al mondo dell’istruzione, il tutto in una cornice di piacere e convivialità.
Purtroppo non abbiamo organizzato una rilevazione puntuale delle presenze, quindi non disponiamo di dati precisi. Sicuramente Edutainment, la sezione dedicata a bambini e famiglie, è quella che ha riscosso più successo attirando al festival un gran numero di partecipanti. Il grosso del pubblico, se dovessi fare una stima, aveva un'età compresa tra i trenta e i cinquanta anni: era quindi composto per la maggior parte da insegnanti e genitori. Al di là di questo, mi ha fatto molto piacere scoprire che il pubblico è venuto anche da molto lontano per partecipare, da Napoli, Genova, Trieste, Torino. Abbiamo avuto la dimostrazione che l’interesse è cresciuto e non possiamo non rallegrarcene.
Che io sappia, la risposta è no. Esistono, certo, eventi professionali e accademici dedicati al mondo dell'educazione, o, sul versante opposto, iniziative rivolte esclusivamente ai bambini con giochi e laboratori creativi. Ma un festival di questo tipo, incentrato sul valore del “processo educativo”, inteso come dimensione collettiva al cui interno ci muoviamo tutti, capace di trasformare piccoli e grandi, è un unicum. Lo scopo di Edufest, potrei dire, è precisamente il seguente: celebrare questo tipo di processo in quanto creatore di legami collettivi e come motore di aggregazione e di evoluzione sociale. Perciò, la nostra speranza per il futuro è che questa manifestazione continui a crescere, riuscendo a raccogliere sempre più adesioni, e ad aumentare il suo potere trasformativo.