Dire, fare, insegnare
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Il senso che ho di me

Giorgio Volpe, Paolo Proietti

Un albo illustrato breve, incisivo ma delicato sull’unicità e la libertà di essere come si è, senza stereotipi.

05 luglio 2024 di: Redazione
Recensione

“Io e Claudia non lasciamo a nessuno decidere per noi. Noi sappiamo chi siamo e cosa vogliamo.”

Il protagonista di Il senso che ho di me di il Ciliegio, scritto dalla delicata penna di Giorgio Volpe e illustrato con poetica leggerezza da Paolo Proietti si pone tante domande, e incoraggia sia i piccoli lettori e le piccole lettrici, dai 6 anni in su, sia i genitori, a fare lo stesso.

Perché certi giochi non vengono considerati adatti alla sua amica Claudia? Perché dovrebbe scegliere un solo colore per il suo zainetto? Perché certi compiti di casa sono destinati solo alle mamme?

I disegni richiamano episodi quotidiani addolciti da un tocco fiabesco, attraverso cui emerge quanto, sin dall’infanzia, siano radicati gli stereotipi di genere e quanto sia difficile andare controcorrente.

Il protagonista ama i colori, i fiori e passare del tempo con Claudia: rivendica la possibilità di divertirsi e volere bene a chi desidera, senza dover per questo portare addosso un’etichetta. Claudia “non è la mia fidanzatina” ribadisce a chi gli rinfaccia di passare troppo tempo con lei, portando all’attenzione di chi legge quanto sia semplice ma ingiusto dare alle altre persone dei ruoli prestabiliti, usando il comportamento come un metro di giudizio.

Il senso che ho di me può diventare uno strumento per lo sguardo, capace, con le sue domande dirette e spiazzanti, di aiutare gli adulti a liberarsi dagli stereotipi, e i più piccoli a non farne conoscenza. Con il libro verranno inoltre fornite una scheda didattica con attività, giochi e strumenti didattici interdisciplinari, rendendo questa lettura ancora più formativa.

Autore: Giorgio Volpe, Paolo Proietti

Voto:

5