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Presidi d'Italia. Teresa Pintori: la crisi nella crisi

Teresa Pintori, dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo Gandino Guidi di Bologna, ci racconta una scuola in difficoltà, ma a cui non manca la volontà di riconoscere le proprie mancanze e provare a sanarle.

Scuole nel mondo 
22 maggio 2020 di: Redazione
copertina

Teresa Pintori, dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo Gandino Guidi di Bologna, ci presenta l’esperienza di una scuola italiana in difficoltà e impreparata, ma a cui non manca la volontà di mettersi al passo con i tempi e di riconoscere le proprie mancanze, per poterle andare a sanare.

Quale è stata la principale difficoltà e quale la maggior sorpresa per i Dirigenti Scolastici in questo periodo? 

In questo lunghissimo periodo i Dirigenti hanno scoperto che l’analfabetismo digitale è una tragedia nella tragedia, perché ha significato per le famiglie prive di competenze essere isolate dal mondo della scuola: cercare di raggiungerle è stata la maggiore difficoltà. La maggiore sorpresa è stata la grande rete di solidarietà che si è creata tra le famiglie, il territorio e la scuola. Questa nuova alleanza solidale ha permesso di superare moltissime difficoltà.

Quali opportunità da cogliere da questa situazione per innovare la didattica?

Sono molto cauta nel rispondere a questa domanda. Certo abbiamo messo in campo ambienti di apprendimento (Gsuite, Teams), WebQuest, documenti condivisi, form, tools di verifica online…Ma abbiamo anche riprodotto (sic et simpliciter) la didattica in aula sul web con esiti a dir poco disastrosi, abbiamo dato fotocopie, foto di esercizi improbabili… luci ed ombre. Non voglio negarlo. Per alcuni è stata una grandissima fatica cambiare per adattarsi a un nuovo medium e altri non ce l’hanno proprio fatta. Abbiamo vissuto una situazione di crisi che ha spezzato il pattern organizzativo scolastico e tutte le scuole si sono dovute riposizionare in un ambiente virtuale pressoché sconosciuto.La scuola ha affrontato e reagito all’inaspettato costruendo una impalcatura di senso e significato della scuola on the air, ha trovato dentro di sé le risorse per disegnare una nuova mappa per la Conoscenza e l’Apprendimento, delineando sentieri di terra battuta, percorrendo autostrade digitali, ostacoli e gallerie… questa capacità di sensemaking in un contesto di crisi ci dice che la Scuola è un’istituzione meno ingessata e incapace di cambiare di quanto chiunque avesse mai pensato.C’è chi ha percorso rotte interstellari, ha preso lo Shuttle, ha aperto nuove autostrade e c’è chi ha costruito sentieri con i muretti a secco, percorsi nel bosco gettando briciole di pane per non perdersi, ma nessuno si è fermato. Nessuno ha avuto paura del bosco. I docenti sono la nostra opportunità. Grazie al loro lavoro la scuola è stata ricostruita. E se ricostruire una scuola senza aule, senza studenti, senza carta né penna non è innovazione…

Molti studenti al rientro si troveranno a dover recuperare parte del programma dell'anno passato. Quali saranno le strategie che le scuole metteranno in campo? Di cosa avranno bisogno gli insegnanti? 

Ogni scuola si organizzerà secondo le indicazioni del Ministero e secondo la propria organizzazione precedente. Per quel che riguarda la scuola da me diretta, l'I.C. Gandino Guidi, abbiamo alcune esperienze che contiamo di riutilizzare nel nuovo scenario:

  • percorsi di riallineamento precedenti all’inizio della scuola per le seconde e le terze medie, per gli alunni che evidenziano carenze negli scrutini;
  • progetto Transizione: gli alunni delle future prime medie frequentano per una settimana la scuola media per avere una bussola di orientamento della struttura e delle richieste cui saranno chiamati a rispondere. Questo progetto lo portiamo avanti ormai da qualche anno con molta soddisfazione;
  • per il rientro: per tutti sarà un nuovo inizio e le classi saranno testate per valutare il punto di partenza. Nulla sarà dato per scontato;
  • durante l’anno: saranno organizzati gruppi di lavoro, rinforzo e di miglioramento come sempre ma forse in misura più massiccia.

Gli insegnanti e tutta la scuola forse avranno bisogno di più personale perché la didattica necessariamente dovrà declinarsi in percorsi più variegati soprattutto nel primo periodo.

L’offerta formativa per gli insegnanti è molto vasta. Verso quale tipologia di corsi indirizzerebbe i suoi insegnanti?

In questa fase critica ho notato molti insegnanti super preparati e formati, ma con molte difficoltà nel mettere in pratica ciò che avevano studiato. I corsi devono essere esperienziali e prevedere un risvolto applicativo step by step, solo così saranno utili.

Nei limiti della sua autonomia, su cosa investirà la sua scuola di più in futuro alla luce di questa esperienza?

La mia scuola aveva già predisposto il Programma Annuale prevedendo un massiccio investimento sui computer collegati alle LIM e sui notebook delle aule virtuali per rinnovare tutto il parco hardware costruendo una LAN cui si accederà solo con credenziali identificative personali sia per i docenti che per gli alunni. Uno dei grossi ostacoli sapevo sarebbe stata l’acquisizione del know how di utilizzo delle credenziali e la loro distribuzione, pur in presenza fisica. La crisi Covid-19 da questo punto di vista ci ha quindi avvantaggiato sia pure con una fatica improba perché a questo punto tutta la scuola ha le credenziali e tutti hanno imparato a usarle. Certo, aver distribuito tutti i nostri computer portatili alle famiglie (74) che ne avevano necessità è stato uno sforzo notevole e un “dissanguamento” delle nostre risorse. I fondi aggiuntivi per la crisi sono stati ottenuti, ma il vero problema è l’acquisizione dei devices di cui c’è tuttora molta penuria e il loro costo a regime. Alla luce di questa crisi su cosa vorrei investire? Sui docenti che sono il vero cardine della Scuola.