Dire, fare, insegnare
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Dialogo nel Buio

DFI propone l'intervista alla Dott.ssa Elisabetta Corradin, in collaborazione con il Dott. Franco Lisi, rispettivamente Responsabile delle scuole “Dialogo nel Buio” e Direttore scientifico dell'Istituto ciechi di Milano.

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15 febbraio di: Redazione
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L’Istituto dei ciechi di Milano opera per la piena integrazione scolastica e lavorativa, sociale e culturale dei ciechi, degli ipovedenti e dei pluridisabili visivi e ha accolto all'interno del suo programma il progetto educativo “Dialogo nel Buio”.

  • Com’è nato il progetto “Dialogo nel Buio”, in che cosa consiste e quali obiettivi si pone?

Dialogo nel Buio è una mostra in cui i visitatori sono invitati a compiere un percorso nella completa oscurità, accompagnati da guide non vedenti o ipovedenti. Durante il “viaggio”, in gruppi di massimo otto persone, si esplorano ambienti di vita quotidiana affidandosi ai sensi non visivi, sperimentando un nuovo modo di “vedere”.

Scopo della mostra non è, come si potrebbe pensare, immedesimarsi nelle persone con disabilità visiva, bensì scoprire l’importanza degli altri sensi, spesso messi in secondo piano nella nostra società, e favorire un approccio alla diversità, e in particolare alla disabilità, privo di barriere e preconcetti.

L’idea ha origine nel 1988 dal giornalista tedesco Andreas Heinecke che, in seguito all’incontro con un collega non vedente, ha ripensato alcuni pregiudizi sulla cecità e, per condividere la sua scoperta, ha deciso di creare contesti ideali in cui realizzare incontri tra individui, sfruttando l’elemento “buio” e il rovesciamento inevitabile dei ruoli che si crea.

Dialogo nel Buio è oggi presente in tutto il mondo e nel 2005 è approdato, in forma permanente, all’Istituto dei ciechi di Milano, ente che da più di 180 anni si occupa dell’inclusione scolastica, lavorativa e sociale delle persone con disabilità visiva. Oltre al percorso, Dialogo nel Buio propone altre iniziative, come eventi formativi e conviviali rivolti alle aziende, cene, aperitivi al buio e laboratori didattici.

  • Quali sono le iniziative e i laboratori specificatamente dedicati alle scuole?

I ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado costituiscono la fetta più consistente del nostro pubblico. Per loro la visita al percorso al buio rappresenta un’esperienza dall’elevato valore educativo, stimolandoli a scoprire le proprie potenzialità e sensibilizzandoli ai valori della fiducia, dell’aiuto reciproco e del rispetto verso la diversità.

Accanto al percorso, in questo caso adattato all’età e alla sensibilità dei ragazzi, vengono proposti dei laboratori didattici, la cui peculiarità è il coinvolgimento attivo degli studenti, attraverso attività dinamiche e interattive e, soprattutto, il dialogo con la guida non vedente. In questo caso la classe partecipa tutta insieme, o divisa in due sottogruppi per alcune tipologie di laboratorio. Le cinque differenti proposte sono pensate per le varie fasce di età e per approfondire determinate tematiche:

  • Sperimentiamo per conoscere: dopo alcune attività dinamiche al buio per stimolare l’interazione tra di loro e con la realtà attraverso gli altri sensi, la guida risponde alle curiosità degli studenti sulla vita di chi non vede, mostrando anche alcuni ausili utilizzati per l’autonomia quotidiana;
  • Leggiamo con le dita: attraverso attività ludiche, i ragazzi conoscono e sperimentano concretamente la scrittura e la lettura con il codice Braille;
  • Laboratorio linguistico-espressivo: si “gioca” con la voce per coglierne la capacità di esprimere emozioni, una potenzialità amplificata dal buio, che annulla i condizionamenti visivi;
  • Tre sensi più uno: si propone un approccio multisensoriale all’esperienza del gusto, mettendo in gioco tutti i sensi per riconoscere ed assaporare pienamente ciò che si sta assaggiando;
  • Giochiamo con i sensi: ideato per i bimbi più piccoli, questo laboratorio propone un percorso, guidato da un racconto letto in codice Braille, che porta a “fare amicizia” con il buio e con gli altri sensi.

Fra le proposte includiamo anche quella digitale di DialogoNet, un laboratorio online che consente agli studenti di interagire con la guida a distanza, ma in modo ugualmente coinvolgente, attraverso il dialogo e attività pensate ad hoc. Si tratta di una valida alternativa per chi avesse difficoltà a raggiungerci presso la nostra sede, e anche di un completamento dell’esperienza vissuta in presenza: prima della visita per rendere i ragazzi consapevoli di ciò che sperimenteranno, oppure dopo per approfondire tematiche emerse durante il percorso.

  • Qual è l’impatto educativo del metodo per uno studente che partecipa al percorso al buio o ai laboratori?

Per tutti, e in particolare per i più giovani, l’apprendimento risulta decisamente più efficace se passa attraverso esperienze concrete e il coinvolgimento emotivo. A Dialogo nel Buio si mettono da parte tutti quegli ausili tecnologici diventati oggi fondamentali nelle relazioni interpersonali, riscoprendo l’interazione concreta, non virtuale, con gli altri e con la realtà che ci circonda.

Inoltre il buio stimola l’immaginazione e genera stupore, due dimensioni spesso penalizzate dai ritmi frenetici con cui affrontiamo le nostre giornate, che non consentono di gustare pienamente ciò che si vive ogni giorno: camminare su una superficie soffice, riconoscere con le mani un oggetto o una figura, liberare l’immaginazione ascoltando i suoni della natura, emozionarsi per un ricordo evocato da un profumo, sorseggiare una bibita senza la distrazione della vista… Sono esperienze che suscitano meraviglia e aiutano ad apprezzare aspetti che solitamente si danno per scontati.

Il forte impatto emotivo creato dal buio consente altresì di guardarsi dentro e anche di scoprire le proprie risorse nascoste, ma anche quanto sia importante affidarsi e fidarsi degli altri, oltre che di se stessi. Tutto questo ha un valore ancora più forte nella società odierna, che tende a mettere in primo piano l’apparenza e a esaltare la capacità di essere indipendenti a tutti i costi; invece il buio ci ricorda la nostra fragilità ma, allo stesso tempo, ci svela anche la possibilità di superare i limiti attraverso la tenacia e l’aiuto reciproco.

In questo senso le guide non vedenti rappresentano dei testimoni insostituibili, che dimostrano come ci siano sempre delle strade alternative per raggiungere un obiettivo, anche in presenza di una grave limitazione come la cecità.

  • Vuole suggerire ai lettori docenti qualche semplice attività da fare in classe basata sul metodo di Dialogo nel buio?

Premesso che il modo più efficace per apprendere i messaggi che Dialogo nel Buio intende trasmettere è vivere concretamente l’esperienza al buio, un’attività molto stimolante potrebbe essere quella di realizzare un “disegno” da guardare con gli altri sensi, immaginando di volerlo regalare a una persona non vedente e quindi cercando dei materiali appropriati all’esplorazione tattile. Questo esercizio favorisce la capacità di mettersi nei panni dell’altro e di trovare soluzioni creative.

Un'altra utile attività consiste nel descrivere un oggetto senza mostrarlo e senza fare riferimento agli aspetti visivi (per esempio il colore), chiedendo poi ai compagni di riconoscerlo, così da stimolare un linguaggio, e quindi un pensiero, multisensoriale.

Per saperne di più sul progetto Dialogo nel Buio clicca qui.