Simonetta Falchi, docente e ricercatrice di Lingua e Traduzione Inglese presso l’Università degli Studi di Sassari, ci introduce all’approccio didattico del Trojan Learning, basato su attività e tecnologie che coinvolgono gli studenti nel processo di apprendimento
Metodologie  Dire, fare, insegnare TV Con Simonetta Falchi, ricercatrice all’Università di Sassari ed ex componente dell’Équipe Formativa Territoriale Sardegna, abbiamo parlato di Trojan Learning e di metodi di insegnamento innovativi che, soprattutto dopo il periodo di DAD, aiutano a ripensare la didattica mettendo al centro gli studenti e aiutandoli ad apprendere divertendosi.
Ci ha spiegato che l’approccio del Trojan Learning consiste proprio nel trovare la chiave di lettura per interessare i ragazzi e portarli a studiare attraverso attività che si presentano come giochi o sfide.
Il metodo prevede cinque fasi di organizzazione del lavoro:
Come “cavallo di Troia”, l’insegnante può quindi proporre di utilizzare tecnologie che chiedono la partecipazione attiva dello studente, creare ambienti digitali a supporto dell’insegnamento, o invitare a lavori di gruppo più tradizionali ma non meno efficaci.
Se vi interessa capire meglio come funziona il Trojan Learning e vedere un esempio pratico di utilizzo del metodo in classe, non perdetevi la seconda parte dell’intervista Simonetta Falchi.