Alfonso Ruggieri è un insegnante di sostegno: in questo sentito articolo ci racconta la sua esperienza di didattica a distanza con Anna: insieme, durante il lockdown, sono riusciti a disegnare, creare animazioni e perfino comporre una canzone.
Esperienze di insegnamento Sono Alfonso Ruggieri, ho 37 anni, sono un insegnante tecnico pratico (ITP), indirizzo artistico, della provincia di Benevento. Questo, è stato per me, il secondo anno di insegnamento sul sostegno, al liceo artistico Giordano Bruno di Arzano-Grumo Nevano
Credo che nemmeno i più catastrofisti abbiano avuto il coraggio di proiettarsi in uno scenario simile nella propria vita. Da questa esperienza, da questo virus, in maniera serena o in modo sofferto, ne usciremo cambiati. Io ho avuto la fortuna di vivere questo quotidiano disorientamento, con una doppia sfaccettatura, da Artista e da Docente di sostegno. Ne sono lusingato e orgoglioso. Questi due mondi si sono fusi, contaminatil’un l’altro in modo spaventoso, con dei flussi di interazione positiva, trovando utilitàtrasversali che hanno costruito e abbattuto nello stesso tempo, sono stati le stelle chehanno segnato l’orientamento nel buio.
Il compito del docente, specialmente quello di sostegno, è stato incredibile in questa anomala circostanza. É il secondo anno che vengo chiamato nella scuola sul sostegno ed è il secondo anno che seguo Anna, una ragazza fantastica, gioiosa, carica di energia immobile e latente, trasferita a velocità supersonica con i suoi occhi e attraverso l’indice della sua mano sinistra che le permette di muoversi in questo mondo.
Spesso dai bambini ci si aspetta che stiano bene, benissimo, ma non è sempre così, e, ancora più spesso, trascuriamo la loro inconsapevole forza di farci stare bene. Sin dal primo giorno, ho impostato il mio rapporto con Anna basandolo sulla schiettezza, sulla trasmissione diretta delle sensazioni, sullo scherzo e sul divertimento, approfittando della sua incredibile intelligenza e perspicacia. Mi sono sempre preoccupato prima del suo sorriso, della sua gioia e poi del programma scolastico da seguire, con l’attenzione a non rendere difficile la sua vita che è tutta un fuori programma.
La DAD per Lei è stata una sorta di rivincita, ottenuta attraverso la dimestichezza con la quale usa il proprio tablet e con il quale interagisce e comunica. Mi ha spronato lei, ogni giorno e dal primo giorno, con la sua voglia irrefrenabile di fare, con quella capacità di intuire che era il momento di videochiamarci su WhatsApp, dopo la prima settimana di lockdown, per avvertire il contatto, per ascoltare quelle “parole” che ancora possono raggiungere l’altro, immaginare il suono della campanella, rivivere la scuola come tana.
Sicuramente, già nella didattica ordinaria, la situazione era molto complessa per diversi motivi e prima di riuscire a trovare il modo per tornare ad interagire concretamente con Anna, ho impiegato qualche giorno, del resto è noto che la mente umana si attiva di fronte alle esigenze, non dinnanzi al mero compito. Mi sono venuti in soccorso tutti quegli anni dell’adolescenza impegnati ad assimilare, immagazzinare, provare e riprovare cose che credevo inutili e invece, grazie ad un software che già avevo usato in passato per delle conferenze tra colleghi Artisti di diverse parti del mondo, siamo riusciti a fare delle cose incredibili, fantastiche, impensabili, che forse nemmeno con la didattica in presenza saremmo riusciti mai a tirar fuori.
Siamo riusciti a lavorare in contemporanea sullo stesso disegno, colorato in diretta sul suo tablet, abbiamo persino disegnato un corto animato, con le sue sembianze, che la vedesse protagonista. Per fare questo, Anna ha realizzato un suo ritratto, compresa la sua navicella spaziale a rotelle, dal quale poi ho creato una GIF animata, riportando i movimenti consueti di Anna, inserendola in un mondo fantasioso e speciale, creato esclusivamente per lei, con un profondo messaggio finale.
