Un percorso tattile per esplorare e rispettare la terra partendo dalla conoscenza della sua storia e delle “opere d’arte naturali” che ci ha donato.
Un giorno al museo Nel comune di Pianoro, provincia di Bologna, circondato dal primo appenino bolognese si trova il museo dei Botroidi, parte del Parco Museale della val di Zena. Il museo nasce nel 2006 dal ritrovamento nei sotterranei del Castello di Zena di più di cinquecento esemplari di botroidi raccolti dal ricercatore bolognese Luigi Fantini negli anni ‘50/’60 del '900 e la sua posizione è quanto mai significativa: la località Tazzola in cui si trova il comune di Pianoro è uno dei pochi luoghi in Emilia Romagna e in Italia ad aver mantenuto conservata e tutelata la propria identità ambientale, paesaggistica e storica.
Ma cosa sono i botroidi? I botroidi sono particolari forme di sabbie conglutinate, sassi formati nel Pliocene che hanno forme antropomorfe e sono per questo chiamati anche “pupazzi di pietra”.
Questi sassi sono delle vere opere d’arte della natura che vanno tutelate e protette, ma anche fatte conoscere in quanto testimonianza della storia e delle caratteristiche geologiche del territorio. Il percorso del museo, situato in un’antica stalla in sasso, restaurata in terra cruda e materiali naturali, comprende in fatti anche minerali e terre, sabbie gialle, argille, arenaria, gessi, fossili veri, che accompagno in un viaggio lungo circa 70 milioni di anni nella storia della Terra con un focus particolare sul territorio e sul Contrafforte pliocenico.
Ad accogliere i visitatori del museo un “invito a toccare” i materiali esposti, una scelta che si integra con il progetto di rendere la Val di Zena un vero e proprio “Parco Geotattile”, e si basa sul fatto che le mani sanno registrare le informazioni in modo concreto, per poi passarle al cervello. Se si integra l’esperienza uditiva e visiva con quella tattile si impara quindi a un livello più profondo passando da un apprendimento passivo a uno attivo.
Da qui nasce il percorso “la geologia a portata di mano”, studiato per abbattere le barriere fisiche e architettoniche ma anche quelle percettive e culturali in quanto fruibile anche da persone con disabilità. La volontà di rendere l’accessibilità parte integrante del museo e la proposta di una didattica senza frontiere si realizzano nell’obiettivo di facilitare l’accesso al patrimonio culturale per conoscere, attraverso sollecitazioni sensoriali, caratteristiche, forme e particolarità di fossili e minerali veri dando a tutti i visitatori la possibilità di godere della medesima esperienza, senza distinzioni. Nell’ottica dell’inclusione e del rispetto dell’individuo, il museo è anche pensato per essere visitato in autonomia, seguendo le indicazioni fornite dalle guide cartacee, per dare la possibilità di vivere il momento della visita come uno spazio di crescita ed esplorazione personale.
Il museo, premiato nel 2016 premiato dall’Associazione Italiana turismo sostenibile e patrocinio UNCEM unione nazionale comunità montane dal 2020, si caratterizza anche per il forte legame con il territorio e per la promozione di una visita che prosegue anche al di fuori della stalla in pietra che lo ospita: vicino al museo passano infatti importanti sentieri che sono parte integrante dell’esposizione, come il percorso CAI 815, Via Mater Dei e Via del Fantini.
Oltre ai percorsi individuali il Museo dei Botrodi è aperto alle scuole e propone tre percorsi didattici: Geologia tattile – Si invita a Toccare, Gli erbari dall’antichità ai giorni nostri, La geografia, volti a favorire la curiosità e la conoscenza dell’ambiente e della terra.
Il museo è aperto dal 1 marzo al 31 ottobre (dalle 9 alle 19) e gli altri giorni su prenotazione; la prenotazione è necessaria anche per le visite guidate. Tutte le informazioni sono reperibili sul sito www.parcomusealedellavaldizena.it
Immagini: © Parco museale della Val di Zena