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Équipe formative territoriali e l'importanza della formazione peer to peer. Intervista con Maria Cristina Bevilacqua

Maria Cristina Bevilacqua membro delle Équipe formative territoriali del MIUR per la regione Lazio ci ha raccontato il suo percorso, la sua esperienza di formatrice e alcuni dei progetti realizzati negli ultimi anni.

Grandi insegnanti 
05 maggio 2021 di: Maria Cristina Bevilacqua
copertina

Abbiamo chiesto a Maria Cristina Bevilacqua, docente e formatrice del MIUR, di rispondere alle nostre domande sulle funzioni e i principali obiettivi delle Équipe formative territoriali.

Qual è il suo percorso formativo e professionale e come è diventata formatrice delle Équipe territoriali?

Rappresento la terza generazione di una famiglia di insegnanti. Ho iniziato a 18 anni con supplenze di Francese e Musica nella secondaria di primo grado, perché frequentavo il conservatorio e l’università. Nel 1986 sono diventata di ruolo nella primaria, negli anni in cui entravano in vigore i Nuovi Programmi della Falcucci e il Ministero pianificava il PPASE, la formazione di accompagnamento per gli insegnanti, così mi sono candidata per fare la formatrice per Educazione al Suono e alla Musica. Da lì è iniziato il mio percorso parallelo di insegnante e formatrice, principalmente in Piani di Formazione Ministeriali e dell’ex IRRSAE: PPASE, orientamenti per la scuola dell’infanzia, lingue straniere per docenti di scuola primaria, lingue 2000, PSTD, TIC A, DM61, DL 59, LIM, ecc. Sono stata autrice PON per INDIRE, ma anche animatrice alla lettura per il Battello a Vapore, formatrice per WikiScuola e per Tesol, tutor di ricerca-Azione per una rete di scuole sulle Linee Guida per il I Ciclo e formatrice del Teachers Matter per 12 tappe di #FuturaPNSD.

Nel 2007 sono passata alla secondaria di secondo grado e dal 2010 sono docente di inglese presso l’IIS IPSSEOA di Ceccano (FR). Nel 2018 ho tradotto per l’Italia la Padagogy Wheel di Allan Carrington, lo strumento principe per la pianificazione degli apprendimenti, supportata dalla Tassonomia di Bloom. Nel 2019 il Presidente Mattarella mi ha nominata Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica per la mia attività di docente e formatrice.

Ritengo che lo scambio culturale e internazionale sia una ricchezza irrinunciabile per i formatori, per questo dal 1992 ho partecipato a 16 progetti di mobilità. Quando è stato pubblicato il bando per Componenti dell’EFT ho aderito perché aspettavo l’istituzione di questa figura dal mio primo corso per formatori! Ritengo necessaria una figura come questa; una figura che proviene dal ruolo di docente, e dunque conosce la realtà scolastica in prima persona, ma ne è esonerata, che si occupi di formazione, aggiornamento, accompagnamento.

Qual è l’obiettivo delle Équipe e perché è importante investire in questo progetto?

Come si legge dal sito del Ministero, nella pagina a noi dedicata, “L’articolo 1, commi 725 e 726, della legge 30 dicembre 2018, n. 145, istituisce le équipe formative territoriali per garantire la diffusione di azioni legate al Piano per la scuola digitale, nonché promuovere azioni di formazione del personale docente e di potenziamento delle competenze degli studenti sulle metodologie didattiche innovative.”

Le nostre azioni di supporto si esplicano attraverso quattro direttrici:

  • creazione di ambienti digitali;
  • progettazione di percorsi formativi;
  • sperimentazione di modelli organizzativi;
  • documentazione delle sperimentazioni, per accompagnare le scuole e gli animatori digitali nel realizzare l’innovazione metodologico-didattica, e lo sviluppo di progetti di didattica digitale, cittadinanza digitale, economia digitale, educazione ai media.

Trovo di estrema importanza che il ministero abbia deciso di investire su questo progetto, perché, a parte esempi virtuosi di eccellenza e autonomia che ci sono in Italia, i docenti e gli animatori digitali in molte scuole hanno bisogno di essere supportati da chi la scuola la vive in prima persona e conosce veramente tutte le problematiche, le dinamiche e le necessità di alunni e docenti, affinché il Piano Nazionale Scuola Digitale trovi la giusta applicazione nelle realtà territoriali più diverse.

Quali progetti didattici ha realizzato per le Équipe territoriali?

In questi due anni sono stata coinvolta in numerosi progetti didattici:

  • La formazione degli insegnanti, su richiesta di animatori digitali, dirigenti scolastici e reti di scuole, partita in presenza lo scorso anno e, subito dopo il primo evento di gruppo, passata online, per l’emergenza sanitaria.
  • Il progetto di lettura social e scrittura creativa #RodariSocial, su Twitter.
  • Insiemecelafaremo, un’iniziativa di formazione online per il supporto alle scuole durante il primo lockdown.
  • Il Piano di Internazionalizzazione dell’Istituto per la formazione dei dirigenti scolastici neoassunti organizzata dall’USR Lazio.
  • La formazione periodica dei GiovEquipe, in cui ho presentato la Ruota Padagogica per la progettazione degli apprendimenti, eTwinning, il challenge based learning e il project based learning.
  • Un laboratorio EFT interregionale su EAS e CLIL per Didacta.
  • Équipe in Tour, con il quale portiamo virtualmente l’Équipe nelle province, organizzando un grande evento che prevede i nostri laboratori e una presentazione di alcune buone pratiche da parte di alcune scuole del territorio.
  • La Progettazione nella DDI per l’EFT Molise.

Con altri colleghi dell’EFT Lazio inoltre sto portando avanti con molta soddisfazione il quarto punto previsto dal nostro incarico: far emergere le buone pratiche delle scuole, nell’ottica della formazione peer to peer: Agorà – Buone Pratiche, lo scorso anno, ha lanciato un bando di candidatura rivolto, non agli animatori digitali, ma direttamente ai singoli docenti, perché accade spesso che le innovazioni o le buone pratiche restino confinate nella classe in cui l’insegnante le propone, quando potrebbero essere invece replicabili in altri contesti e in altre realtà. Dalle 140 candidature prevenute, tutte valide e interessanti, abbiamo selezionato con fatica 16 proposte che rispondessero ai requisiti di innovatività, replicabilità, significatività dell’impatto sulle competenze dei docenti, utilizzo delle tecnologie integrate nel curricolo. Le proposte vengono presentate dagli stessi docenti in quattro eventi che stanno riscuotendo un buon successo e che hanno finalmente gratificato moltissimo anche i docenti selezionati, che spesso si sono sentiti isolati e demotivati. Come recita il nostro slogan: “Non è una gara, non è un concorso, ma un’occasione di condivisione e di confronto, nell’ottica del peer to peer”.