Andrea Rubin e Giuseppe Pellegrini, del centro di ricerca Observa Science in Society, ci hanno raccontato la loro ultima indagine sull’emergenza Coronavirus in un articolo che può essere usato per raccontare l'attualità in classe.
News ed eventi Il 30 gennaio 2020, due turisti cinesi vengono ricoverati all’ospedale Spallanzani di Roma. Risultano positivi al virus SARS-CoV-2 che i cittadini italiani hanno da qualche settimana imparato a conoscere come “Coronavirus”. Il 21 febbraio successivo, in Lombardia, si registra il primo caso di cittadino italiano positivo. Da quel momento i casi aumentano esponenzialmente e il Governo italiano adotta misure di contenimento sempre più stringenti. L’Osservatorio Scienza Tecnologia e Società di Observa Science in Society, coordinato da Massimiano Bucchi e Barbara Saracino, ha tempestivamente avviato una rilevazione per monitorare l’opinione degli italiani sull’emergenza sanitaria in corso. Si tratta di dati utili per i policy maker e gli attori istituzionali coinvolti nella gestione dell’emergenza, ma non solo, è utile anche per comprendere la percezione del rischio e l’orientamento dei cittadini nei confronti dei provvedimenti adottati.
Alla luce di queste considerazioni, un primo elemento monitorato dall’indagine di Observa sono le fonti d’informazione. L’emergenza Coronavirus è seguita dai cittadini soprattutto attraverso i notiziari televisivi e/o radiofonici (52%), mentre un cittadino su cinque s’informa attraverso siti web di istituzioni nazionali, come il Ministero della Salute o la Protezione Civile, e regionali o comunali. Solo una minoranza di Italiani, invece, raccoglie informazioni principalmente sui social network.
Il tema della credibilità e della qualità dell’informazione è uno degli argomenti che maggiormente animano il dibattito pubblico. Il contrasto alle cosiddette “fake news” che circolano sul web e sui social, anche su argomenti legati a temi di salute e medicina, hanno recentemente generato numerosi progetti, corsi o iniziative e, persino, professioni (debunker). In una situazione di emergenza sanitaria come quella che stiamo vivendo l’affidabilità delle notizie appare ancora più strategica. Per questa ragione, l’Osservatorio ha indagato la fiducia nelle fonti d’informazione che promuovono le precauzioni da adottare per evitare il contagio. I risultati mostrano nettamente il prevalere della fiducia nelle fonti istituzionali: le indicazioni fornite da Ministeri e istituzioni locali (41,4%) e dal proprio medico di base (28,3%) sono considerate le più degne di fiducia. Le informazioni reperibili su forum o social network sono invece all’ultimo posto tra le fonti d’informazioni considerate affidabili.
La fiducia nelle fonti d’informazione istituzionali trova riscontro anche nella valutazione positiva che gli Italiani riconoscono all’operato della Protezione Civile, dei Comuni, delle Regioni o di istituzioni internazionali come l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Giudizi meno positivi vengono però attribuiti alle iniziative di Governo e, soprattutto, all’operato dei mezzi di informazione.
Di particolare rilievo sono i dati sulla percezione del rischio legato al Coronavirus. Oltre un italiano su cinque continua a sottovalutare la minaccia del Coronavirus: il 17% del pubblico italiano ritiene che sui pericoli del Coronavirus si stia esagerando e il 13% pensa invece che non sia più pericoloso di una normale influenza. Il 34,2% degli Italiani ritiene che sia sufficiente seguire le normali precauzioni per evitare il contagio. Un italiano su tre, invece, esprime maggiore preoccupazione: il 19,5% sostiene le misure di distanziamento sociale ritenendo che esse rappresentino l’unica soluzione per ridurre le possibilità di contagio; l’11% si dichiara apertamente pessimista, ritenendo l’epidemia ormai fuori controllo, mentre il 6% dei cittadini assume un atteggiamento fatalista riconoscendo al singolo l’impossibilità di contrastare il contagiato.
Un’analisi sociodemografica ha evidenziato rilevanti differenze tra i rispondenti. Un atteggiamento più cauto è assunto maggiormente dalle donne, da chi ha più di sessant’anni e dalle persone con un basso titolo di studio. Meno preoccupati appaiono invece i cittadini più giovani. Infatti, uno su tre tra coloro che hanno 30-44 anni considera eccessiva la preoccupazione per il Coronavirus, mentre uno su cinque tra coloro che hanno tra 15-29 anni considera il Coronavirus poco più pericoloso di una influenza stagionale.
I cittadini residenti nelle zone più colpite (Nord-Ovest) hanno un orientamento più favorevole verso le misure di quarantena, mentre al Sud e nelle Isole si tende a minimizzare il rischio.
Note metodologiche
L’Osservatorio Scienza Tecnologia e Società è dal 2003 un monitoraggio permanente dei comportamenti e delle opinioni dei cittadini italiani su questioni relative a scienza e tecnologia. L’indagine viene svolta su tutto il territorio italiano e coinvolge un campione proporzionale e rappresentativo per genere, classe d’età e provincia di residenza della popolazione italiana con età maggiore o uguale ai 15 anni. La rilevazione del 2020 è stata effettuata tra il 3 e il 10 marzo, intervistando 1002 unità. Il totale dei casi è diventato 979 per effetto della ponderazione applicata allo scopo di rendere la struttura del campione rispetto alle variabili «genere», «età» e «titolo di studio» corrispondente a quella della popolazione italiana. Le informazioni sono state raccolte con la tecnica CATI per il 30% del campione e con la tecnica CAWI per il restante 70%.
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