Come avrebbe potuto la ribelle Coyote Sunrise restare ferma? Dopo L’imprevedibile viaggio di Coyote Sunrise (di cui abbiamo parlato qui) Dan Gemeinhart travolge lettrici e lettori in questo secondo capitolo in cui tornano su strada la giovane protagonista, il padre Rodeo e l’immancabile autobus Yager con le loro avventure.
Si entra nella narrazione in modo graduale, riprendendo le fila di quanto successo qualche tempo prima e descrivendo la nuova situazione: Coyote e suo padre si sono fermati dopo una vita on the road, lei va a scuola ma non si trova molto bene, e Yager è un luogo sicuro in cui rifugiarsi e cercare pezzi della sua storia. Non è forse un caso che in uno scomparto segreto Coyte ritrovi le ceneri di sua madre, e l’indicazione, da cercare tra le pagine del suo libro di poesie preferito, di dove portarle… ma, il libro non si trova!
Non c’è altra soluzione che tornare su strada, e così, quando la storia ingrana, non c’è modo di fermarla.
Tenendo fede, come nel primo libro, a una trama costellata di colpi di scena, emozioni e alternanza di personaggi che fanno il loro ingresso durante le varie tappe del viaggio, Coyote Sunrise e il posto perfetto si presenta come una storia più profonda, matura e riflessiva. Non mancano gli episodi divertenti, le sfumature da racconto giallo e le stranezze di questa famiglia che sta fuori da ogni etichetta, ma sono molti gli elementi che segnano un cambiamento nella natura del racconto, a partire dall’espediente che da avvio al viaggio e dall’attenzione con cui viene descritta e indagata l’interiorità dei personaggi, uno su tutti, il padre Rodeo. L’intensità di questa nuova avventura non toglie nulla alla scorrevolezza e alla leggerezza della lettura ma la rende, semmai, ancora più adatta a essere proposta in classe per riflettere sul tema della cura, degli affetti, delle relazioni con gli altri, del ricordo e di ciò che consideriamo importante.