Dire, fare, insegnare
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Online il report INDIRE sull’impatto della pandemia nelle scuole italiane

INDIRE ha pubblicato la prima parte di uno studio riferito all’anno scolastico 2020/21 sugli effetti della pandemia nella didattica e dell’organizzazione delle scuole.

Problematiche scolastiche  News ed eventi 
03 febbraio 2022 di: Redazione
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L’analisi di INDIRE sull’andamento della didattica nel corso delle varie fasi della pandemia, caratterizzata da momenti di chiusura forzata e da un numero rilevante di studenti e docenti in quarantena, ha prodotto un primo report dal titolo Impatto della pandemia sulle pratiche didattiche e organizzative delle scuole italiane nell’anno scolastico 2020/21, ora consultabile online: la ricerca avrà ulteriori sviluppi, da cui poter far emergere delle riflessioni sulle soluzioni adottabili in futuro.

Il periodo preso in esame dal report si riferisce all’anno scolastico 2020/21, in cui si è affermata la didattica digitale integrata (DDI) come modalità complementare e non alternativa alla presenza: una prima differenza del primo lockdown della primavera 2020, in cui la chiusura totale delle scuole ha condotto all’attivazione della didattica a distanza (DaD) come unica soluzione possibile. Tra le dimensioni osservate nell’indagine INDIRE ci sono l’uso della tecnologia, gli spazi anche non convenzionali adottati per la didattica, i contenuti affrontati e la loro valutazione, l’organizzazione dei ruoli e la leadership scolastica nella gestione della crisi pandemica, la collaborazione con altre scuole.

L’indagine è stata condotta attraverso un questionario online rivolto a un campione selezionato di 2.546 docenti a tempo indeterminato e non di sostegno. Nel corso dell’a.s. 2020/21 c’è stato un tentativo di ritornare alla normalità, con la didattica in presenza che si attesta al 72,1%. Emerge, tuttavia, anche la portata del cambiamento “forzato” del modo di fare scuola che ha condotto la maggioranza degli insegnanti italiani a sperimentare con frequenza la didattica a distanza (68,6%), mentre quasi la metà ha optato per la didattica ibrida e quella alternata.

Sono state anche adottate metodologie didattiche innovative e interattive, raccomandate nelle Linee Guida del Ministero e talvolta già in uso anche prima della pandemia: ad esempio il Project-Based Learning, la Flipped classroom, il Debate, l’Apprendimento cooperativo, la Didattica breve. L’indagine ha approfondito anche le dinamiche relative all’uso della telecamera accesa nei vari momenti dell’attività didattica e alle strategie per il coinvolgimento e la motivazione degli studenti nelle lezioni a distanza.

Infine, in merito alla frequenza di utilizzo e ai supporti delle risorse didattiche la pandemia sembra non aver intaccato il primato del libro di testo, confermato nelle scuole di ogni ordine e grado. Il libro è però affiancato da altre tipologie di strumenti: tra le risorse impiegate nella scuola primaria dalla maggioranza dei docenti ci sono anche espansioni digitali dei libri di testo, contenuti scansionati da altri libri scolastici o da fonti informali, contenuti digitali autoprodotti per le lezioni o provenienti da spunti educativi offerti da webinar o altre iniziative di formazione.