Dire, fare, insegnare
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Segnali dal Novacene: intervista a Daniele Menichini

In occasione del Festival dello Sviluppo Sostenibile di Asvis, il 25 settembre 2020 avrà luogo in diretta streaming il talk online Segnali dal Novacene, un evento promosso da Fondazione Euducation nell’ambito della rassegna ScaLIurbani, Green Edition.

News ed eventi 
18 settembre 2020 di: Redazione
copertina

L’evento, organizzato dall’ordine degli architetti di Bologna e di Livorno con la Fondazione G. Cocchi, si propone di indagare con una talk online il rapporto fra comunità, ambiente e sviluppo sostenibile grazie al contributo di una pluralità di voci coinvolte in queste tematiche.

Se l’epoca geologica attuale è tanto condizionata dall’azione dell’uomo da essere definita Antropocene, non è impensabile che si ipotizzi l’inizio di un Novacene: un’epoca nuova in cui l’uomo e la tecnologia lavoreranno insieme per ristabilire l’equilibrio del sistema. È necessario quindi creare nuovi paradigmi per uno sviluppo realmente sostenibile e gettare le basi per un nuovo equilibrio fra ambiente e comunità.

Dire, fare, insegnare in qualità di media partner della Fondazione Euducation ha intervistato Daniele Menichini, presidente dell’ordine degli architetti di Livorno e promotore di ScaLIurbani, per capire insieme a lui il ruolo sociale dell’architetto e l’importanza della sostenibilità nel mondo della scuola.

Lei è promotore di ScaLIurbani: come si inserisce Segnali dal Novacene, evento promosso dalla Fondazione Euducation, in questa iniziativa?

Quando si parla di eco-responsabilità si deve dare voce al più alto numero possibile di visioni sul futuro prossimo del nostro pianeta, e i temi legati al Novacene sono assolutamente in linea con i contenuti della manifestazione online dove una comunità di oltre 100 voci di estrazione culturale e professionale diversa si confrontano su questi temi. È importante stringere rapporti e relazioni per creare sinergie comunicative.

Come è nata l’idea di ScaLIurbani e quali sono i suoi obiettivi? Come si inserisce il progetto nel circuito di eventi sullo sviluppo sostenibile (ESDW, ASVIS) promossi dall’Unione europea?

ScaLIurbani è una manifestazione nata nel 2019 con l’obiettivo di raccontare l’Architettura non solo agli architetti ma a tutta la società civile anche per riaffermare il ruolo culturale dell’architetto; questa edizione, particolare sia nei contenuti che nel formato, vuole affrontare i temi del cambiamento climatico, della resilienza, della sostenibilità, ma in generale i temi dei 17 obiettivi strategici dell’Agenda 2030 dell’ONU. Proprio per questo motivo il contenitore ha avuto la possibilità di entrare a far parte di quelli proposti nella ESDW che poi si declina sul territorio nazionale con il Festival dello Sviluppo Sostenibile promosso da ASviS. La necessità di amplificare e disseminare la cultura dell’eco-responsabilità per sensibilizzare tutti i portatori di interesse deve utilizzare tutti gli strumenti messi a disposizione da un circuito consolidato.

Quale è a suo parere il ruolo culturale dell’architetto?

Questa è una domanda difficilissima perché ognuno può avere la sua idea o la sua visione e ognuna di queste deve essere valutata e rispettata, il dibattito è fortissimo. Io ho sempre ritenuto che là dove si parla di abitare ci sia un solo interlocutore in grado di gestire processi e trovare soluzione creative. L’architetto è sempre stato generatore di modelli in cui le persone vivono e sviluppano cultura, società ed economia e questo ruolo nessuno può togliercelo. In questo momento post pandemico credo che ogni architetto debba interrogarsi su che cosa è andato storto in questo percorso e del perché l’architettura abbia lasciato il passo all’edilizia; proprio in questo interrogativo, in questo momento storico, dobbiamo cogliere l’occasione di attivare una rivoluzione culturale, sociale ed economica che riporti l’architetto al centro del processo di creazione di nuovi modelli per l’abitare.

Pensa che il mondo della scuola potrebbe dedicare più spazio ai temi dello sviluppo sostenibile, della responsabilità ambientale e del territorio? Ed eventualmente, con quali iniziative?

Ritengo che sia fondamentale, che sia proprio dalla scuola primaria in su che si debba insegnare ai futuri cittadini qual è il rapporto tra l’uomo e il pianeta e che cosa sia lo sviluppo sostenibile, purtroppo siamo stati molto carenti come paese in questo negli ultimi almeno 25 anni e se ne vedono le conseguenze. Quando si parla di sostenibilità si vedono occhi sbarrati in istituzioni, professionisti, imprese e società civile. L’educazione all’eco-responsabilità e alla responsabilità in genere è un elemento strutturale al quale non si deve rinunciare e sulla quale si devono investire risorse preziose. Piantare un seme, annaffiarlo e curarlo con la cultura è fondamentale se si vuol veder crescere una pianta rigogliosa e forte, consentitemi la metafora.

Tra le tante iniziative che si potrebbero mettere in campo, io ne ho sempre sognata una ovvero quella di poter creare delle summer school in cui per una settimana durante l’estate gli studenti si trovano per fare un’esperienza di eco-responsabilità affrontando le tematiche didattiche in un contesto diverso e più ludico dove siano più sensibili e aperti a comprendere e prendere consapevolezza. Da sola questa non può essere la soluzione e si dovrebbe introdurre una vera e propria materia con questo nome “eco-responsabilità”, lo so è una mia fissa … l’architettura non potrà cambiare il mondo forse, ma sicuramente potrà dare un grande contributo.

L’iniziativa è inserita nell’ambito delFestival dello Sviluppo Sostenibile 2020. Ecco il link per partecipare alla talk in diretta e avere maggiori informazioni sull’evento e i relatori. Inoltre, la partecipazione alla talk da parte di architetti professionisti dà la possibilità di fruire di crediti formativi.

Vi aspettiamo venerdì 25 settembre dalle 15:00 alle 18:00 sul canale Eu Play della Fondazione Euducation per parlare di ambiente, comunità, sviluppo sostenibile e futuro.