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Scuola e STEM: la situazione in Italia

Abbiamo intervistato Andrea Rubin e Giuseppe Pellegrini del centro di ricerca indipendente Observa Science in Society che ci hanno raccontato le indagini più recenti che hanno analizzato il rapporto fra gli studenti italiani e le discipline STEM.

Scuole nel mondo 
14 aprile 2020 di: Andrea Rubin, Giuseppe Pellegrini
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Andrea Rubin e Giuseppe Pellegrini sono parte del centro di ricerca indipendente Observa Science in Society che promuove la riflessione e il dibattito sui rapporti tra scienza e società. Li abbiamo intervistati chiedendo loro di raccontarci come sono percepite scienza e tecnologia nelle scuole italiane e di farci il punto sul rapporto fra gli studenti italiani e le discipline STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics), sia nella scuola secondaria sia al momento dell'iscrizione all'università 

Di cosa si occupa il centro di ricerca Observa Science in Society?

Observa Science in Society è un centro di ricerca indipendente, senza fini di lucro, che promuove la riflessione e il dibattito sui rapporti tra scienza e società, favorendo il dialogo tra ricercatori, policy makers e cittadini. È composta da un team di sociologi specializzati nella comunicazione pubblica della scienza, nella valutazione delle attività di public engagement e nella science education. Dal 2005 Observa Science in Society conduce un monitoraggio permanente sul rapporto tra cittadini e scienza che è alla base dell’Annuario Scienza Tecnologia e Società, una preziosa fonte di dati nazionali e internazionali per studiosi e giornalisti. 

Observa fa anche parte delle principali reti internazionali di collaborazione sui temi dei rapporti tra scienza e società, tra cui ESCoNet (European Science Communicators Training Network), Science and the CityMACOSPOL (Mapping Controversies on Science for Politics), del network di istituzioni attive nell’analisi degli orientamenti pubblici verso la scienza coordinato dalla London School of Economics and Political Science e del network ROSE (Relevance of Science Education) e IRIS (Interest & Recruitment in Science). Inoltre ha stabilito collaborazioni con numerose istituzioni internazionali tra cui la Commissione Europea - Direzione Generale della Ricerca, il CERN di Ginevra, l’Accademia Austriaca delle Scienze, iLaboratori Nazionali del Gran Sasso, l’UNESCO e numerose università europee.

Come sono percepite scienza e tecnologia nelle scuole?

In generale, la scienza e la tecnologia sono percepite positivamente dagli studenti e dalle studentesse italiane. La maggior parte degli studenti ritiene, infatti, che sia molto importante studiare scienza e tecnologia in classe. Allo stesso tempo, però, gli studenti vedono la scienza come una materia difficile. Varie indagini condotte nei network internazionali come ROSE e IRIS ci dicono che le materie come la matematica e le disciplinescientifiche sono ritenute particolarmente interessanti per gli studenti. Tuttavia, chi siede tra i banchi di scuola riscontra delle difficoltà in queste discipline tanto che, ad esempio, sei studenti su dieci si dichiarano contrari a un eventuale aumento delle ore curriculari per le materie scientifico-matematiche.

Quali sono gli elementi che possono influenzare l'avvio di una carriera scientifica?

Il rapporto dei giovani con la scienza è sotto indagine ormai da diversi anni. Numerosi studi hanno indagato le motivazioni, le abilità e le strategie didattiche più favorevoli a incentivare nei ragazzi e nelle ragazze dei percorsi scientifici. Tra gli altri vale la pena ricordare le indagini OCSE-PISANAEPTIMSS & PIRL e le indagini ROSE e ASPIRE sulle intenzioni degli studenti di studiare le discipline scientifiche e intraprendere una carriera scientifica. Recentemente Observa, insieme all’Università L. Bocconi di Milano, ha seguito la rilevazione italiana dell’indagine ROSE che ha coinvolto un campione di 3.503 studenti in tutta Italia e ha indagato i futuri orientamenti professionali nel settore della ricerca scientifica. I risultati ci dicono che solo il 14% del campione di studenti e studentesse ha dichiarato di «voler diventare uno scienziato» e che tra coloro che hanno manifestato questa aspirazione, solo un terzo è una studentessa.

