Dire, fare, insegnare racconta la proposta e l'esperienza didattica di Amedeo Savoia, professore di lettere presso il Liceo Leonardo Da Vinci di Trento e dei suoi alunni.
Esperienze di insegnamento  Grandi insegnanti Dall’inizio della pandemia fino a questa nuova ondata di contagi e restrizioni la scuola – e specialmente la sua dimensione collettiva e comunitaria – sono state messe a dura prova. Nonostante le difficoltà i docenti si sono impegnati per colmare le lacune della didattica a distanza e per trasformare questa esperienza in un’occasione di creatività, condivisione e sperimentazione di modalità didattiche nuove.
Moltissimi docenti hanno raccolto la sfida posta dalla Didattica a distanza e hanno inventato e adattato le proprie attività didattiche; molti di loro, inoltre, hanno scelto di raccontare la propria esperienza per condividere e diffondere proposte e modelli didattici efficaci.
Fra questi Amedeo Savoia, professore di Lettere al Liceo scientifico Leonardo Da Vinci di Trento, ha raccontato alla redazione di Dire, fare, insegnare una delle nuove attività didattiche che ha intrapreso durante la quarantena.
Coniugando il bisogno di scambio, vicinanza e socialità con un importante esercizio di scrittura, informale e quotidiana, il professor Savoia ha avviato con i suoi allievi il progetto di un “diario della quarantena”: un laboratorio di scrittura condivisa, revisione e lavoro sul testo che ha coinvolto una prima e una seconda della scuola secondaria di primo grado.
L’idea, in realtà, è nata ben prima di marzo 2020. Già nel 2009, infatti, il professor Savoia aveva coordinato – insieme allo scrittore Giulio Mozzi – il progetto “Il diario di tutti”, un esperimento di scrittura collettiva a cui hanno partecipato centinaia di studenti. I ragazzi erano stati invitati a scrivere ogni giorno una pagina di diario su un tema assegnato settimanalmente dai docenti e alla fine dell’anno scolastico alcune pagine erano confluite in forma anonima in un volume pubblicato da IPRASE (Istituto Provinciale per la Ricerca, l’Aggiornamento e la Sperimentazione Educativi) Trentino.
Quest’anno il progetto è stato adattato alle modalità della didattica a distanza, fornendo agli studenti di prima e seconda superiore la possibilità di condividere pensieri, idee ed esperienze per tutto il periodo della sospensione della didattica in presenza. L’attività, infatti, è iniziata a marzo ed è andata avanti fino alla fine dell’anno scolastico, con modalità calibrate in base alle diverse fasi della quarantena.
«giovedì 12 marzo 2020
Oggi in Trentino è morta la prima persona per il Coronavirus. La donna di 81 anni era la madre di una collega di mio padre. Questa notizia ha reso la faccenda del Coronavirus ancora più reale e vicina a noi. Per fortuna mio padre non ha avuto contatti diretti con lei.»
Durante la prima fase della quarantena - dall’11 marzo al 3 maggio 2020 - agli studenti è stato chiesto di scrivere quotidianamente per almeno 15 minuti e di condividere poi con compagni e docente almeno un paio di pagine alla settimana; anche il docente si è impegnato a condividere quotidianamente almeno una pagina del proprio diario personale.
«sabato 25 aprile 2020
È la festa della Liberazione e davanti all'ospedale di Trento, il Santa Chiara, le forze dell’ordine e i vigili del fuoco si sono riuniti a cantare l’inno d’Italia per ringraziare gli operatori sanitari che hanno fatto tanta fatica in questo difficile periodo. Mia sorella era commossa e ci ha chiamato subito per raccontarcelo.»
Dalla seconda fase in poi, invece, agli studenti è stato chiesto di condividere una pagina alla settimana, continuando a scrivere assiduamente ma non tutti i giorni. Oltre all’attività di scrittura ogni studente si è cimentato nella lettura e nella registrazione video di una pagina in particolare: dopo una revisione del testo, infatti, ciascuno ha scelto la pagina del proprio diario che riteneva migliore e ha preparato un video leggendola ad alta voce. Infine, un gruppo di studenti della seconda ha raccolto i video dei compagni e si è occupato del montaggio di alcuni frammenti delle letture. Tramite questa attività, dunque, gli studenti coinvolti non solo hanno affinato le proprie competenze di scrittura, ma anche quelle di autovalutazione – dovendo scegliere la pagina che ritenevano migliore -, quelle di lettura per un pubblico, uso di strumenti digitali e lavoro di squadra.
