Un percorso multisensoriale attraverso le vite di persone comuni per approfondire la Storia del nostro paese nel secolo scorso.
Un giorno al museo A Pieve Santo Stefano, in provincia di Arezzo, è possibile visitare un luogo sorprendente: si tratta del Piccolo museo del diario, uno spazio che nasce dall’esigenza di raccontare le numerosissime testimonianze autobiografiche raccolte dall’Archivio Diaristico Nazionale dagli anni Ottanta a oggi.
L’archivio, infatti, è stato fondato proprio a Pieve Santo Stefano nel 1984 e da allora ogni anno accoglie, cataloga e trascrive decine e decine di testimonianze. Il museo si trova all’interno delle stanze del Palazzo Pretorio, sede del comune, e ospita virtualmente gli scritti di oltre 9000 persone che hanno deciso di affidare all’archivio memorie, scambi epistolari, i diari dei loro nonni o dei loro genitori, o perfino biglietti segreti e raccolte di poesie.
Il percorso di visita si sviluppa in sole tre stanze, all’interno delle quali si può apprezzare un allestimento interattivo e coinvolgente, che sfrutta più canali comunicativi (audio, video e immagini) per accompagnare visitatori e visitatrici attraverso le vite reali di tantissimi individui comuni. Ognuno di loro ha idee, esperienze, convinzioni e vicissitudini differenti, tutte rigorosamente ordinate in ordine alfabetico. Aprendo un cassetto o uno sportello si possono ascoltare aneddoti, riflessioni o racconti drammatici, narrati con la voce di chi li ha vissuti oppure interpretati da attori e attrici.
I testi conservati in questo luogo descrivono un’ampia parte della storia d’Italia e riguardano principalmente il Novecento, fornendo un punto di vista quotidiano e personale sulle grandi vicende di quel secolo e sulla conformazione della società italiana in regioni diverse.
Una testimonianza eccezionale, per esempio, è l’autobiografia di Clelia Marchi, che scrive la sua intera vita sul lenzuolo del corredo matrimoniale, offrendo uno spaccato del mondo contadino mantovano dall’inizio del Novecento a oggi. Un’altra è quella di Vincenzo Rapito, che batte a macchina la sua storia: partendo dalla nascita in un paesino della Sicilia a fine Ottocento, racconta l’esperienza di due guerre mondiali e il periodo del boom economico.
La ricchezza di materiali e fonti storiche, ma anche l’allestimento, davvero efficace del punto di vista comunicativo, rendono evidente il valore didattico del Piccolo museo del diario, che è potenziato da numerose iniziative.
Il museo propone visite guidate e diversi laboratori calibrati in base a ordine e grado scolastico. Attraverso i temi della scrittura diaristica, della memoria e della narrazione (storica o personale) si sviluppano attività di scrittura, proposte di apprendimento cooperativo e giochi didattici.
Oltre ai laboratori in presenza, il Piccolo museo del diario ha realizzato un kit didattico da portare direttamente in classe, che comprende un gioco da tavolo e il necessario per realizzare un percorso di scrittura creativa.
Tutte le iniziative per le scuole sono consultabili nella sezione DIDATTICA del sito del museo.
Visitando questo piccolo museo ragazze e ragazzi possono scoprire tantissimo su quanto accaduto nel secolo scorso e, soprattutto, possono “ascoltare” la voce di chi lo ha vissuto in prima persona.
Le immagini sono tratte dalla galleria fotografica del museo e realizzate da Luigi Burroni.