Mario Acampa, conduttore e attore di cinema tv e teatro, ha risposto alle nostre domande sul programma “La Banda dei FuoriClasse” e sul ruolo della televisione rispetto all’educazione durante la pandemia.
Dire, fare, insegnare TV Il ruolo della televisione come strumento comunicativo ed educativo efficace e ad ampia diffusione è già stato per decenni oggetto di dibattiti, critiche e speranze. Durante la pandemia però la scoperta del digital divide e della sua entità hanno riaperto il dialogo sul tema.
Dalla volontà di interagire con il mondo della scuola e di non lasciare soli i ragazzi durante la pandemia è nata l’idea del programma “La Banda dei FuoriClasse” in onda su Rai Gulp e in streaming su Rai play.
Per questo abbiamo chiesto a Mario Acampa, conduttore del programma, di raccontarci la sua esperienza e condividere il suo punto di vista sul rapporto fra scuola, televisione e formazione nell’era digitale.
Abbiamo parlato dell’impatto della pandemia sui ragazzi, privati di una dimensione sociale fondamentale, e dell’intenzione del programma di sostenerli e dar voce alle loro idee e al loro malessere. Poi ci siamo soffermati sulle proposte didattiche del programma dedicate ai ragazzi della scuola secondaria di primo grado in vista dell’esame di terza media. Infine abbiamo trattato il tema dell’inclusione e della solidarietà, pensando a come contribuire in prima persona al benessere emotivo della comunità in cui viviamo.