Secondo i ricercatori dell’Università di Singapore e l’esperienza di molti docenti in scuole di tutto il mondo, TikTok può essere usato come motore di ricerca e strumento di apprendimento coinvolgente.
Scuole nel mondo Gli studenti e le studentesse della Gen Z sono sempre più presenti sulle piattaforme social come Instagram e, soprattutto, TikTok. È un dato di fatto che questa abitudine abbia conseguenze anche sul modo di apprendere e cercare informazioni, come hanno analizzato i ricercatori dell’Università di Scienze Sociali di Singapore. Quello dei nativi digitali è un mondo in cui ragazzi e ragazze sono sovraccaricati di dati: sono piattaforme come TikTok che, in questo scenario, funzionano per loro come un motore di ricerca.
Si affidano cioè a uno strumento di navigazione che privilegia il linguaggio visivo e in cui i contenuti, video che vanno dai 15 ai 60 secondi, puntano a coinvolgere l’utente e condensare il messaggio che si vuole trasmettere. Anche su Instagram si comportano in modo simile: gli utenti, per restare informati su diversi argomenti, guardano i contenuti postati dagli influencer e dalla propria community.
L’uso dei social contribuisce cioè a plasmare l’attitudine ricettiva dei ragazzi. Uno dei primi problemi che sono stati studiati e che sono messi in relazione con questo fenomeno e l’abbassamento dell’attention span, cioè il tempo in cui uno studente riesce a concentrarsi su un argomento o un’attività. D’altra parte, se questo sembra un fenomeno irreversibile, è vero che proprio i contenuti che combinano immagini, testi, musica e altri linguaggi mediatici sono quelli che riescono a catturare l’attenzione e che rendono anche il processo di apprendimento più piacevole.
Uno studio del 2020 dell’Università Kasetsart in Thailandia sottolinea come il nostro cervello riesca a trattenere ed elaborare meglio le informazioni visuali rispetto a quelle testuali, imprimendole pi a lungo nella memoria. Esplorare le potenzialità didattiche di TikTok e del cosiddetto micro-learning può essere allora la chiave per incontrare studenti e studentesse nel loro stesso ambiente e aggiornare i propri paradigmi di insegnamento in base all’idea che è più efficace mostrare (show) che parlare (tell), usando a vantaggio dell’apprendimento i brevi contenuti caricati sul social.
Tra le esperienze dei docenti che, complice spesso le esigenze dettate dal periodo della pandemia, hanno provato a coinvolgere la propria classe usando TikTok, c’è chi ha aperto un proprio profilo per proporre video sui temi studiati; chi usa il social per introdurre in modo accattivante un argomento da studiare in classe; chi invece usa TikTok per addestrare i ragazzi ad avere consapevolezza critica e a vagliare i contenuti che trovano online.
Questa ricerca della piattaforma Study.com mostra anche che per particolari discipline, come Inglese e Storia, TikTok costituisce un bacino di risorse che i docenti possono esplorare e che studenti e studentesse guardano con più attenzione rispetto a diversi tipi di contributi (per esempio video YouTube). Se TikTok non è quindi per sua natura il luogo in cui approfondire il proprio studio, può però diventare la chiave per accendere la curiosità, scoprire nuove strade e percorrere insieme, docenti e studenti, come costruire una nuova didattica dell’era digitale.