«martedì 5 maggio 2020
Relazione a distanza (di sicurezza).
Ieri pomeriggio ho rivisto P.: sono stata a casa sua. Mi ha accompagnata mia mamma ed è stato bellissimo, ma allo stesso tempo strano. Lui mi stava aspettando sulla porta di casa con due rose in mano: una per me e una per la mamma. Quando sono scesa dalla macchina, la prima cosa che volevo fare era abbracciarlo, ma entrambi abbiamo trovato più corretto rispettare le distanze di sicurezza. Così ci siamo limitati a toccarci con un dito. Non nascondo che qualche lacrima ci è scappata. È stato davvero strano vederlo: non sembrava nemmeno lui, non so come spiegarlo. Abbiamo passato un po’ di tempo in giardino, con un asciugamano a testa e a un metro di distanza.»
«domenica 7 giugno 2020
È da un paio di giorni che penso all’ultimo giorno di scuola, o per meglio dire, di lezione. Non so bene cosa aspettarmi, ma so che sarà triste e allo stesso tempo mi farà pensare molto. L’ultimo giorno di scuola per me è sempre stato memorabile. Un giorno che aspettavo da tutto l’anno scolastico. Purtroppo questa adrenalina quest’anno non c’è, semplicemente perché è mancato quello che la faceva nascere, ovvero la scuola. Per scuola intendo l’edificio, le aule, i banchi, ma soprattutto le persone che ne facevano parte.»
Dal punto di vista didattico l’attività del diario consente di far svolgere agli studenti un compito concreto, rispondendo a un’esigenza essenziale per la didattica a distanza: la praticità dei compiti. Dal punto di vista generale e “storico”, invece, dà agli studenti la possibilità di fissare nella memoria, e con la scrittura, l’esperienza fuori dal comune che hanno vissuto.
«mercoledì 18 marzo 2020
Per la prima volta io e tutta la mia famiglia siamo stati a casa insieme. Persino mio papà che finora ha sempre lavorato in ufficio. Questa cosa mi ha messo però molto a disagio perché i miei genitori di solito lavorano tanto e io sono abituato ad avere la casa libera per quasi tutto il pomeriggio, o almeno fino a sera. Quindi, per esempio, dividere la scrivania dello studio con mio padre o semplicemente sentire tutte le voci della mia famiglia per tutto il giorno è per me una situazione inusuale. Io ho paura, non per il virus, a quello ci sto attento. Ho paura per l’Europa. Il motivo è che ognuno ha agito per conto suo: ogni Stato ha pensato a sé stesso. Non c’è stata un’Europa unita. Non abbiamo fatto leggi per fermare il virus insieme. Ognuno ha agito individualmente e ora vediamo le conseguenze. Ora devo studiare matematica e poi arte e anche altro.»
Inoltre il meccanismo di selezione delle pagine da condividere ha a una duplice funzione: da un lato gli studenti imparano a selezionare i testi migliori e la informazioni che vogliono condividere con gli altri, riflettendo sul proprio lavoro e sulla propria rappresentazione; dall’altro hanno comunque la possibilità di scrivere liberamente tutto ciò che desiderano senza condividerlo e, dunque, di ritagliare nel diario uno spazio per la loro intimità. La dimensione della privacy e della sua tutela ha avuto infatti grande rilievo nello svolgimento di questo progetto, tanto che, nonostante la selezione a monte, i testi sono stati pubblicati fuori dalla classe solo in forma anonima.
Dalla selezione dei testi emerge una grande varietà di impressioni, idee, modi di scrivere e di approcciarsi alla scuola, in presenza e a distanza. Ma soprattutto una grande evoluzione e la consapevolezza di tale processo fra i giovani autori, che compiono così un importante percorso di riflessione non solo sulle dinamiche storiche in cui sono inseriti ma anche sul proprio cammino didattico e personale.
«lunedì 20 aprile 2020
Sono già quaranta giorni che scrivo su questo diario. Quaranta giorni di fila. Un lavoro che all’inizio schernivo, e non poco. Inoltre non credevo molto in questo compito. Alla fine si è rivelato utile anche perché sono riuscito a esprimere quello che avevo nel cervello. La cosa che più mi ha sorpreso è stato il cambiamento del tema su cui si basavano le pagine all’inizio in confronto ad adesso. All’inizio facevo un elenco della mia giornata. Ora invece mi focalizzo su un evento e ne parlo.»