
Intorno al 1830 nel Sud degli Stati Uniti gli schiavi neri combattevano contro i “padroni” bianchi per la loro libertà: scontri spesso sanguinosi, come nel caso della rivolta di Nat Turner. Negli Stati del Nord la schiavitù era già stata abolita da un po’… ma non per questo i neri avevano vita più facile! La strada per l’uguaglianza e la convivenza pacifica era ancora molto lunga e avrebbe dovuto fare i conti anche con la segregazione razziale.
Bianco intorno, la graphic novel di Stéphane Fert e Wilfrid Lupano, si ispira a fatti storici reali per raccontare di una piccola scuola femminile del Connecticut, precisamente a Canterbury, che in quegli anni si trovò a lottare contro l’ostilità di tutta la città perché per la prima volta accolse delle ragazze nere e offrì a loro un’istruzione.
Le alunne afroamericane della scuola di Prudence Crandall, da Sarah Harris, la prima a varcare la soglia, a tutte le altre, si trovano a fare i conti con minacce, leggi ingiuste e le critiche di chi pensava che cercassero diventare più “bianche” dei bianchi. Ma pagina dopo pagina la loro battaglia continua, si muove tra i contrasti di chiari e scuri e le macchie di colore con cui Stéphane Fert tratteggia le scene nel bosco e nella cittadina, e le porta a capire che quello che comincia con loro è importante e le porterà lontano: “Mettiamo al mondo i figli e li cresciamo. Delle donne nere istruite avranno figli neri istruiti, che avranno figli ancor più istruiti”.
Il libro è pubblicato da Tunué nella collana “Ariel”, dedicata a donne coraggiose e a storie che parlano di identità femminile e parità di genere. Temi che Bianco intorno aiuta ad affrontare anche grazie alle pagine finali curate da Joanie DiMartino, direttrice del museo Prudence Crandall, che ripercorre attraverso lettere e fonti storiche quanto sappiamo delle intrepide ragazze che animarono quella scuola rivoluzionaria e che anche dopo quell’esperienza continuarono a seguire, in diversi modi, la via che la loro insegnante aveva aperto verso la libertà.
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