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L’Educazione ecologista di “A Sud”: oltre l’eco-ansia

L’educazione ecologista promossa dall’associazione “A Sud” punta a generare attivazione sui temi ambientali tra ragazzi e ragazze: ce ne parla Nicole Marcellini.

News ed eventi 
02 dicembre 2024 di: Nicole Marcellini
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L’educazione rappresenta da sempre uno degli strumenti più importanti per avviare cambiamenti culturali in grado di trasformare la società. Anche nell’ambito dell’attuale crisi ambientale, di cui i cambiamenti climatici rappresentano il fenomeno più preoccupante, l’educazione può agire come antidoto culturale al sistema che ha generato tale crisi. Per questo A Sud - Ecologia e cooperazione, associazione nata 20 anni fa, si occupa da sempre di educazione ecologista. Ma cos’è l’educazione ecologista per A Sud? E come la facciamo?

Cosa si intende per educazione ecologista?

L’educazione ecologista, che pratichiamo in scuole di diverso ordine e grado su tutto il territorio nazionale, pone al centro della pratica educativa le relazioni socio-ambientali: ogni persona non è un’unità isolata e disgiunta dal resto ma parte integrante di un eco-sistema umano e non umano.

La società è infatti una rete complessa in cui le varie forme di ingiustizie presenti (vulnerabilità ambientali e climatiche, economiche, sociali, culturali, di genere e di razza, la povertà educativa, la salute e il lavoro) non possono essere considerate separate tra loro. L’educazione ecologista ha l’obiettivo di tener conto di questa complessità per riflettere insieme su come percepiamo l’ambiente circostante, su quali relazioni sono responsabili del cambiamento climatico e della crisi ambientale, ma anche quali relazioni di cura e consapevolezza vogliamo per costruire insieme un mondo dove non esiste sfruttamento dell’ambiente e delle forme di vita che lo abitano.

L’educazione ecologista così concepita promuove la giustizia ambientale e climatica e affronta il tema delle responsabilità sistemiche, dei diritti e delle possibili soluzioni collettive e comunitarie.

Pratiche educative

La nostra pratica educativa è fatta di interventi laboratoriali ed esperienziali che coinvolgono studenti e studentesse con attività in grado di renderli protagonisti e protagoniste del processo conoscitivo. Inoltre, quello che cerchiamo di fare è ribaltare la consueta dicotomia che vede l’adulto come il depositario dell'informazione e dei contenuti di conoscenza e lo studente/studentessa in un ruolo passivo, limitandosi a ricevere, elaborare e memorizzare i contenuti. Le nostre proposte per le scuole mirano quindi a porre i giovani e le giovani nel ruolo di generatori di sapere, ponendoli in un rapporto diverso sia con l’adulo sia nei confronti del mondo della conoscenza in generale.

Lo strumento che utilizziamo per fare tutto ciò è quello della Citizen science, la scienza aperta e partecipata. “Citizen Science” letteralmente significa "scienza della cittadinanza" e secondo la definizione del dizionario di Oxford è "la raccolta e l’analisi di dati relativi al mondo naturale da parte dei cittadini e delle cittadine che collaborano con scienziati e professionisti a progetti di ricerca".

Da diverso tempo abbiamo inserito la Citizen science nelle nostre proposte educative, coinvolgendo studenti e studentesse in percorsi di monitoraggio sulla qualità delle principali matrici ambientali (acqua, aria e suolo) e sugli eventi estremi legati ai cambiamenti climatici che coinvolgono i territori.



I dati raccolti vengono poi da loro elaborati e raccontati attraverso percorsi di storytelling come la produzione di articoli di inchiesta, racconti, video o podcast. Questi contenuti di conoscenza vengono poi presentati alle comunità educanti e alle istituzioni con l’obiettivo di trovare insieme risposte comunitarie. Si genera in questo modo una forma di attivazione a diversi livelli che, a partire da studenti e studentesse, coinvolge le istituzioni locali o gli enti di protezione ambientale. Le risposte comunitarie che vengono attivate vanno dalla Dichiarazioni di emergenza climatica, con la sottoscrizione da parte della dirigenza scolastica di impegni puntuali, alla stipula di patti educativi di comunità o ancora alla creazione di comunità energetiche.

I progetti attivi

Al momento abbiamo attivi 8 progetti di educazione ecologista sul territorio nazionale, che coinvolgono 50 istituti scolastici di diverso ordine e grado. Le nostre proposte sono sempre gratuite per le scuole e comprendono uscite sul territorio, materiale didattico e supporto per la realizzazione dei monitoraggi ambientali e climatici.

È questo il caso di "Sustainability Hub" un progetto finanziato dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali insieme a La Locomotiva ETS, RCS Arci Culture Solidali e Januaforum APS. È possibile ancora aderire al progetto per le scuole, dalle primarie alle secondarie di secondo grado, della Sicilia, Puglia, Lazio, Campania e Basilicata.

All’interno della proposta progettuale A Sud propone per le classi un percorso laboratoriale sull’ambiente e il clima con uscite sul territorio e percorsi di storytelling digitale con un contest video nazionale. Le classi avranno l’opportunità di incontrare attiviste e attivisti locali che si impegnano per casi di conflitti ambientali sui territori. Sarà inoltre possibile, per i docenti e le docenti delle scuole aderenti, fruire live o on demand di una formazione sui temi.

Crediamo che la nostra pratica educativa sia in grado di affrontare i temi ambientali e climatici senza incidere sull’eco-ansia dei giovani, ovvero sulla sempre più diffusa preoccupazione, paura e ansia cronica legata al destino ambientale del pianeta. Conoscenza e attivazione comunitaria rappresentano un antidoto culturale al sistema che ha generato le emergenze che stiamo vivendo, ma anche alla rassegnazione che spesso colpisce tutte e tutti noi.



Per saperne di più sulle nostre proposte formative puoi visitare il nostro sito www.asud.net o scrivere una mail a: formazione@asud.net