Siamo riusciti persino a suonare a distanza, incredibile! Avendo la passione per la musica ed essendo anche un cantautore oltre che pittore, ho fatto suonare ad Anna diversi strumenti virtuali che potessero comporre poi una canzone tutta sua. Abbiamo registrato questo brano dall’animo dance, sì, perché lei impazzisce nell’udire i bpm con chiara frequenza da discoteca, tanto che a volte rischia di ribaltarsi dalla sua navicella. Ha suonato attraverso la mia tastiera MIDI, pigiando i tasti virtuali trasmessi sul suo tablet, a oltre 50 km di distanza. Proprio in questi giorni terminerò il mixaggio del brano, che poi invierò ad uno dei Dj più importanti del mondo, David Guetta, sperando di regalare un sogno ad Anna.
Non nascondo che il primo giorno di scuola di due anni fa, quando ho visto Anna per la prima volta, ho creduto di non riuscire in quel nuovo e inaspettato compito, invece lei è stata capace di tirare fuori delle peculiarità che non sapevo di possedere e sulle quali non avrei mai scommesso. È stata lei a travolgermi e stravolgermi, rendendomi un uomo migliore.
Ci tengo a fare questa sorta di appello. Anna a settembre inizierà l’ultimo anno di liceo, l’ultimo anno con i suoi compagni di classe, in un ambiente che l’ha vista crescere in tutti i sensi, di cui è parte integrante. Il rischio è che lo vivrà con l’incognita devastante di riprendere l’anno scolastico con la DAD e non avere accanto, o peggio, dall’altra parte dello schermo, i suoi docenti, con i quali ha creato un rapporto di gioia, di fiducia, di consapevolezza, di sensibilità, di interazione empatica, sui sensi, tutti. Sarebbe impossibile sia per lei che per il nuovo docente instaurare qualsiasi tipo di rapporto minimamente produttivo e costruttivo. E sarebbe un vero peccato che il tutto si chiudesse così, per delle sterili regole o per una mancanza di buon senso, di elasticità, di logica, di sensibilità di emozioni che vanno oltre i decreti.
Oltre ad Anna ho seguito alunni di altre classi collaborando con colleghi con i quali si è creato uno spirito di cooperazione magnifico, in questo contesto anomalo di insegnamento. Ho messo a disposizione di tutti le mie competenze digitali ed estro artistico, per portare avanti progetti, concorsi, ricorrenze indette dal MIUR, come il Dantedì, la commemorazione del 21 Marzo per le vittime di mafia, la Nave della legalità, abbiamo persino scritto, suonato e cantato un brano inedito, con relative riprese video creando un vero e proprio videoclip, tutto realizzato con la DAD e con l’utilizzo di software professionali come DaVinci Resolve -ProTools - Garageband - PhotoshopiMovie, che vanno dal fotomontaggio, editing video, passando per quello di editing musicale e montaggio audio/video. Insomma, non è mancato nulla in questi mesi di DAD.
Vorrei chiudere con una riflessione che si è consolidata ulteriormente in questa quarantena: spesso ci lasciamo trasportare dalla frenesia ingiustificata della corsa, verso un traguardo mai chiaro, mai vicino; abbiamo timore di abitare il silenzio, accelerando i tempi naturalmente scanditi, da questi giorni di clausura, dove anche l’orizzonte è divenuto verticale, costretti tra quattro mura. Dovremmo godere nello stare a casa, nel non andare in palestra, né alla lezione dove si impara a blaterare in inglese. Leggere un libro, sempre e solo per il piacere. Prendere un cavalletto e dipingere mescolando colori, ascoltare la musica, scriverla, così senza un fine, se non il piacere. Parlare con i nostri nonni, memoria storica e garanzia del passato, ad un metro di distanza, magari mascherandosi non per proteggersi, bensì personificando Achille che combatte nell’Iliade. Rimanere senza fiato nel guardare la luna, il cielo, gli animali, ascoltare le loro composizioni, affascinati così, senza un fine, se non il piacere. Potremmo pensare a noi stessi, non in funzione dei voti, della prestazione, ma dei veri bisogni e degli affetti.
Potremmo pensare all'amore inventando una nuova didattica e una nuova vita ai tempi del Covid, prendendo spunto dal concetto di “paideia”, non tanto per il suo aspetto pedagogico formativo, come processo continuo, mai compiuto, piuttosto per il fine stesso dell’educazione, attraverso cui realizzarsi pienamente come soggetti autonomi, consapevoli di sé e in armonia con il mondo.
Tutto ciò che è stato raccontato in questo articolo, senza una profonda collaborazione della famiglia di Anna sarebbe stato impossibile.