Dire, fare, insegnare
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"What is it?": un viaggio nel regno dell'immaginazione

La scrittrice per l'infanzia Monica Colli racconta la genesi di "What is it?", primo libro di una trilogia dedicata alle api, e propone una riflessione su nuovi strumenti didattici.

Editoria  Infanzia 
11 maggio 2023 di: Monica Colli
copertina

What is it? Il curioso enigma di un pittore inglese, scritto da Monica Colli, scrittrice e formatrice, e illustrato da Erica Verri, apre una trilogia di libri per l'infanzia dedicata alle api. Il libro, pensato per la fascia di età 3 + e scritto con il font ad alta leggibilità, è nato in seguito a un'attività di laboratorio rivolta ai bambini tenuta dall'autrice stessa.

In questa intervista la scrittrice racconta la sua attività creativa, riflettendo sulle implicazioni didattiche dell'esperienza e suggerendo qualche metodologia di insegnamento innovativa.

Vuole raccontarci l'esperienza che ha portato alla nascita di questo testo?

Volentieri. Nell'aprile 2021, durante la prima stesura del progetto sulle api mellifere To bee or not to bee per l'Agenda Educazione dell'UBI e grazie alla scoperta che le api all'interno dell'alveare si muovono al buio, ho chiesto a Erica Verri, l'illustratrice con cui collaboro da tempo, di disegnare una porzione di favo. Naturalmente... al buio! L'immagine, accompagnata da domande in rima è stata sottoposta inizialmente a un gruppo di educatori che seguivo in quel momento in un percorso formativo. La varietà di risposte ottenute mi ha fatto pensare che potesse essere un ottimo stimolo di partenza anche per un laboratorio con i bambini, che in quel periodo, per via della pandemia, potevano seguire le lezioni solo online. Le ipotesi, scaturite dalla classe V D dell'amica maestra Cristina Lucchetti della scuola Mazzini di Terni, sono state così sorprendenti che mi hanno fatto desiderare di metterle in rima.

Quali idee sono nate dai bambini e come sono state poi trasposte nel libro?

Tra le idee più originali, e a cui non avevo affatto pensato, ci sono state: la pelle del serpente, le squame del pesce e i mattoni di un castello. Tutte sono poi state trasposte nel libro attraverso indovinelli ad hoc.



Parte del ricavato di questo libro verrà devoluta a Beeing, azienda che sensibilizza la popolazione sull'importanza delle api e del loro lavoro. Vuole raccontarci meglio la natura di questa collaborazione?

La casa editrice, Storiedichi Edizioni, ha deciso di destinare parte del ricavato a Beeing, azienda di Faenza che sensibilizza la popolazione italiana riguardo all'importanza di conoscere le api e rispettare e tutelare il loro lavoro, fondamentale per garantire la biodiversità. Beeing svolge una grande attività di comunicazione e formazione mirata a diffondere la cultura del mondo delle api e a promuovere l'apicoltura urbana. Sostiene, inoltre, il lavoro degli apicoltori fornendo loro strumenti all'avanguardia per salvaguardare le loro api.

Il libro è scritto con il font di alta leggibilità Easy Reading. Che caratteristiche ha questo font e come si distingue dagli altri?

Easy Reading è un font studiato per agevolare, nella lettura, i bambini dislessici. Il designer che lo ha ideato è Federico Alfonsetti e per utilizzarlo è necessario l'acquisto di una licenza. La casa editrice ha scelto di utilizzare questo font ad alta leggibilità pensando a What is it? come a uno strumento didattico inclusivo, adatto a tutti i bambini che stanno imparando a leggere.

Monica Colli è una vera esperta di metodologie didattiche innovative. Può raccontarci quelle che ritiene più efficaci per l'insegnamento dell'italiano alla scuola primaria?

Grazie per la definizione di "esperta", diciamo che amo sperimentare e "sprofondare" dove gli altri non hanno ancora approfondito. Per quanto riguarda l'insegnamento in generale, e quindi anche dell'italiano, ritengo sia fondamentale utilizzare una didattica laboratoriale basata sulla metodologia della scoperta e che si avvale di approcci fortemente immaginativi e artistici.

Può farci qualche esempio?

Un paio di esempi? La progettazione, messa a punto con mia sorella Rossana e con parte dell'equipe di ProXXima, l'associazione di cui sono presidente dal 2022, della linea didattica "Viaggio nel Regno del Linguaggio", all'interno del progetto Diderot della Fondazione Crt, che punta molto sull'arricchimento lessicale, sulla riflessione linguistica, sul parlato e sull'ascolto, attraverso laboratori ad hoc e podcast teatrali con una sceneggiatura avvincente, recitati da attori professionisti e con paesaggi sonori godibili. E naturalmente la serie di Sam Grammaticus, i mini gialli della grammatica scritti con l'amica Grazia Mauri per l'editrice Erickson. In ogni mini giallo i bambini ripassano o scoprono le regole grammaticali calandosi nel ruolo di piccoli detective e raccogliendo indizi.

A suo parere, quale dovrebbe essere la direzione della scuola del futuro? Quali innovazioni, quali metodi sarebbero da implementare? Quale approccio al digitale?

Sogno una scuola decisamente pù leggera, che dedichi tempo a costruire fondamenta solide e che consideri l'apprendimento della lingua italiana indispensabile per l'apprendimento della maggioranza delle discipline, piuttosto che proporre un mix impossibile di tutto lo scibile umano. Una scuola che mostri maggiore attenzione e cura non solo all'aspetto cognitivo, ma anche a quello emozionale di bambini e ragazzi e degli stessi docenti (a partire dalla loro selezione). Una scuola in cui si presti attenzione al corpo come strumento di apprendimento e che, almeno per tutto il ciclo della primaria, promuova l'intelligenza delle dita, ovvero della manipolazione fine e tutti i lab artistici a essa correlati. Una scuola infine con un approccio ecocentrico in cui i cittadini del futuro sviluppino una relazione di rispetto e di protezione nei confronti di ciò che ci circonda.

E il digitale?

Considerato quanto già imperversa nelle case, direi a piccole dosi, specie nei primi anni di scuola. Che senso ha infatti che un bambino di otto anni sappia fare una ricerca su Google, ma non sappia ancora allacciarsi le scarpe o vestirsi da solo, o alla vista di un insetto qualsiasi si spaventi perché ha poche esperienze, o nessuna, fatte in natura?