Annarita Lozito, docente di Lettere e autrice del libro "Presente! Storie di ragazzi durante la didattica a distanza", edito da Genesis publishing, ha condiviso con noi la sua esperienza con la didattica a distanza e le strategie che ha messo in atto per sfruttare al meglio le potenzialità del digitale nell’insegnamento della letteratura.
Esperienze di insegnamento  Grandi insegnanti La didattica a distanza è nata come soluzione di emergenza, ma velocemente si è inserita a pieno titolo nel mondo della scuola. Non sono mancate le criticità, ma abbiamo soprattutto avuto piacevoli sorprese e conosciuto potenzialità da sfruttare. Una di queste è la scoperta che per noi docenti il computer è un amico, non un “mostro” da evitare.
Abbiamo momentaneamente abbandonato carta e penna iniziando a correggere compiti consegnati in word o scritti a mano e poi fotografati, a volte whatsappati o persi nelle mail istituzionali e non più misurabili, conoscibili e quantificabili. Ma la didattica a distanza non è solo correzione di compiti. Innanzitutto, nonostante le nostre difficoltà, ci siamo resi conto che noi docenti non siamo mai stati soli. La collaborazione che si è creata tra insegnanti e alunni nel momento stesso in cui ci siamo ritrovati catapultati in questa nuova realtà, se pur un po’ storditi e disorientati, è stata preziosa e decisiva per andare avanti.
Questo spirito di collaborazione mi ha spinto a costruire una didattica esperienziale attraverso l’unico strumento disponibile, il computer, che poteva in qualche modo accorciare le distanze e rendere le lezioni più interessanti, se affrontate anche con immaginazione e leggerezza.
L’apprendimento cognitivo si unisce a quello sensoriale ed emotivo nel momento in cui la scuola riesce a mantenere un continuo rapporto con l’esterno; con un computer possiamo accedere a tante risorse aggiuntive che arricchiscono il processo di apprendimento e non usarle sarebbe davvero uno spreco. Ai ragazzi dobbiamo far conoscere un argomento, mescolando tutto quello che si ha a disposizione e favorendo situazioni empatiche, riflessive e, perché no, anche divertenti.
In quest’ottica, ad esempio, il Rinascimento si può capire meglio se si entra nella Galleria degli Uffizi con ingresso gratuito, attraverso un tour virtuale. Una esperienza tra realtà e immaginazione che si è rivelata davvero interessante. Un’opera teatrale come “La locandiera” di Carlo Goldoni può essere apprezzata di più se si guarda la sua rappresentazione da una prima fila virtuale mentre si segue il testo dal proprio libro di Letteratura.
La storia è fatta di persone che possono essere rese vive, affinché quel mondo apparentemente lontano possa trasmettere emozioni e sentimenti in modo sorprendente. Le cosiddette “interviste impossibili” a un personaggio storico di cui non abbiamo molti documenti, né immagini, possono essere una valida strategia di apprendimento. E così ci si ritrova davanti al computer con ragazzi che, dopo un attento studio di documenti attendibili, tolto il muto e accesa la telecamera, improvvisano un’intervista a Federico II, interpretato da un alunno con corona in testa, che dà risposte sul mistero di Castel del Monte, mentre beve acqua di calabrice e ascolta musica medievale.
Dai costumi medievali si passa allo sbarco sulla Luna. Da qualche anno tutte le riprese della missione dell’Apollo 11 sono state restaurate e messe a disposizione di tutti: quale migliore occasione per rivivere tutti insieme quel meraviglioso viaggio che ha incantato il mondo?
Dopo aver abbassato le tapparelle di casa e alzato il volume del computer, siamo al fianco dell’equipaggio nella manovra di allunaggio e sentiamo da vicino la storica frase pronunciata da Armstrong: “That’s one small step for a man, one giant leap for mankind”.
La poesia, invece, rimane per la maggior parte degli studenti un genere letterario poco amato. Si potrebbe superare questo ostacolo, non leggendo il componimento, ma ascoltandolo con una musica in sottofondo e con la voce di un attore che dà la sua interpretazione. Questo esperimento, proposto a una mia classe si è rivelato molto efficace. Il rumore delle onde del mare, mentre si leggeva e si spiegava “Mattina” di Ungaretti o l’interpretazione magistrale di una attrice che leggeva una poesia di Montale hanno avuto più successo di quanto io avessi sperato. Se poi all’ascolto segue un laboratorio di poesia, si può avere il piacere di leggere dei capolavori assoluti, realizzati da ragazzi emozionati, che scrivono quello che pensano, senza paura di essere giudicati.
La scuola è fatta di persone, di docenti e alunni che si confrontano e, se fare scuola in questo periodo significa anche stare davanti al computer, è necessario lavorare su quello che si ha e non stancarsi mai di cercare nuove strategie di apprendimento, che hanno come obiettivo anche quello di “emozionare” e offrire ai nostri alunni un tassello in più per il loro bagaglio culturale e personale.