La classe III N della scuola secondaria di I grado “Ilaria Alpi” di Milano è la vincitrice del contest di "Amore e amicizia onlife", il podcast sull’educazione all’affettività digitale per i preadolescenti.
Esperienze di insegnamento  News ed eventi La classe III N della scuola “Ilaria Alpi” di Milano è la vincitrice del contest di “Amore e amicizia onlife”, il podcast sull’educazione all’affettività digitale di Fondazione Euducation ideato e realizzato da Francesca Faenza, formatrice ed esperta di didattica del diritto e nuove tecnologie presso l’Università di Bologna.
La sfida per le classi partecipanti è consistita nell’ascoltare le dieci mini-storie tematiche del podcast, che trattano temi come privacy e cyberbullismo, sexting e pornografia online, hikikomori e sharenting, e nel creare poi un’undicesima puntata lavorando insieme sul tema dell’affettività nell’era dei social.
La giuria, costituita dai membri del comitato scientifico di Fondazione Euducation, ha quindi esaminato con attenzione i podcast arrivati da scuole di tutta Italia e ha selezionato i migliori sulla base dei criteri di aderenza alle linee guida del regolamento: qualità dello script (costruzione della storia, spessore dei personaggi, ritmo narrativo), presenza di più voci rispetto a un singolo “io” narrante; capacità interpretativa delle/degli speaker.
Le tre storie prodotte dalla III N con la guida della prof.ssa Luana Vizzini e della prof.ssa Francesca Pellizzer (“La storia di Ada” – “La storia di Marco” – “La storia di Amir”) sono risultate vincitrici a pari merito: le puntate saranno quindi incluse nel podcast “Amore e amicizia onlife” sul sito di Fondazione Euducation, scaricabile gratuitamente registrandosi attraverso il form di iscrizione. Le storie sono incentrate su episodi di bullismo e cyberbullismo che i protagonisti affrontano a causa di un difetto fisico, per la propria origine o per l’orientamento sessuale, e sono state il frutto di un lavoro di squadra per la redazione dei copioni e l’interpretazione delle parti registrate che ha permesso ai ragazzi di riflettere insieme sulle competenze di base di cittadinanza digitale in relazione all’affettività online. Un’esperienza di Cooperative learning che le ragazze e ragazzi della III N hanno raccontato a Dire, fare, insegnare in un’intervista.
Emanuele: io ho lavorato con Gabriele e David e abbiamo scritto i racconti, abbiamo raccolto le idee e le abbiamo inserite nella storia. Poi con la professoressa abbiamo fatto piccole correzioni e siamo passati alla registrazione.
Gabriele: Abbiamo scelto Lorenzo per dare voce alla storia perché fa anche teatro. Poi abbiamo costruito una scatola per registrare – la “podcast box” - e abbiamo messo dentro il telefono perché si sentisse meglio l’audio.
Giulio R.: Per il box abbiamo usato una scatola e i contenitori per le uova per isolare i suoni, insieme al sughero. Tutto materiale di recupero trovato a scuola!.
Sebastiano: La parte più complicata delle fasi di lavoro è stata la registrazione perché all’inizio c’era un problema di interferenza tra il microfono e il tablet, però poi siamo riusciti a ottenere un risultato abbastanza buono e le fasi di lavoro si sono ripetute per i vari gruppi.
Evelyn: Secondo me è stata difficile la scrittura, perché all’inizio avevamo delle idee un po’ irrealizzabili, ma poi la storia è stata modificata nella correzione di gruppo.
Lorenzo: Per me è stato molto difficile registrare perché continuavo a impappinarmi.
Davide: La storia che mi è piaciuta di è stata quella della pedofilia online, perché è un argomento che prende molti ragazzini oggi e ne ho sentito parlare da molti miei amici, e il podcast l’ha raccontato bene.
Sebastiano: A me l’episodio che è interessato di più è stato quello dell’hikikomori, perché non pensavo che qualcuno arrivasse a isolarsi così tanto dalla società. Ovviamente questa persona deve essere aiutata, anche perché dopo anni passati in una stanza deve essere difficile reinserirsi nella società.
Ana: Dopo il lockdown ogni volta che tornavo a casa andavo nella mia stanza e mangiavo lì anche la cena. Adesso mi è passato, i miei genitori mi hanno fatto fare cose che mi divertivano e mi portavano fuori e mi è piaciuto di nuovo uscire e fare cose fuori.
Evelyn: Io ho trovato interessante la storia del sexting: è pericoloso perché il ragazzo o la ragazza potrebbe inviare le foto a qualcuno e causare depressione in chi è coinvolto.
Giulio Di L.: A me è piaciuto il racconto sul ragazzino del basket che viene deriso dai migliori amici e dai genitori e risponde sui social. SI è trovato in una situazione molto difficile, perché non è facile trovarsi in una situazione così e sentire insulti da persone che ti volevano bene. Ho pensato che la maggior parte degli errori è causata anche dalle altre persone, oltre che dalla persona stessa.
Ana: Io ho scelto la storia dei genitori che hanno postato i figli online, perché in tutto il mondo ci sono genitori che vogliono rendere i figli famosi. All’inizio sono felici, però dopo non più, perché danno anche un’immagine falsa agli altri ragazzi a scuola. I genitori li forzano e non si sa cosa succede dietro la telecamera.
Manuela: Abbiamo imparato a collaborare tutti quanti insieme e a produrre qualcosa che non avevamo mai fatto insieme ai prof.
Lorenzo: Abbiamo imparato a rispettare le persone e a lavorare in gruppo.
Gabriele: Da più di un anno abbiamo imparato a registrare la nostra voce e i podcast con il prof di Musica, infatti abbiamo avuto alcune difficoltà, ma poi le abbiamo superate in poco tempo.
Sebastiano: Abbiamo ascoltato i podcast di “Amore e amicizia onlife” per un’ora per tre venerdì di seguito. Abbiamo quindi scritto e revisionato le storie per 3 ore durante un sabato di recupero, e infine abbiamo registrato per 2 ore.
Prof.ssa Vizzini: Nelle fasi di lavoro si sono autogestiti e si sono divertiti, ed è diventato tutto molto naturale.
Prof.ssa Pellizzer: Le ragazze e i ragazzi della III N hanno fatto un grande lavoro di squadra. Siamo molto orgogliose di loro!.