Vito Aliperta, Content Manager Six Seconds Europa, racconta il percorso di formazione EQ Educator, pensato per fornire agli insegnanti gli strumenti per integrare l’Intelligenza Emotiva nella pratica quotidiana.
Metodologie Quando un insegnante entra in classe, porta con sé molto più di un semplice piano didattico come, per esempio, la capacità di comprendere le proprie emozioni, gestire conflitti e promuovere una cultura empatica. Queste competenze, però, non si improvvisano. Per aiutare i docenti ad acquisirle esiste il percorso EQ Educator di Six Seconds Italia, un programma studiato per fornire a insegnanti ed educatori gli strumenti necessari per integrare l’Intelligenza Emotiva nella pratica quotidiana.
Nel primo step dell’EQ Educator, l’insegnante si immerge nel modello Six Seconds, imparando a conoscere a fondo come funziona l’apprendimento socio-emotivo. Non si tratta semplicemente di riconoscere le emozioni degli altri ma di iniziare da sé stessi. L’insegnante, per esempio, potrebbe scoprire nuovi modi per gestire la propria frustrazione quando una lezione non va come previsto, trasformandola in un’opportunità di crescita. Attraverso strumenti e modelli pratici, educatori e insegnanti acquisiscono la consapevolezza delle proprie reazioni emotive, diventando un modello di resilienza per studenti e studentesse.
Dopo aver acquisito una comprensione più profonda di sé, il secondo step del percorso EQ Educator aiuta gli insegnanti a portare l’Intelligenza Emotiva nelle loro lezioni. Qui entrano in gioco le dinamiche quotidiane: ogni studente o studentessa porta con sé emozioni e sfide personali ma l’insegnante, grazie agli strumenti appresi, saprà come creare un ambiente in cui tutti si sentano ascoltati e coinvolti. È qui che la didattica si trasforma in un’esperienza che va oltre il semplice apprendimento di contenuti.
Nel terzo e ultimo step, insegnanti ed educatori diventano veri e propri role model di Intelligenza Emotiva, non solo per studenti e studentesse ma anche per colleghi e colleghe. Un esempio concreto è quello di un insegnante che porta con sé pratiche efficaci di gestione e di crescita della classe all’interno della scuola. Questa trasformazione, infatti, non si limita alla classe ma permea l’intera comunità scolastica, creando un ambiente di apprendimento più coeso e inclusivo.
Tuttavia, uno dei timori che spesso coinvolge gli insegnanti, nonostante abbiano intuito il potenziale di integrare questa metodologia riguarda il tempo. È lecito chiedersi: «riuscirò a portare avanti il programma didattico e allo stesso tempo aiutare la mia classe ad allenare le competenze socio-emotive?». Per aiutare i docenti a conciliare e coordinare questi due aspetti una proposta può essere l’applicazione della Self-Science Experience. Attraverso questa metodologia è possibile collegare contenuti didattici e competenze emotive. Per esempio l’Inferno dantesco può diventare una mappa emotiva in cui studenti e studentesse potranno esplorare il proprio panorama emotivo collegandolo a esperienze personali.
Immaginiamo una lezione in cui studenti e studentesse riflettono sulla figura di Caronte, il traghettatore delle anime dannate. L’insegnante potrà chiedere: «quali sono le paure che vi impediscono di attraversare il vostro personale fiume di difficoltà?» Così facendo ogni componente della classe potrà confrontarsi con le proprie sfide emotive, imparando a dare un nome alle emozioni e a farle diventare un’opportunità di crescita. Grazie alla guida dell’insegnante, dopo aver vissuto in prima persona la Self-Science Experience, ragazzi e ragazze saranno in grado di navigare i propri mondi interiori con maggiore consapevolezza.
Applicando questo approccio ogni disciplina, e in special modo la letteratura, si trasforma in un ponte tra conoscenza ed emozioni, offrendo a ragazzi e ragazze un’opportunità unica di crescere non solo come studenti ma come esseri umani. Attraverso queste esperienze, l’aula si trasforma in un luogo di scoperta, dove ogni emozione trova spazio e dove l’apprendimento diventa un viaggio: in questo modo, l’insegnante non forma solo menti, ma cuori capaci di affrontare il mondo.