L’indagine ROSE ha inteso identificare anche gli elementi che possono spiegare la propensione degli studenti a intraprendere una carriera scientifica: l'intenzione di iscriversi a una facoltà scientifica è tuttavia meno frequente tra gli studenti di sesso maschile e tra gli studenti settentrionali, mentre l'intenzione di intraprendere un percorso universitario scientifico aumenta con l’aumentare del livello di istruzione dei genitori, con il numero di libri posseduti in casa e con una crescente esposizione alla scienza attraverso i media.Un ruolo è svolto anche dal numero di lezioni dedicate alle discipline scientifiche. È interessante osservare che l'intenzione di proseguire il proprio percorso nel campo della scienza è più frequente se le lezioni scolastiche dedicate alle scienze prevedono attività laboratoriali.

Così come l'intenzione di iscriversi a una facoltà scientifica, anche il desiderio di lavorare nella ricerca è più presente tra le donne, aumenta in presenza di un elevato numero di libri in casa, all’esposizione allascienza attraverso i media e a un maggior numero di lezioni dedicate alla scienza. Inoltre, tale propensione si rivela correlata positivamente con la partecipazione a eventi scientifici e con una fiducia nella scienza.

A differenza delle due fasi precedenti del percorso di carriera, un'aspirazione a diventare uno scienziato è più frequente tra i maschi. È tuttavia meno frequente tra gli studenti del Sud. Tende inoltre ad aumentare quando gli studenti dichiarano piacevole lo studio delle scienze, manifestano interesse per gli argomenti scientifici e rivestono fiducia nella scienza e negli scienziati.

Esiste una differenza tra maschi e femmine nella carriera di scienziato e nella percezione della scienza?

Da un punto di vista generale, il rapporto tra scienza e opinione pubblica non presenta significative differenze per genere. Osservando le tendenze di lungo periodo in termini di alfabetismo scientifico, interesse per la scienza nei media, atteggiamenti verso scienza e tecnologia non si trovano conferme allo stereotipo che ciclicamente descrive gli Italiani pregiudizialmente ostili alla scienza e agli scienziati e portatori di una cultura antiscientista. La fiducia negli scienziati e nei ricercatori e piuttosto elevata tra la popolazione italiana e – anche in questo caso – il giudizio è condiviso dai cittadini, senza differenze tra maschi e femmine.

Nel caso degli studenti, l’ultima indagine sugli adolescenti condotta da Observa e Pristem Bocconi mette in luce che è in aumento la propensione a intraprendere una carriera come scienziati. Da un punto di vista di genere, si nota che si è colmato nel tempo il divario tra maschi e femmine. Nel 2014 il numero di maschi intenzionati a diventare scienziati era circa il doppio delle femmine (9% contro 5,3%) mentre nel 2017 le percentuali sono pressoché uguali (maschi 10,7%, femmine 9,9%). 

Negli ultimi anni sono stati rilevati dei cambiamenti nel numero di iscritti ai corsi universitari di indirizzo STEM?

Da ormai diversi anni l’Italia sta assistendo a un processo di “liceizzazione” degli studi superiori. Il Liceo scientifico è l’indirizzo di studio più scelto dagli studenti e dalle studentesse che intraprendono un percorso di scuola secondaria di II grado. Per quanto concerne il percorso universitario, invece, si nota una crescita delle iscrizioni ai corsi di laurea scientifici, soprattutto di ingegneria e le aree geologia e biologia (Anvur 2019). Un dato ulteriore riguarda la sostanziale prevalenza di studentesse, che in generale rappresentano il 55% delle immatricolazioni. Per quanto concerne i percorsi scientifici, gli ultimi dati disponibili sugli immatricolati all’università (2017/2018) rivelano che circa il 30% degli studenti e delle studentesse scelgo dei corsi a indirizzo scientifico.

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