Dire, fare, insegnare
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Anthropocene: quando l’arte si fa didattica

La mostra “Anthropocene” documenta l’impatto dell’uomo sulla terra e le trasformazioni che l’ambiente ha subìto e sta subendo attraverso fotografie e video installazioni in realtà aumentata; ne risulta un’esperienza didattica molto interessante e coinvolgente.

Infanzia  Primaria  Secondaria  Un giorno al museo 
15 luglio 2019 di: Giulia Guardavilla, Emiliano Negrini
copertina

La mostra Anthropocene, visitabile al MAST di Bologna fino al 6 ottobre 2019, rappresenta una riflessione, cruda e diretta, sull’impronta che le attività dell’uomo lasciano e lasceranno sulla terra. Il tema è affrontato attraverso le fotografie del fotografo documentarista canadese Edward Burtynsky, i film di Jennifer Baichwal e Nicholas de Pencier e con video e installazioni in realtà aumentata. 



La parte fotografica è costituita da 35 fotografie che mostrano alcuni dei segni più grandi lasciati dall’uomo sull’ambiente attraverso la deforestazione, l’industrializzazione, l’estrazione mineraria e lo sviluppo massiccio delle industrie.

Sono presenti fotografie murarie ad alta risoluzione dotate di estensioni video che si possono vedere utilizzando il proprio cellulare o con tablet disponibili lungo il percorso: in questo modo è possibile arricchire la propria esperienza di visita immergendosi all’interno dell’ambiente descritto dalle fotografie, con suoni e dettagli dell’attività filmata.



Lungo il percorso della mostra sono presenti anche tre installazioni in realtà aumentata che permettono di osservare tridimensionalmente con i tablet a disposizione o con il proprio cellulare l’ultimo esemplare di rinoceronte bianco morto lo scorso anno, un abete secolare risparmiato dalla deforestazione e il rogo di zanne di elefante ordinato dal presidente keniano nel 2016 per contrastare il bracconaggio. Questa esperienza in particolare è molto coinvolgente e può anzi costituire un ottimo modo per motivare e interessare bambini e ragazzi. La possibilità di utilizzare telefoni e tablet rende infatti la visita alla mostra più vicina all’esperienza quotidiana degli studenti, consentendo loro di sperimentare in modo più attivo e partecipato la visita.

 

Sono molti gli spunti didattici che Anthropocene offre a classi e insegnanti per riflettere su come l’uomo modifichi l’ambiente e su come le azioni quotidiane di ognuno contribuiscano ad acuire un fenomeno dall’impatto sempre più pesante e irreversibile: le fotografie di Burtynsky sono scattate in luoghi differenti di tutto il mondo, sottolineando così come le problematiche ambientali non riguardino solo realtà lontane, ma l’impronta dell’uomo sia ben visibile in ogni angolo del mondo. 

La mostra presenta quindi una lettura della realtà in cui stiamo vivendo e verso cui stiamo andando, ma anche e soprattutto un invito ad agire per impedire che il processo di modificazione dell’ambiente continui in modo così indiscriminato. Il messaggio è rivolto a tutti, ma è particolarmente importante per le nuove generazioni che devono essere consapevoli della responsabilità che ricade su ognuno. 



Il MAST di Bologna offre visite guidate alla mostra, rivolte a bambini e ragazzi dai 3 ai 18 anni con attività diversificate in base alle fasce d’età; comprendono la spiegazione della mostra, laboratori didattici e attività pratiche, oltre che la fruizione di tutti i materiali multimediali disponibili.

Perché visitare Anthropocene con la propria classe? Perché è un’ottima opportunità educativa per i ragazzi, che apre le porte al tema della sostenibilità, dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e in generale a una riflessione più ampia sull’ambiente capace di coinvolgere diverse materie di studio, da affrontarsi durante tutto l’anno scolastico e con studenti di ogni fascia d’età. La consapevolezza sui temi ambientali costituisce infatti oggi una parte fondamentale del percorso formativo ed è la base per far crescere il senso di responsabilità individuale verso un beneficio collettivo, quanto mai necessario.