Il 25 settembre 2020 dalle 15:00 alle 18:00 ha avuto luogo in diretta streaming il talk online Segnali dal Novacene, un evento promosso da Fondazione Euducation nell’ambito della rassegna ScaLIurbani, Green Edition e del Festival dello Sviluppo Sostenibile di ASviS, in collaborazione con l'Ordine degli Architetti di Bologna e Livorno e con la Fondazione G. Cocchi. È ora online la call for papers sui temi della sostenibilità, della resilienza, del cambiamento climatico e della comunità.
News ed eventi In occasione del lanciodella call for papers di Segnali dal Novacene, abbiamo chiesto ad Alessandro Marata, promotore del progetto e moderatore del talk, di raccontarci come è nato Segnali dal Novacene e di parlarci del tema della sostenibilità, nella società e a scuola.
Il tema della sostenibilità ambientale le è molto caro, sia a livello professionale che personale: pensa che siamo ancora in tempo a fare qualcosa per risollevare le sorti del nostro pianeta? Ed eventualmente, quali possono essere le iniziative di maggiore impatto in tal senso?
Mi sono interessato ai problemi dell’ambiente sin dai tempi dell’università. Allora la sensibilità verso questi temi era ancora molto poco diffusa, sia a livello politico che a quello culturale. L’ecologia era un argomento di nicchia, in campo scientifico e anche in quello accademico.
È vero che il tema mi è molto caro. Ho iniziato a trattarlo, dopo l’università, aprendo uno studio professionale che da subito si è occupato di risparmio energetico, di inquinamento ambientale, di comfort abitativo, di innovazione tecnologica, come pure di economia circolare, che allora non si chiamava ancora in questo modo. Anche la mia attività come docente universitario si è concentrata in prevalenza su questi temi. In seguito, appena nominato consigliere del Consiglio Nazionale degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, ho istituito il Dipartimento Ambiente Energia e Sostenibilità. In sintesi, il mio impegno professionale, quello didattico e quello istituzionale sono sempre stati rivolti alla pluralità dei temi della sostenibilità.
Potrei rispondere alla prima domanda con una battuta laconica: meglio tardi che mai! In realtà ci sono molte azioni che l’umanità, nel suo complesso, può operare per risollevare in piccola parte le sorti del pianeta. O meglio, per interrompere il percorso negativo che è stato intrapreso negli ultimi decenni. Dopo l’approvazione dei diciassette Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite il mondo ha preso un’altra direzione, che finalmente ha messo in relazione tutti i fattori importanti della vita sulla terra, identificando i problemi e promuovendo le soluzioni. Le iniziative di maggior impatto ambientale secondo me dovranno essere individuate tra quelle che hanno anche grande impatto sociale e che riguardano quindi l’istruzione, la povertà e le disuguaglianze culturali.
Lei è moderatore del convegno Segnali dal Novacene: come è nata l’idea di questo progetto e a chi si rivolge?
Sono sempre stato convinto dell’importanza della condivisione della conoscenza e del trasferimento dei saperi tra le diverse discipline. Per questa ragione i relatori provengono da esperienze molto diverse tra loro: filosofia, sociologia urbana, divulgazione, scienza, politica, giornalismo, architettura. L’architetto, in questo caso, sarò io, e modererò il dibattito confrontando e coordinando il sapere degli altri sui temi dell’architettura sostenibile. Il riferimento al Novacene è collegato al libro che James Lovelock, inventore dell’Ipotesi Gaia, ha pubblicato a cento anni compiuti. Novacene sarà, forse è già, l’epoca della storia dell’umanità che prenderà il posto dell’Antropocene, che ha caratterizzato la vita dell’uomo negli ultimi duecento anni. Quando pensavo al titolo avevo in mente Segnali dal Futuro. Poi ho incontrato il libro di Lovelock e il titolo è diventato Segnali dal Novacene.
Il tema della sostenibilità è molto caro al mondo della scuola? A suo parere, quali potrebbero essere le modalità e gli obiettivi educativi?
Il tema della sostenibilità è molto presente nella didattica delle scuole primarie; lo è molto meno negli insegnamenti ai livelli superiori. Certamente attraverso i libri e i giochi, veicolati da insegnanti preparati e competenti. La risposta potrebbe sembrare scontata, ma in realtà oggi troppe cose vengono delegate alla rete, che è certamente uno strumento formidabile per la conoscenza, ma è anche uno dei più difficili da “guidare”. Infatti, è molto accessibile e intuitivo e non ci vuole una “patente”; tuttavia chiunque può guidare andando fuoristrada, portando fuori strada anche molti dei passeggeri sprovveduti che nel web vedono libertà e possibilità, senza accorgersi che ci sono notizie false, che parlano di fatti falsi, inventati da esperti falsi. Libri e giochi innovativi sono strumenti che rimangono nel tempo. La modalità è quindi quella di un insegnamento di qualità che ha come obiettivo quello di formare una personalità rispettosa degli altri e dell’ambiente.
La call for papers è basata sulle parole chiave: sostenibilità, Antropocene, Novacene, cambiamenti climatici, resilienza, salute, comunità, spazio urbano, coesione sociale, confini. Il suo scopo è raccogliere e selezionare contributi saggistici, grafici e progettuali sui temi e le parole chiave del convegno, e stimolare la riflessione e il dialogo su tali argomenti.
La call è a partecipazione aperta e si rivolge a studenti, docenti, professionisti del settore, non sono previsti requisiti di ammissione; inoltre è possibile presentare un elaborato realizzato in team, a patto di scegliere un capogruppo come rappresentante. È possibile partecipare con un solo elaborato scritto, un solo elaborato grafico o due elaborati, uno scritto e uno grafico. Tutti i contributi ricevuti saranno pubblicati, nella loro versione integrale, in un libro-catalogo creato per l’occasione e dotato del proprio codice ISBN.
Per tutte le informazioni specifiche sulle modalità di presentazione degli elaborati e le norme redazionali richieste si invita a consultare il bando.